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RITORNO AL LAVORO ...Posa Costantino

Da Posacostantino

RITORNO AL LAVORO ...Posa CostantinoLa famiglia ed una sorte favorevole mi hanno dato dopo vari tentativi di rilancio e di conquista, la possibilità di un rientro in una realtà lavorativa che poi è risultata essere se pur con alti e bassi, con periodi d’oro e periodi profondamente neri, quella che ha condizionato e sostenuto l’intera mia esistenza. Così è stato per ancora trentaquattro anni. L’impiego delle mie energie fisiche e intellettuali nell’esercizio di una attività produttrice di beni per trarne i mezzi necessari per il sostentamento vitale di tutti gli appartenenti alla mia famiglia. Di questo lungo periodo probabilmente ne parlerò più in avanti, se ne avrò voglia, poiché tanti sono stati gli episodi e tanti i personaggi che hanno caratterizzato in modo diverso l’evolversi di alcune problematiche, talvolta anche sociali. Per sdrammatizzare quanto lascio intendere, da questo mio approccio a temi fatti di equilibri e spesso di coesistenza conflittuale concernenti l’ambiente di lavoro, mi preme rispolverare alcuni aneddoti aziendali, caratterizzati da alcune figure alcune volte eccentriche, altre umoristiche e taluni direi quasi insopportabili:
                                                                         
RITORNO AL LAVORO ...Posa Costantino
Raffaele“, un vecchio collega, viene da me un giorno e dice:”oggi mi fa male il menisco”. Io lo guardo e mi accorgo che si tocca la spalla, indicandomi il punto del suo malessere fisico. Lo so, niente di particolare. Solo che l’amico Raffaele essendo tesserato al partito comunista ed essendo anche praticante ed attivo in seno a tale partito, ha acquisito nel tempo una dialettica superiore al suo stesso grado intellettuale, tanto che per anni, giorno dopo giorno, non faceva altro che parlare di tutte le tematiche sociali inerenti al nostro paese. Ogni mattina, prima dell’inizio del lavoro, c’era sempre un suo dibattito politico. Consigli per tutti. Un telegiornale portatile ed adattabile ad ogni occasione. Fino a quando un mattino si presenta in azienda con aria triste. Era evidente che gli era successo qualcosa. Gli chiedo:”che ti è successo?, perché sei così triste?“ E lui con un fare molle e con una voce inusuale per quello che era stato il personaggio fino a quel giorno. Mi confida che era morto il suo cane: ”sai, la notte lo tengo legato nel cortile e forse per correre dietro ad altri cani o gatti ha scavalcato il muretto ed è rimasto appeso alla corda, poiché di là del muro è più profondo, l’ho trovato stamani,  praticamente impiccato”. Per consolarlo, lo toccai sulla spalla dicendogli: “sono cose che capitano. Devi accettare il triste evento, però devi sapere che probabilmente se lo ha fatto è, perché anche lui era stanco di sentirti parlare sempre di Berlinguer, di bandiera rossa e di falce e martello“. Scoppiamo a ridere. Certo non potevo ridargli lo sfortunato tesserato, ma almeno lo riportai ad accettare l’accaduto. 

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