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Rischio globale delle risorse idriche

Creato il 06 ottobre 2010 da Zonwu
La situazione delle acque dolci mondiali sembra non essere la migliore. Anzi, pare aprirsi uno scenario preoccupante sul fronte degli ecosistemi fluviali e dell'approvigionamento di acqua potabile: circa l'80% della popolazione mondiale rischia di non avere sufficiente acqua per attività come agricoltura, allevamento e industria, e due terzi degli ecosistemi fluviali sono vedono minacciata la loro biodiversità a causa degli interventi umani.
Questi sono i risultati della ricerca pubblicata di recente su Nature, che mostra come fiumi, laghi, paludi, e tutta la vita che dipende da questi ecosistemi, siano a rischio in ogni parte del mondo per via della continua pressione esercitata dall'essere umano, che sfrutta l'acqua per ogni genere di attività. "Noi, come società globale, ci prendiamo scarsa cura delle risorse idriche" dice Peter McIntyre, zoologo dell' Università del Wisconsin e co-autore della ricerca.
"Vediamo molti fiumi in diverse parti del mondo muoversi verso una crisi" afferma un altro autore della ricerca, Charles Vörösmarty. "Ovunque ci sia una densità sostanziale di persone, ovunque ci sia agricoltura, e ovunque ci sia intensa industrializzazione, troviamo dei problemi. Ci insediamo in posti pericolosi, come delta di fiumi o pianure alluvionali". E per sopravvivere in queste località "abbiamo bisogno di accorgimenti e attenzione costanti in termini di ingegneria".
acqua fiumi
acqua riserve
Qui vediamo due mappe: la prima (BD Threat) indica il livello di rischio per la biodiversità fluviale; la seconda invece mostra le regioni che rischiano una diminuzione sensibile nell' approvigionamento idrico. La colorazione va da blu (rischio scarso o nullo) a arancio (elevato fattore di rischio).
Uno dei fattori di stress principali per le acque dolci mondiali sono le necessità agricole. "Molti corsi d'acqua perenni sono ora secchi per la maggior parte dell'anno, per via del fatto che sono stati sepolti o modellati per i nostri scopi" scrive Margaret Palmer, biologa dell' Università del Maryland. Dighe, riserve, canali di irrigazione, argini; tutto questo modifica il corso naturale dei nostri fiumi e laghi, e contribuisce ad impoverirne gli ecosistemi e a modificare la distribuzione di acqua.
Si può fare qualcosa? Si può iniziare con il modificare il nostro approccio nei confronti delle riserve mondiali di acqua dolce. Occorrerebbe, ad esempio, lasciare più spazio ai fiumi, consentendo loro di scavarsi un percorso in modo più naturale, non costringendoli in argini e lasciandoli liberi di fuoriuscire nei campi adiacenti che fungerebbero da "ammortizzatori", mitigando gli effetti di un'esondazione.
Una tecnica del genere è già stata impiegata con successo con il Mississipi. Altre metodologie invece, come quella utilizzata per preservare la riserva idrica di New York, prevedono di conservare le foreste che riforniscono le riserve idriche della Grande Mela. Il risultato è acqua più pulita e risparmio: "New York ha risparmiato miliardi di dollari" dice Vörösmarty.
80 Percent of Global Water Supplies at Risk

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