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Ricavi Virtuali

Da Pedroelrey

L’ottimo lavoro svolto da Massimo Russo relativamente ai possibili ricavi del Post ha richiamato immediatamente la mia memoria all’intervista che Arianna Huffington, co -fondatrice del famoso giornale on line statunitense al quale il quotidiano fondato da Sofri si ispira a partire dal nome, ha rilasciato a fine luglio a Newsweek.

Nell’ articolo la Huffington, rispondendo alle domande del suo collega del celebre settimanale economico, dopo aver effettuato un interessante excursus sul futuro del giornalismo e lo scenario [anche pubblicitario] digitale, rivela i numeri del quotidiano da lei diretto.

Secondo quanto dichiarato, il 2010 sarebbe finalmente l’anno, a cinque anni dal lancio, con ricavi positivi per la testata statunitense. In particolare emerge che l’Huffington Post è stato visitato da 24,3 milioni di utenti unici nel giugno 2010 e che la previsione di chiusura per quest’anno dovrebbe assestarsi intorno ai 30 milioni di dollari di ricavi. Se non vado errato significa orientativamente un dollaro all’anno di ricavi per ciascun lettore.

Come osserva Zambardino, pare davvero che le iniziative editoriali on line non mainstream facciano davvero fatica a trovare uno modello sostenibile dovendo lottare, tra l’altro, con un considerevole vantaggio dei brand che nascono dall’off line.

Seppure sia difficile, ed erroneo, trarre delle conclusioni generalizzate, personalmente ritengo che nel nostro paese le prospettive di successo, in chiave economica, a breve-medio termine siano davvero ridotte anche per i main players.

La ricerca di una Arianna Huffington italiana passa attraverso numeri e percorsi che sono davvero a lontani dal venire. I ricavi sono ancora virtuali.

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