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“Revival” di Stephen King: visioni demoniache e potere dell’inconscio nel nuovo romanzo

Creato il 19 aprile 2015 da Alessiamocci

“Insomma, stava succedendo parecchio, ma in quell’istante tutto sembrò tacere all’improvviso. Forse è solo un’illusione creata da uno scherzo della memoria (o da un cupo presagio degli avvenimenti successivi), ma il ricordo è molto forte. Di colpo sparirono gli schiamazzi dei ragazzini in cortile, la musica dal piano di sopra, il frastuono nel garage. Persino gli uccelli smisero di cantare. Poi l’uomo si curvò e il sole calante gli brillò sopra la spalla, accecandomi per un attimo. Alzai una mano per proteggermi gli occhi.”

17 marzo 2015: anche nelle librerie italiane è arrivato “Revival” (Sperling & Kupfer, traduzione di Giovanni Arduino), l’ultimo romanzo del prolifico Stephen King, il terzo nel giro di un anno, per la felicità dei fans del re del brivido.

Protagonista di questo libro Jamie Morton, un bambino di 6 anni all’inizio della vicenda. Siamo negli anni ’50, la sua è una famiglia cresciuta sotto l’insegna dei principi religiosi e la vita scorre serena, fino all’arrivo del nuovo pastore, Charles Jacobs, brav’uomo, sposato e padre del piccolo Morrie, appassionato fino all’ossessione di fenomeni connessi all’elettricità.

L’idilliaca situazione cambierà ben presto a causa di un terribile incidente che porterà via al religioso moglie e figlio, ogni certezza e anche la fede più incrollabile lasceranno il posto a dubbi disumani, pericolosi esperimenti e terrificanti accadimenti.

Un libro differente dalle ultime pubblicazioni ma che possiede diversi rimandi ad alcune delle opere più significative dello scrittore americano. Vi è del romanzo di formazione che ci riporta a “Il Corpo” (nella raccolta “Stagioni diverse”, 1982, da cui venne tratto la celebre pellicola “Stand by me – Ricordo di un’estate”; vi è una parte di quell’orrore provato ne “L’acchiappasogni” (2001); ci sono i ragazzini innocenti di “It” (1986); s’intravede anche quella paura inconscia de “La bambina che amava Tom Gordon” (1999); impossibile poi non ricordare gli scenari dell’ormai mitico Overlook Hotel di “Shining” (1977).

Jamie Morton può a pieno titolo inserirsi tra i migliori protagonisti in assoluto dei romanzi di King: personaggio incisivo, innocente nel mostrare l’amore pure, ricambiato, per l’affascinante Astrid, e indimenticabile.

Se inoltre solitamente i romanzi dello scrittore del Maine impiegano qualche pagina per decollare, questo non è il caso di “Revival” che parte immediatamente in maniera elettrizzante. Ancora una volta King dimostra il suo talento nel rendere delle vicende che potrebbero definirsi normali in spaventose, facendo scaturire le paure recondite dell’uomo, senza necessità di entità paranormali o cose simili.

Protagonista dissoluto è inoltre il demonio, non come lo potremmo immaginare normalmente ma in forma molto differente e difficile da riconoscere al primo istante. Una figura che si annida ovunque nella realtà quotidiana, al di là del mero aspetto religioso, tematica in ogni caso molto ben trattata.

Ma “Revival” è anche uno splendido affresco dell’America degli anni 60, con una splendida colonna sonora che va dal rock al gospel in cui si esaltano il paranormale e l’inconscio talvolta così facilmente suggestionabile dell’uomo.

Quattrocentosessantanove pagine che si leggono d’un fiato, una dedica da parte di Stephen King a quegli autori che l’hanno influenzato profondamente (Mary Shelley, Bram Stoker, H.P. Lovecraft e altri), una sorta di resoconto delle sue creature passate con uno sguardo al futuro che speriamo ricco di nuovi romanzi e nuove inquietanti storie.

 

Written by Rebecca Mais

 


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