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Rivolta dei Forconi a Genova: ecco chi ha bloccato le stazioni

Creato il 10 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Rivolta dei forconi a Genova. Come a Torino. Un'ora e mezza di ritardo che diventano due, tre e poi soppressione. Ma chi c'è sui binari? Rivolta dei forconi a Genova. Come a Torino. E forse peggio.
Treni soppressi, copertoni sui binari, bottiglie di birra e un piccolo materasso. Un’ora e mezza di ritardo che diventano due, tre e poi soppressione.
Un uomo in mezzo ai binari, tra il binario 1 e 2 di Genova Brignole, che urla orgogliosamente di essere lì “dalle quattro di questa mattina”. Parla della Germania, della “vita che costa meno”, alternando italiano e dialetto. Si agita, grida, gesticola. Qualcuno dalla folla gli chiede “Quanto costano le acciughe in Germania?”. E lo spettacolo ricomincia.
Sono qualche decina, soprattutto giovani, dei ragazzi che saranno sotto i trent’anni. Qualcuno è più “anziano”, trenta, forse quarant’anni.
Cori da stadio, qualche fumogeno e toni aggressivi.
I treni sono bloccati fino a quando i manifestanti non escono dalla stazione, quasi alle cinque di pomeriggio, al grido di “Ci scusiamo per il disagio”. E che disagio: quasi 70 sono stati i treni soppressi nella giornata.
Moltissimi i viaggiatori fermi nell’atrio della stazione e lungo i binari, alcuni con bambini al seguito. Numerosi i bus bloccati lungo Corso Buenos Aires da un camion messo di traverso.
Anziani così come uomini e donne di ritorno o che si muovevano verso il luogo di lavoro, la propria abitazione o il supermercato.
“Facce da far accapponare la pelle” commenta una ragazza che ha atteso inutilmente il treno per un’ora e mezza, prima di andarsene “Scrollano anche le macchine che passano”.
Tutte le timide reazioni di protesta dei viaggiatori sono state soffocate da urla e movimenti repentini di giubbotti di pelle, jeans e bottiglie di birra.
Sul piazzale della stazione è tutto un susseguirsi di telefoni cellulari.
“Mamma tranquilla, farò solo un po’ di ritardo”, “Tutti i pullman sono bloccati, ma forse adesso se ne vanno”.

Rivolta dei forconi a Genova. Come a Torino. Un'ora e mezza di ritardo che diventano due, tre e poi soppressione. Ma chi c'è sui binari?

“Qui non si muove nessuno, fate una colletta e prendete un taxi” dice un manifestante a una ragazza che chiedeva spiegazioni.
Grandi disagi per chi voleva muoversi in tutta Genova. L’umore dei cittadini non è dei migliori: i commenti sulla manifestazione sono negativi, soprattutto quando si scopre che anche l’autostrada non è agibile.
Alla fine il gruppetto, qualcuno con il cappuccio alzato, è uscito dalla stazione, lasciandosi alle spalle una scia di treni soppressi e parecchio fastidio, mentre uno di loro, con un tricolore in mano urlava “Che cazzo [sic.] vi lamentate! Lamentatevi con il Governo!”

Nessun rimando alla rivolta dei forconi, solo invettive verso i politici e la casta.


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