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Reportage dal fronte: lo Studente fuori sede

Creato il 05 agosto 2011 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Dicevo, sono al terzo anno, quasi alla fine del fantastico periodo universitario. E mentre inizio a impacchettare le mie cose, cerco di capire cosa mi riserva il futuro. Certo che i tre anni fuori casa mi hanno un po' cambiata e mi hanno insegnato qualcosa.
Per esempio ho capito che alzarsi prima delle 9 è illegale: effettivamente, quando devi fiondarti in facoltà per seguire un corso che ti vale 315 crediti, pensi che svegliarsi a quelle ore sia innaturale. Nemmeno due uomini che devono partire per una battuta di caccia si alzano così presto. Ecco quindi che tu, a volte, spegni la sveglia e ti giri senza ritegno, continuando a farti cullare da Morfeo (che sarebbe il dio del sonno, non lo sconosciuto che hai incontrato la sera prima nel bar sotto casa).
Stando tre anni fuori casa si imparano molte cose. Io, infatti, ho anche capito che avrai sempre una dirimpettaia impicciona. Io e L. l'abbiamo soprannominata “The Others”, in onore del film con la Kidman che parla di fantasmi e presenze in una casa: un nomignolo giustificato dal fatto che la signora The Others non è mai stata avvistata in strada, quindi io e L. ci siamo convinte che, in realtà, sia uno spirito che solo Noi possiamo vedere.La The Others appare un paio di volte al giorno, affacciandosi alla finestra dopo essere comparsa dalle tenebre di casa sua. È anziana, corrosa fisicamente dal tempo, ma questo non le impedisce di guardare me e L. che ci cambiamo in camera nostra. Sì, effettivamente ho capito che anche in una città c'è sempre quello che si fa gli affari tuoi.
La vita universitaria da fuori sede ti insegna un sacco di cose. Ad esempio io ho imparato anche che non si deve MAI dare inizio a una sorta di lotta vicino ad una fontana. Ricordo che era il compleanno di M., era metà settembre. Avevamo passato la serata in molo e, dopo molti cocktail, ci siamo avviati verso il Viale. Eravamo vicini alla fontana quando io, per non so quale diavolo di motivo, ho sfidato M. a entrarci. Sta di fatto che, dopo varie tiritere, in fontana ci è finito un ragazzo che era la prima volta che vedevo: è quasi annegato (in circa 6 centimentri d'acqua) e, soprattutto, ha completamente immerso il suo nuovo, ipertecnologico e appena regalato cellulare. Tornato a casa completamente zuppo, il giovane è pure stato malissimo: abbracciato alla tazza del cesso, ha concluso così la sua serata (che però dobbiamo ammettere, per lui è stata epica). Dicevo, non avvicinatevi alle fontane se avete festeggiato un po' troppo.
Un martedì sera ho anche imparato che non esistono gli aperitivi di un paio d'ore. Era piena sessione di esami e io e L. ci siamo accordate con M. e A. per uscire a bere un aperitivo veloce: “Ci troviamo per le 7 e verso le 9 tutti a casa. Domani dobbiamo studiare...”. Morale della favola siamo rientrati a casa alle 2 del mattino, con le corone del burger king in testa. Dall'aperitivo delle 7 ci siamo poi spostati da Roby (che sarebbe un bar/bettola di Trieste) per accedere a una bottiglia di vino che hanno spudoratamente classificato come “friulano”. Tra racconti di ferite e anneddoti d'infanzia, ci siamo poi spostati al burger king (solo per andare al bagno), abbiamo preso le corone e poi siamo andati a concludere la serata al Mastro Birraio. Una serata lunghissima in cui L. cercava pure di intrattenere discorsi seri: “Ma L., non puoi parlarmi di arte con quella corona del burger king in testa!”.
Effettivamente ho imparato molte cose, e l'elenco sarebbe lunghissimo ma adesso devo iniziare a pensare alla questione trasloco: al massimo lo riprenderò più avanti, man mano che chiudo gli scatoloni. Ma intanto, provo a organizzare un buon aperitivo nel bar vicino alla fontana del Viale anche perchè, in fondo, non ho più corsi da seguire. Solo un avvertimento, però: niente cellulari.

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