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Rio, volare per amore

Creato il 22 aprile 2011 da Spaceoddity
Dimenticate Jonathan Livingston e le ragioni per volare, le ragioni naturali e le ragioni etiche dell'essere ciò che si è. Capita che un pappagallo, Blu (senza fare nomi), non sappia volare. E che sia, per di più, così viziato, da non avvertirne il bisogno, lassù, nelle fredde regioni nordamericane.
Rio, volare per amoreCerto, Blu ha un cuore d'oro, o non sarebbe il protagonista di un lungometraggio in 3D destinato a bimbi e famiglie. Ma questo cuore non è disponibile a farsi ingabbiare dall'amore, così che non sarà facile farlo riprodurre con l'amazzone Gioiel, nel tentativo di salvare la specie. Rio, prevedibile nella trama finché si vuole, è un allegro concentrato di speranza e tenerezza: positivo, molto divertente, educatissimo senza essere stucchevole, per le punte di saggio buon senso che stemperano eventuali retrogusti dolciastri.
Il 3D elaborato da Carlos Saldanha (già noto al grande pubblico per la regia de L'era glaciale 2 e 3) è gradevole, non invadente, scherzoso. Sempre funzionale alla storia e alla bellezza, la tecnologia consente di apprezzare e amare Rio de Janeiro dall'alto, non solo per le sue effimere meraviglie, bensì per lo straordinario panorama naturale e l'allegria contagiosa che ne traspare.
I personaggi sono disegnati senza eccessivo scrupolo anatomico: in certi momenti, sembrano appena abbozzati o semplificati a danno di una qualsiasi froma di realismo; stesso dicasi per i colori, che da lontano riproducono l'effetto della pittura a olio e delicatezze impressioniste, per mostrarsi sgargianti e inconfondibili nei primi piani. Sono caricature di caratteri, non di persone, e giovano anche quando eccessive.
La dimensione festaiola della parata del carnevale, oltre a essere la misura perfetta per questo cangiante gioco di prospettive cromatiche e morfologiche di uccelli e umani, è senz'altro la sequenza più bella ed emozionante di un film che si ama e che non ci si stancherebbe mai di guardare!

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