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Revolver

Creato il 28 ottobre 2014 da Fabio Buccolini

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Jack Green (Jason Statham) esce di prigione dopo sette anni, deciso a vendicarsi del boss Dorothy Macha (Ray Liotta), l’uomo che ha ucciso la moglie del fratello, e a causa del quale è stato arrestato; così va nel suo casinò, e lo umilia nel gioco d’azzardo, portandogli via un mucchio di soldi; di lì a poco fa conoscenza di due strani individui, Zack e Avi, che sembrano sapere molte cose su di lui; ciò che segue è un enigmatico viaggio tra la realtà e i meandri della mente del nostro protagonista, tra i suoi demoni interiori e un mondo cinico e spietato.

E fu così che Guy Ritchie si ispirò a David Lynch, mantenendo il suo stile tipico (tanti personaggi, scene frammentate, spezzoni umoristici), ma uscendo dai canoni che lo avevano contraddistinto fino a lì, realizzando un film che è un gioiello, a partire dalla tecnica registica (ma è Guy Ritchie, che ve lo dico a fare), alla fotografia, a una sceneggiatura davvero notevole e originale, e ricalcando anche l’onda di pensiero secondo la quale Jason Statham è bravo solo con lui (comincio a crederlo anch’io in effetti O_O).

A tratti è riconoscibile una innegabile originalità delle scene, espresse mediante segmenti animati, che ricordano Natural Born Killers, dando al film una sorta di destrutturazione ancora più evidente e suggestiva; l’unica cosa che non capisco è il titolo comunque: la Revolver è una pistola a tamburo, e in tutto il film se ne vedranno giusto una o due, in un paio di comuni sparatorie, scene di secondaria importanza…mah.

Numerosi riferimenti sono rivolti anche all’esoterismo ebraico, alla cabala in particolare, di conseguenza i numeri in questo film assumono un significato ben preciso, così come anche i nomi, tra cui Avi (Abramo), Zack (Isacco), e Jack (Giacobbe); di grande effetto e di grande impatto filosofico sono inoltre le citazioni e le frasi sull’esistenza (“Temetemi o riveritemi, ma per favore, ditemi che sono speciale…siamo solo scimmie, avvolte in bei vestiti, che implorano l’approvazione degli altri”)

Badate bene a ciò che ho scritto all’inizio comunque: lui non riprende Lynch, bensì si ispira a Lynch, più che altro per la frammentazione (che in realtà è meno complicata), il subconscio e il simbolismo che caratterizza gran parte delle scene, ma non c’è traccia di sogno o pensiero libero.

Rimane un film di difficile interpretazione, per cui di seguito scriverò, così come ho fatto per Erasehead, Strade Perdute, Mulholland Drive e Inland Empire, la spiegazione di quest’altro grandissimo capolavoro; a tal proposito ho letto di tutto in rete, da gente che lo ha stroncato senza pietà per il fatto di non averci capito assolutamente nulla, ad altri che citano Kierkegaard, Platone, Freud, per spiegare il film, vedendoci significati filosofici pseudo-intellettualoidi (dire ridicoli è poco) che non c’entrano nulla con le immagini o con la trama; a queste due categorie dico solo una cosa: CAMBIATE SPACCIATORE.

Se non avete visto il film vi consiglio di farlo prima di leggere il resto della recensione, credetemi, ne vale la pena.

Per capirlo dovete sempre fare riferimento alle quattro frasi che compaiono prima delle scene iniziali:

- L’unico modo per diventare più furbi, è giocare con un avversario ancora più furbo

- Più sofisticato è il gioco, più sofisticato è l’avversario

- La prima regola degli affari: proteggi il tuo investimento

- Una guerra non si può evitare, può solo essere rimandata, a vantaggio del tuo nemico

In base a questi quattro concetti è regolato tutto il film, tra realtà, subconscio e meccanica quantistica; numerose sono le scene di difficile comprensione: lui che sviene prendendo le scale per uscire dal casinò, con un bilietto che dice: “Prendi l’ascensore”, e di lì a poco gli viene trovato un elemento tossico nel sangue che gli lascia tre giorni di vita; l’altro biglietto che gli dice di abbassarsi, e abbassandosi evita le pallottole; Zack e Avi, che sembrano sapere tutto su di lui, e “prendendolo” ai loro servizi lui guarisce inspiegabilmente dall’elemento nel suo sangue; la scena in cui viene investito da una macchina, ma le riprese tornano indietro, mostrando poi che evita l’incidente; il signor Gold, di cui l’esistenza tutti stentano a credere, ma del quale tutti hanno paura, il signor mistero, il signor nessuno; ecc…

