I Monologhi di Sana – Rubrica
“My life has been a nightmare
My soul is fractured to the bone
And if I must be lonely, I think I’d rather be alone
I think I’d rather be alone
You can not save me
You can’t even save yourself
I can not save you
I can’t even save myself
Save yourself
So just save yourself”
(Save yourself – Stabbing Westward)
Bianca maschera,
carica di innocenza e ingenuità.
Lascio andare la ragazzina
che nella notte
ha pianto tutto il suo male.
Il chiaro di luna illumina
qualcuno che non riconosceresti,
qualcuno che
non riconoscerai.
E se mi chiederai: “sei sempre tu?”
Risponderò di si.
Conosci già, tutti i miei sogni,
tutte le mie lacrime.
Conosci già tutti i miei sorrisi,
anche quelli delle mattine arrivate troppo presto.
Ma stavolta, stavolta…
Reinventarmi
ancora,
iniziare un nuovo capitolo;
quello che non lascia spazio
alle lacrime.
Caricare di significato le parole
non ha
nessun senso.
Mi armo fino ai denti
di malizia ed empietà.
È il mio modo per sopravvivere
a questo oceano di emozioni
maledette
che mi hanno svuotato il cuore;
di paranoie che costringono la mente a loop infiniti.
Stavolta no,
non ti aspetto,
non tendo la mano.
Stavolta
mi salvo da sola.
E forse non sarò esattamente
quello che ti saresti aspettato
ma non ho nessuno rimpianto.
Smetto di cercare una soluzione per
ricomporre le dicotomie
che mi appartengono.
Schegge di me,
è tutto ciò che resta
sul piatto
di questa inutile bilancia.