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Saro' una vipera sarò

Creato il 25 aprile 2011 da Patriziacaffiero

tutto vedi

Un cacciatore di fantasmi alla cinquantesima missione non perdera' tuttavia la sua prudente paura, il disagio di avvicinare il Passaggio. Non raggiungera' mai la freddezza.
Che classe. Che completezza di intenti.
Sbattere di tacchi, ole'.

Per continuare a vivere senza perdere neppure un battito dell'ordinaria passione - la griffe della mia anima- devo impastare il mondo in continuazione.

Ogni raduno blando mi gela.
Appoggiata alla vecchia Italia una lastra di vetro tiene pressato il detonatore dei sentimenti.
Nevrotici andamenti lenti.
Tutto tra-tte-nu-to.

Imperativo.
Fare i buchi nel formaggio come i topastri. Non appagarsi di sorrisi riscaldati. Accendere le miccie invisibili coprendosi i timpani.
Amen.
Ballare da soli.

Voci lontane tentano di accorciare la vita. Antidoto: ridere, ridere, ridere.

E cantare. L'altra sera prima di precipitare, pensavo a mia sorella Daniela, a quando discutiamo sull'idiosincrasia per la vita di coppia che nutriamo come una pianta rampicante.

sogno e son desto

Ma come facciamo a smettere di bere dalle griglie di una maratona aperta a tutto?
Spade di incontri, nuove persone da decriptare.

Dare da mangiare agli instabili, aprire i cassetti, lucidare le chiavi, ecco l'esercizio noootevole del risparmiare le gocce dell'amore.

L'enigma della noia delle relazioni; l'uno sopporta l'altro desiderando tutto tranne la compagna o il compagno, per sottrazione.

Non potrei diventare la figurina di un puzzle meschino, se sospiro per ogni filo d'erba che incontro.
Non mi annoiera' mai la forza di mia madre.
Sono innamorata dei miei amici, dei palazzi, dell'acqua.
Non potrei andare a formare la mezzaluna di un incontro che fa presto a sbiadirsi, a sfiancarsi.

noia

Prima del decollo allacciare bene le trecce.
La grazia la prenderò da dentro le mie costole.

Io avevo bisogno tuo sguardo, ti ripetevo nel countdown dell'abbrivio.

Io sono docile son rispettosa, sono obbediente, dolce e amorosa...

Ne vorrei ancora, gardenia, non lo saprai da me.
Raccolgo le bisacce e torno su.
Avevi qualcosa nelle pupille che mi guariva.

ma se mi toccano dov'e' il mio debole

Conservo i tuoi occhi in uno dei miei scrigni.
Galleggiano già nell'acquario come ricordi.


Il video

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