Per facilitare la comprensione, fate riferimento alla scena in cui Jack Green gioca a scacchi con Avi: nella partita cita le frasi dette sopra, spiegando che in una qualsiasi situazione c’è una vittima e un avversario, il trucco sta nel diventare tu l’avversario, facendo così credere alla vittima di avere in pugno la situazione, mostrandogli una strada e lasciando semplicemente che la segua, credendo appunto di stare vincendo, ma che è solo un’illusione, poichè in realtà si sta mettendo il cappio al collo da solo; in questa fase Jack introduce una quinta affermazione:

- Il nemico si nasconde nell’ultimo posto in cui guardi

Applica questo metodo nella partita con Avi, vincendo facilmente, e così fa anche nelle partite a scacchi che seguiranno con il progredire del film…ma non è così: è Avi in realtà che sta giocando con lui, sta giocando con la sua mente, gli sta facendo credere di essere l’avversario, ma in realtà è la vittima.

Così è per tutta la durata dell’opera, il dualismo tra vittima e avversario: Zack e Avi , come loro stessi svelano alla fine, sono i due carcerati che stavano ai lati della cella d’isolamento del nostro protagonista, e che un giorno sono inspiegabilmente scomparsi, nessuno sa come; nel loro frangente in carcere tramite libri di matematica, scacchi e meccanica quantistica hanno elaborato una sorta di “onnipotenza”; di fatto sono due individui straordinari, dalle capacità fuori dal comune, inducono loro l’elemento nel sangue di Jack, poi lo guariscono, e sono sempre loro che gli fanno evitare le pallottole con il biglietto, così come sono loro che lo fanno “evolvere”, facendogli evitare l’incidente con l’auto, tramite squillo del cellulare.

Mentre erano in prigione promisero a Jack di portarlo con loro, ma ciò non è successo, perchè, spiegano alla fine, lui non era pronto: l’unico modo per diventare più furbi, è giocare con un avversario ancora più furbo, e così inizia il percorso con Jack, per farlo diventare come loro.

Ma del resto, più sofisticato è il gioco, più sofisticato è l’avversario, il cammino non è facile, Jack deve evolvere la sua mente, e deve anche liberarsi della sua avidità per il denaro, che lo rende schiavo, quindi dal momento in cui lo prendono sotto la loro protezione gli tolgono tutto ciò che possiede.

Ricordate però qual è la prima regola degli affari: proteggi il tuo investimento, e nel suo persorso i due lo aiutano costantemente contro il resto del mondo, come già detto sopra nel caso dell’elemento nel sangue, della sparatoria e dell’incidente, come se stesse giocando una partita a scacchi, il cui avversario è Macha e il mondo esterno, ma per vincere la partita deve diventare lui l’avversario.

Tuttavia una guerra non si può evitare, può solo essere rimandata, a vantaggio del tuo nemico, e qui è emblematica la scena in cui Jack va a casa di Dorothy Macha mentre dorme, ma non lo uccide, gli fa credere di essere lui il nemico, gli fa credere di essere l’avversario, facendo la parte della vittima, e donando anche soldi a suo nome.

Tutto ciò è reso possibile da Zack e Avi, che, come scritto sopra, hanno quasi un’aura soprannaturale, sono due individui fuori dal comune; sembra che ogni essere umano abbia paura del signor Gold, e loro due si dice gli abbiano “pestato i piedi”, senza subire alcuna conseguenza…la spiegazione è semplice, il signor Gold altri non è che Jack Green, rappresenta il Male che è in lui.

In realtà controllano tutto Zack e Avi, il nostro protagonista è inconsapevolmente dietro tutto, non può saperlo, loro non glie lo permettono, perchè lo stanno aiutando, lo si capisce anche dalle persone a cui prestano i suoi soldi, persone disperate che non potranno mai restituire la somma, ma che, inspiegabilmente, non subiscono alcuna conseguenza per questo; tutto per farlo proseguire nel suo persorso, poichè deve liberarsi dal Male che è in lui: il nemico si nasconde dove meno te lo aspetti.

Così alla fine di tutto, tra enigmatiche donne al servizio del signor Gold (in realtà, come detto sopra, dietro Zack e Avi), mafia orientale (che, piano piano, soccombe per intero), sadici scagnozzi uccisi da un abile cecchino (Sorter) in un percorso di redenzione (ucciso poi anche lui), rimane Jack Green che, terminato il suo percorso, va da Dorothy Macha, il quale ha rapito la figlia di suo fratello, ma tutto è già stato scritto: Macha è la vittima, e, mentre il suo avversario lo guarda, si punta la pistola alla tempia, e spara: SCACCO MATTO

EDOARDO ROMANELLA



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