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Ricchezza o debito? Questo è il problema…

Creato il 29 marzo 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Ricchezza o debito? Questo è il problema…Qualche economista sorriderà leggendo questo post. Forse non finirà di leggerlo pensando che sono andato fuori di testa. Sicuramente sono fuori di testa, ma non comprendo come si possa essere passati da un modello economico basato sulla produzione di ricchezza ad un modello economico fondato sulla produzione di debito.

Adam Smith scrisse “La ricchezza delle nazioni” e quello, almeno così dicono, fu il primo libro di economia. Capitale, terra e lavoro (risorse umane) erano considerate la ricchezza di una nazione…

Di anno in anno, a fronte del moltiplicarsi di Istituti internazionali e del nascere del mercato unico e dell’integrazione economico finanziaria globale, l’unico prodotto di questo modello economico in divenire mi sembra “il debito”.

Quando si stampa denaro si produce debito. Quel debito, a sua volta, produce interessi che sono altro debito che deve essere ripagato. Con questo processo, il debito diventa infinito, poichè tutto il denaro presente in un dato tempo, non sarà mai sufficiente per ripagarlo. Se l’economia non cresce, non solo la ricchezza reale non raggiungerà mai il debito, ma non riuscirà nemmeno ad inseguirlo. Il cane girerà attorno alla coda senza nemmeno arrivare a mordersela.

Anche quando intervengono il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, la situazione non diventa più rosea. Poiché le Nazioni in difficoltà, prima vengono finanziate, sempre con debiti che maturano interessi. Poi vengono sottoposte a “misure di austerità” che quasi sempre riguardano un crollo dei sistemi di welfare, uno smantellamento del diritto del lavoro, una riduzione dei salari e, in molti casi, una svendita delle proprie ricchezze. Faccio fatica a pensare che queste azioni possano essere classificate come “politica di sviluppo economico e sociale”.

A questo scenario, che di economico ha poco, si aggiunge una perversione di sistema la vendita del debito attraverso i derivati. Il debito viene preso, spacchettato, venduto, ceduto. Ci si scommette anche sopra. Tutto ciò non ha nulla a che fare con l’economia reale.

Tuttavia, sapendo che questo debito non è agganciato a ciascun valore economico reale, non sarebbe sufficiente ignorarlo per venirne fuori?

In passato, per conquistare una nazione, era sufficiente dichiarargli guerra. Oggi è sufficiente finanziarla, farla indebitare e poi acquistarla a pacchetti.

Forse è ora di organizzarsi per rivendicare il diritto di essere ciò che siamo “esseri umani” e non “servi” dell’imperatore “debito”.


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