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Retroactive – Louis Morneau

Creato il 25 aprile 2012 da Maxscorda @MaxScorda

25 aprile 2012 Lascia un commento

Retroactive
Ho gia’ trattato l‘argomento ma siccome me le cerco, riprendo il filo del discorso.
E’ incomprensibile come si possa estendere il concetto di “serie B” non solo a prodotti con evidenti problemi di budget ma in special modo a quelli con palesi problemi d’idee.
Non sono al corrente del costo al chilo di uno sceneggiatore statunitense ed e’ certo che i soldi comprano il meglio ma accidenti, senza vette alla Chayefsky si potra’ essere dotati dei fondamentali o almeno di qualcosa che assomigli a coerenza con quanto si sta raccontando, o no? Ora, se scrivo di viaggi nel tempo, si suppone abbia letto almeno qualcosa sull’argomento, di aver visto chesso’ “Ritorno al futuro” o “Terminator”, insomma devo averli avuti almeno in sottofondo pomiciando con qualche sventurata. Se cosi’ fosse l’idea di spostamento temporale e relative implicazioni, dovrebbe aver scavato un concetto da usarsi per le sceneggiature, fossero anche per film di bassa lega.
Ecco quindi che se nei primi tre minuti inanello una sfilza di strafalcioni logici equivalenti a descrivere una partita di calcio come qualcosa giocata da 36 individui che con delle motorette devono abbattere birilli a pallonate, allora i libri di storia devono condannarmi come ignobile mentecatto e con me tutto il seguito di storditi che hanno diretto, interpretato e soprattutto finanziato un simile progetto.
Allo squallore si aggiunge un tocco non indifferente di tristezza, vedendo il povero James Belushi parafrasare il fratello, umiliandosi con basette alla Jake Blues, richieste probabilmente da contratto.
La trama non conta, una storia di un mezzo psicopatico, una psicologa fallita, uno scienziato che fa esperimenti nel deserto. Diretto da Louis Morneau, un vero killer del 35mm, dopo dieci minuti avevo gia’ le scatole piene ma ormai che c’ero ho tirato dritto. Leggo che questa roba ha vinto anche dei premi il che mi crea da un lato sconforto, dall’altro la gioia di non appartenere alla categoria degli esperti di cinema.
Ad ogni modo ormai l’ho visto, voi non fatelo e mi ringrazierete offrendomi un caffe’ alla prima occasione buona.

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