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Riforma pensioni. Quelli che, di sinistra, festeggiavano le dimissioni di Berlusconi ed esaltavano Monti

Creato il 01 dicembre 2011 da Iljester

Riforma pensioni. Quelli che, di sinistra, festeggiavano le dimissioni di Berlusconi ed esaltavano Monti

Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa se la situazione non fosse così drammatica da richiedere misure urgenti. Ma comunque si ride. E si ride non tanto perché il Governo del bocconiano intende mettere mano alle pensioni della gente comune, ma perché intende farlo senza consultare la Triplice (CGIL, CILS e UIL). In altre parole, senza che i sindacastri possano mettere becco nella norma che dovrà ridimensionare il sistema previdenziale.
Per carità. Non mi pronuncio nel merito, anche perché ancora non è ben chiaro quale sarà la portata di questa “riforma”. Unico dato certo è che si dovrà lavorare per più di quarant’anni per poter avere una pensione. Roba davvero triste, se pensiamo che oggi ci sono tantissimi trentenni che ancora non hanno iniziato a lavorare e non hanno alcun contributo pagato. Di fatto – ci si chiede – questi giovani quando andranno in pensione? Credo mai, oppure qualche giorno prima di entrare in una bara.
Ma si ride. E si ride perché ricordo cosa accadde qualche settimana fa quando Berlusconi si dimise. Fiumi di champagne, festeggiamenti in piazza, fuochi d’artificio, Bersani che esultava, la Bindi che rideva, i popoli viola che facevano i caroselli degni della vittoria Mondiale del 1982. Insomma, sembrava che i sinistri d’Italia fossero tutti morti e arrivati nel loro paradiso ideale. Ma era chiaramente la felicità dello stolto, di chi – pecora di un sistema di informazione condizionato dai poteri forti – davvero credeva che Berlusconi fosse il peggio e il resto il meglio. Non accorgendosi che, per quanto criticabile, il Cavaliere era ed è un politico espressione della volontà elettorale del popolo italiano, mentre Monti è figlio di un sistema che sfugge al consenso popolare. E proprio perché sfugge alla logica del consenso, può permettersi il lusso di adottare misure impopolari, malgrado necessarie sotto diversi punti di vista.
Si sa però che i sinistri – benché amino dirlo di chi vota a destra – ragionano con la pancia e non con il cervello. Il quale è solo un optional che pensano (erratamente e seriamente) di possedere, e solo perché questo è quello che han fatto creder loro Togliatti e Gramsci. E guardateli ora. Fregati. Fregati, e con loro fregati pure noi che non volevamo Monti e il suo seguito di professori-banchieri sostenuti da tutti tranne che dal popolo. Perché forse, noi di destra, conosciamo meglio i meccanismi della politica italiana. Del resto, il centrodestra nasce proprio per opporsi al sistema che ha fiaccato per sessant’anni - tra presunzioni sessantottine e arroganza cattocomunista – il nostro paese, rendendolo quello che è: un paese riccamente povero. Persino il leghismo non sarebbe mai nato, se nei decenni precedenti, la politica italiana avesse fatto il suo dovere e se soprattutto anziché criminalizzare la destra per via del ventennio fascista, l’avesse valorizzata e resa pienamente partecipe della vita nazionale.
E invece niente. Dunque non si lamentino ora se a decidere per noi, e senza uno straccio di responsabilità politica, ci si mettono i grembiulini, i poteri forti, i professori, i banchieri, Topolino, Paperino, gli ET e chissà chi altro. Non si lamentino e stiano zitti e muti come pesci. Purtroppo paghiamo oggi gli errori dei cattocomunisti che ci hanno preceduto (imbevuti delle stoltezze del ‘68 e dei miti della resistenza), i quali hanno mangiato e bevuto a quattro ganasce, ipotecando il nostro futuro e quello dei nostri figli (ammesso che si riesca ad averne oggi). «Chissenefrega?» pare di sentirli dire. «Tanto non saremo noi a pagare, ma chi verrà dopo di noi.» Ebbene, hanno avuto ragione. Stanno pagando le nuove generazioni, che non vedranno una pensione come Dio comanda, perché questa pensione se la sono mangiata i privilegiati del sistema, compresi i sindacati che oggi si lagnano perché il Governo non intende consultarli. E perché dovrebbe? Tanto, chi siede a Palazzo Chigi, diversamente dal vituperato Berlusconi, mica ha l’ansia del consenso!

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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