Ci sarebbe da sbellicarsi dalle risa se la situazione non fosse così drammatica da richiedere misure urgenti. Ma comunque si ride. E si ride non tanto perché il Governo del bocconiano intende mettere mano alle pensioni della gente comune, ma perché intende farlo senza consultare la Triplice (CGIL, CILS e UIL). In altre parole, senza che i sindacastri possano mettere becco nella norma che dovrà ridimensionare il sistema previdenziale.
Per carità. Non mi pronuncio nel merito, anche perché ancora non è ben chiaro quale sarà la portata di questa “riforma”. Unico dato certo è che si dovrà lavorare per più di quarant’anni per poter avere una pensione. Roba davvero triste, se pensiamo che oggi ci sono tantissimi trentenni che ancora non hanno iniziato a lavorare e non hanno alcun contributo pagato. Di fatto – ci si chiede – questi giovani quando andranno in pensione? Credo mai, oppure qualche giorno prima di entrare in una bara.
Ma si ride. E si ride perché ricordo cosa accadde qualche settimana fa quando Berlusconi si dimise. Fiumi di champagne, festeggiamenti in piazza, fuochi d’artificio, Bersani che esultava, la Bindi che rideva, i popoli viola che facevano i caroselli degni della vittoria Mondiale del 1982. Insomma, sembrava che i sinistri d’Italia fossero tutti morti e arrivati nel loro paradiso ideale. Ma era chiaramente la felicità dello stolto, di chi – pecora di un sistema di informazione condizionato dai poteri forti – davvero credeva che Berlusconi fosse il peggio e il resto il meglio. Non accorgendosi che, per quanto criticabile, il Cavaliere era ed è un politico espressione della volontà elettorale del popolo italiano, mentre Monti è figlio di un sistema che sfugge al consenso popolare. E proprio perché sfugge alla logica del consenso, può permettersi il lusso di adottare misure impopolari, malgrado necessarie sotto diversi punti di vista.
Si sa però che i sinistri – benché amino dirlo di chi vota a destra – ragionano con la pancia e non con il cervello. Il quale è solo un optional che pensano (erratamente e seriamente) di possedere, e solo perché questo è quello che han fatto creder loro Togliatti e Gramsci. E guardateli ora. Fregati. Fregati, e con loro fregati pure noi che non volevamo Monti e il suo seguito di professori-banchieri sostenuti da tutti tranne che dal popolo. Perché forse, noi di destra, conosciamo meglio i meccanismi della politica italiana. Del resto, il centrodestra nasce proprio per opporsi al sistema che ha fiaccato per sessant’anni - tra presunzioni sessantottine e arroganza cattocomunista – il nostro paese, rendendolo quello che è: un paese riccamente povero. Persino il leghismo non sarebbe mai nato, se nei decenni precedenti, la politica italiana avesse fatto il suo dovere e se soprattutto anziché criminalizzare la destra per via del ventennio fascista, l’avesse valorizzata e resa pienamente partecipe della vita nazionale.
E invece niente. Dunque non si lamentino ora se a decidere per noi, e senza uno straccio di responsabilità politica, ci si mettono i grembiulini, i poteri forti, i professori, i banchieri, Topolino, Paperino, gli ET e chissà chi altro. Non si lamentino e stiano zitti e muti come pesci. Purtroppo paghiamo oggi gli errori dei cattocomunisti che ci hanno preceduto (imbevuti delle stoltezze del ‘68 e dei miti della resistenza), i quali hanno mangiato e bevuto a quattro ganasce, ipotecando il nostro futuro e quello dei nostri figli (ammesso che si riesca ad averne oggi). «Chissenefrega?» pare di sentirli dire. «Tanto non saremo noi a pagare, ma chi verrà dopo di noi.» Ebbene, hanno avuto ragione. Stanno pagando le nuove generazioni, che non vedranno una pensione come Dio comanda, perché questa pensione se la sono mangiata i privilegiati del sistema, compresi i sindacati che oggi si lagnano perché il Governo non intende consultarli. E perché dovrebbe? Tanto, chi siede a Palazzo Chigi, diversamente dal vituperato Berlusconi, mica ha l’ansia del consenso!
di Martino © 2011 Il Jester