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Roberto Saporito: Anche i lupi mannari fanno surf (Remix)

Creato il 03 dicembre 2010 da Fabriziofb

«Il furgone rosso, un Bedford mezzo arrugginito, è parcheggiato lungo il marciapiede, tra una Mercedes nera e una Golf verde. Tu sei al posto di guida, vestito completamente di nero, occhiali scuri avvolgenti, i Sex Pistols dal riproduttore di cassette cantano Anarchy in the U.K.

Nel retro del furgone Marco e Andrea vestiti di nero impugnano dei corti fucili a pompa, e indossano queste maschere di plastica molle raffiguranti lupi mannari». (1)

Tu, Marco e Andrea. Ex compagni d’università e ormai, rispettivamente, bibliotecario precario, ingegnere nucleare impiegato come istruttore di nuoto e professore disoccupato; niente di più lontano dalle aspettative di un tempo, no? Per fortuna, ad attendervi sul letto della vostra camera d’albergo c’è una montagna di contanti sottratti alla malavita organizzata. Ma, quando si prendono certe decisioni, la fuga e persino l’espatrio rischiano di rivelarsi soluzioni insufficienti…

Interamente narrato al presente, in regime di focalizzazione esterna(2), e con l’inusuale scelta della seconda persona singolare -che, se da un lato testimonia l’universalità della precaria condizione esistenziale dell’innominato (e dunque ancor più “universale”) protagonista, dall’altro si rivolge direttamente al lettore, trasportandolo al centro del mondo diegetico-, “Anche i lupi mannari fanno surf”, romanzo di Roberto Saporito originariamente pubblicato da Robin edizioni nella collezione “I libri neri” e riproposto oggi -in una versione leggermente rivista- da “Senzapatria” all’interno della collana “On the road”(3), si serve di una voce “americana” (4) per raccontare una storia hard-boiled citazionista in maniera deliberata, compiaciuta, non sempre imprevedibile ma certamente riuscita, ambientata, se non proprio in epoca contemporanea (la conta del “bottino” è ancora espressa in lire), pur sempre in un mondo nel quale la precarietà si trova ad essere una condizione esistenziale diffusa (alla quale è lecito tentare di sottrarsi, magari anche con un gesto estremo) e non il semplice esito di una malaugurata congiuntura, di una somma di condizioni accidentali.

(1) Roberto Saporito, “Anche i lupi mannari fanno surf”, Senzapatria editore, Ascoli Piceno 2010, p. 9.

(2) Ma, d’altra parte, il mondo di “Anche i lupi mannari fanno surf” è luogo del manifestarsi di una serie di avvenimenti che, incontrollati, “accadono”, o tutt’al più lo scenario (tutt’altro che immobile) d’esercizio di una serie di decisioni “libere” nel senso tardo-adolescenziale di “poco riflesse”, e stando così le cose, la focalizzazione esterna, che mostra l’azione senza spiegarne i (deboli) moventi -una sorta di beahviourismo manchettiano trasportato a forza, ma con ottimi risultati, in ambito post-tarantiniano- si rivela scelta “efficace” e non solo “comoda”.

(3) Il progetto editoriale alla base della neonata collana prevede la pubblicazione di racconti inediti o non più reperibili in volumi di piccolo formato (10×17 cm), in distribuzione nelle stazioni ferroviarie e degli autobus, negli aeroporti, nelle metropolitane, nei luoghi di villeggiatura (informazioni e catalogo su http://senzapatriaeditore.it/?page_id=241).

(4) Non a caso, nella segnalazione “letteraria” della segnalazione delle stanze, al “te” che, pur formalmente “narratario” e non “narratore”, si presume debba influenzare la voce stessa del racconto, spetta l’americanissimo J.D. Salinger… E, non trattandosi di una traduzione, gli apparenti “calchi” dall’inglese, non possono che essere letti come indicatori geografico-culturali.


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