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Salone, vendite di libri in calo. sara' digitale la nuova "primavera"?

Creato il 12 maggio 2012 da Afrodite
Ha un nome che vuole significare speranza il Salone del Libro di quest'anno, che si intitola "Primavera digitale".
Ma la sensazione è piuttosto quella di un mare in ebollizione, dove si agitano sentimenti contrastanti e paure per un domani che non si conosce ancora e un presente all'insegna della crisi.
Calano vistosamente le vendite dell'editoria cartacea - meno 3,5 % nel 2011, ma va peggio il 2012 con un -11,8% nel periodo gennaio/marzo - mentre l'editoria digitale si attesta per ora intorno all'1%.
Un dato che preoccupa non poco gli editori.
"I numeri dicono tutto - è stato il commento del Presidente dell'Aie, Marco Polillo - Il -12% del primo trimestre è un dato molto pesante, anche se abbiamo delle prime indicazioni secondo cui il mese di aprile sarebbe in ripresa. Occorre cercare in fretta delle soluzioni...".
Per la verità qualche editore era già corso ai ripari.
La Feltrinelli è stata la prima grande Casa Editrice a dotarsi di un sito di selfpublishing (http://ilmiolibro.kataweb.it/) e a breve anche Mondadori lancerà una piattaforma per l'autopubblicazione.
Ma a far tremare gli editori è Amazon, il colosso delle vendite online, considerato il nemico numero uno, il primo e per ora unico vero "imperialista" che avrebbe colonizzato il mondo del libro e non solo.
La vera sfida è come far coesistere la carta con il digitale, senza che l'uno cannibalizzi l'altra.
Anche se in realtà le statistiche ci dicono che i lettori digitali sono anche forti consumatori di testi su carta.
Ma c'è chi vede dietro questo apparente contrasto una guerra più profonda tra due diverse culture, quella di origine anglosassone e l'europea. La prima più versata nel consumismo veloce, la seconda più portata a un approccio lento e riflessivo.
E c'è anche un dato curioso che contrappone, all'interno di questa lotta, il genere maschile e quello femminile.
Secondo una ricerca dell'Università Bicocca di Milano il lettore digitale è prevalentemente maschio (61,5%), oltre che di età giovane, ma non giovanissima, e con un alto tasso di istruzione.
Insomma, la sfida è lanciata e gli attori e i fattori in campo sono numerosi.
Forse più che crogiolarsi nella paura converrebbe affrontarla a viso aperto.
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