Magazine Diario personale

Scherzavano

Da Romina @CodicediHodgkin

La mia giornata ha preso una piega a metà tra il furioso e il frustrato già alle 8:00. Accendo il telefono e trovo il messaggio della mia amica che si augura che il mio intervento (che era in programma per domani) non sia finito nel tritacarne dello sciopero della sanità previsto per domani. Niente interventi programmati, mi dice, solo urgenze.

Mentre, incredula, leggo questo messaggio, ricevo una chiamata da parte dell’ospedale: niente ricovero. Pare che nelle ultime 24 ore (io sono stata avvisata del ricovero in programma per oggi solo ieri mattina) siano arrivate tante di quelle urgenze da costringerli a rimandare tutto. Allora, io non sono esattamente l’ultima delle sceme. Ci vado vicina ma non lo sono. Chiedo se per caso questo rinvio ha a che fare con lo sciopero. Silenzio. No, no, per carità. Sono proprio le urgenze che li costringono a rimandare. Certo. Come no. E io sono la fatina dei denti.

C’è un piccolo dettaglio che io ho omesso di raccontarvi. La mia preospedalizzazione è scaduta il 5 dicembre. In teoria, io entro quella data avrei dovuto essere operata. Se non che, la data si avvicina e io non ricevo notizie. Chiamo. Vengo a sapere che quasi certamente non sarei stata operata entro quella data. Faccio presente che per tenermi libera entro quella data io ho rinunciato ad una offerta di lavoro (ho dovuto specificare che entro la fine dell’anno mi sarei comunque dovuta assentare una settimana e non è che il mondo viva ai miei comodi) e mio marito ha ceduto la sua reperibilità ad un collega (e son soldini che non ci facevano schifo). Non solo: l’aver fatto scadere la preospedalizzazione significa dover spendere soldi degli scemi che pagano le tasse per ripetere analisi che erano appena state fatte, significa costringere me ad un giorno in più di ricovero con tutti i costi relativi ad un giorno in più. Aggiungi che ho una bambina piccola e nessuno che aiuta me e mio marito (non è vero ma lei non lo sa) e che lui dovrà prendersi dei giorni di ferie con preavviso pari a zero. “Signora, lo so e mi dispiace ma è così”.

Mi ero messa l’anima in pace, dando per scontato che prima della metà di gennaio non si sarebbe più parlato dell’intervento. Immaginate voi lo stupore quando ieri mattina ho ricevuto la chiamata per il ricovero. Maschio Alfa ha preso di corsa il resto della settimana di ferie. Ora farà la figura del peracottaro. Loro non se ne rendono conto perché evidentemente certi ambienti di lavoro  hanno dei margini di manovra che chi lavora nel privato (che pure di motivi per scioperare ne avrebbe ma non può permetterselo) non ha, ma il mondo – con tutto il rispetto dei motivi dello sciopero- ha delle problematiche che di solito coinvolgono capi che non sono particolarmente comprensivi…

Ah, in tutto questo, io ho dolore, eh…

E non mi venissero a dire che in 24 ore si è riempito il reparto di emergenze perché mi dispiace ma non ci credo. Non alla vigilia dello sciopero. E vi giuro che mi dà più fastidio la cazzata che raccontano che il fatto in sé. E lasciatemi dubitare anche del fatto che ieri, quando mi hanno chiamata per dirmi di presentarmi il giorno seguente, non sapevano già perfettamente che esito avrebbe avuto la questione.


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