Come i nostri lettori sanno bene, Roma fa Schifo, tra le sue mille proposte e tra i suoi mille spunti, è l'unica realtà d'opinione a Roma che si impegna ormai da anni ad aprire gli occhi alle persone sulla vera identità di quelli che vengono chiamati "movimenti" e che invece sono a nostro avviso autentiche organizzazioni a delinquere che tra una occupazione e un sit-in strumentalizzano il dolore, il disagio e la povertà per obbiettivi di potere, politici, economici.
Uno schifo che si presenta, in queste proporzioni, solo a Roma. Uno schifo che è oro per le amministrazioni che, grazie a questa finta emergenza, possono lucrare e darci sotto di corruzione. Uno schifo che mortifica chi si comporta bene ed esalta chi viola le regole spingendo sempre più persone verso l'illegalità. Uno schifo, ed è la cosa più grave, che non ha - o meglio non aveva - una narrazione contraria in città. Se c'è una occupazione, si tende a raccontarla come un gruppo di cittadini che hanno bisogno di casa e che sono stati sfortunati maltrattati dalla sorte e dallo stato, se la pensi diversamente sei un naziskin! Non ci si pone neppure il beneficio del dubbio: ma non è che sono semplici paraculi che non vogliono pagare l'affitto? Ma non è che chi organizza l'occupazione lucra in denaro o per lo meno in ricatto utilizzando poi il tetto come merce di scambio per il voto o per la presenza a manifestazioni? Ma non è che i locali abusivi interni alle occupazioni generano concorrenza sleale massacrando l'attività dei locali regolari dove si pagano affitti, utenze, dipendenti, contributi?Tutti dubbi, questi e mille altri, che Roma fa Schifo sta cercando di infilare nelle teste dei romani, anche in parte riuscendoci e contribuendo a modificare radicalmente il punto di vista, la chiave di lettura e la prospettiva con cui oggi si guardano questi fenomeni. Roma fa Schifo è l'unica realtà a Roma che ha dichiarato e ampiamente dimostrato l'autentica natura fascista dei movimenti a Roma.
Chi su questi fenomeni campa, tuttavia, si arrabbia. Ha trovato chi, per la prima volta da decenni, gli rompe le uova nel paniere generando un clima non favorevole. Ed è anche positivo che si arrabbi perché questo sottolinea l'efficacia della nostra azione di sensibilizzazione.
La loro arrabbiatura è tuttavia sempre anonima, nascosta, vigliacca, meschina. E' una costante. Difficile trovare gente con nome e cognome. L'ultima novità sono le inchieste inventate con l'unico scopo di gettare fango e discredito. Scritte con lo stile del giornalismo d'inchiesta da quattro soldi, ma con nessun contenuto. Pura macchina del fango (non una novità per questi fascisti che giocano a fare i rivoluzionari) realizzata anche in maniera decisamente approssimativa. Da una parte qualche intuizione buona, per rendere credibile il nulla, dall'altra la scelta, felice, di tirare Roma fa Schifo dentro lo scandalo Metro C mentre lo scandalo Metro C è in pieno corso (se ci fosse stato un altro scandalo in ballo, saremmo stati chiamati in ballo per quello in maniera totalmente intercambiabile).
L'ultima inchiesta la dovete assolutamente leggere. La trovate qui. L'assunto è che Roma fa Schifo lavora al servizio dell'Astaldi, una grossa società di costruzioni. Una serie di deduzioni e controdeduzioni portano il giornalista - ovviamente anonimo - a spiegare la vera natura di Roma fa Schifo: un blog che cerca di coprire lo scandalo della Metro C. Il presupposto iniziale è che Roma fa Schifo non abbia mai criticato la Metro C. Non che l'abbia appoggiata, bensì che non l'abbia mai criticata. Insomma secondo lorsignori Roma fa Schifo è così potente che non ha bisogno di sostenere un suo "cliente", gli basta non criticarlo. Siamo onorati...
Strano, tuttavia, visto che sono usciti tanti articoli durissimi contro questa infrastruttura (Qui, addirittura, a Febbraio scrivevamo che chi doveva fare le opere aveva "rubato" i soldi invece di farle. Indicando come responsabile il Consorzio Metro C, di cui Astaldi fa parte. Siamo proprio un strano ufficio stampa eh! Qui, a dicembre 2014, preistoria rispetto allo scandalo Metro C, introducevamo un articolo definendo 'giuste' le polemiche sui costi dell'opera. Ma come, non dovevamo coprire i costruttori?). Ma la cosa fantastica è che l'articolo in questione questi link non fa finta di ignorarli, li menziona eccome! Insomma linkano dei contributi che smontano totalmente il loro teorema, ma questo non importa. Nella macchina del fango e nel suo impeccabile funzionamento questo non importa perché nessuno cliccherà su quei link, nessuno approfondirà, nessuno si renderà conto che quegli stessi link contraddicono tutto il costrutto. Funziona così e DinamoPress lo sa alla perfezione.
Nel compilare l'inchiesta, insomma, anche gli anonimi estensori devono essersene resi conto. Hanno trovato tantissimi articoli di critica che smontavano l'assunto iniziale e allora hanno collocato questi articoli come elementi di una trattativa tra Astaldi e Comune. Insomma si dice che Roma fa Schifo non critica Metro C, poi si afferma che Metro C è stata più volte criticata ma questo è stato fatto esclusivamente per attaccare il Comune a vantaggio della società costruttrice. Magari per consentirle di chiedere altri soldi (ancora???). In realtà abbiamo scritto mille e cinquecento volte su Facebook, su web e su Twitter dell'esplosione dei costi, dello scandalo della corruzione e dei tanti difetti di questo progetto (progetto che consideriamo tuttavia da realizzare e importante per la città), dell'assurdità di saltare le fermate in centro, ma questo non importa nella logica della macchina del fango.
Un passaggio da geniale macchina del fango è quello in cui si fa parlare il capo dell'azienda Astaldi. Roma fa Schifo dice (lo diciamo da sempre) che occorrerebbe fare belle stazioni per riqualificare i quartieri. I giornalisti cosa fanno? Vanno a cercare una dichiarazione del capo di Astaldi che dica qualcosa di simile e utilizzano questo come prova dell'accordo tra due realtà. Con questo modo di procedere si potrebbe dimostrare che tu, che leggi ora questo articolo, sei un pedofilo, un evasore, uno scippatore. E' la classica costruzione di inchiesta pensata esclusivamente per gettare discredito. Ma gli amici di DinamoPress sanno il fatto loro e soprattutto sanno che questo genere di contenuti funziona presso il loro pubblico di para-lobotomizzati.
Il resto dell'inchiesta prosegue all'insegna della più totale ciarlataneria con uno stile giornalistico che non parte dai dati per arrivare ad una deduzione, ma fa il percorso inverso: c'è da calunniare qualcuno, cerchiamo di trovare gli elementi per coprirlo di fango e mettiamoli insieme in modo che la cosa risulti credibile a chi legge distrattamente. Si chiama fascismo ed è la cifra stilistica dei movimenti a Roma, proprio loro: dei "buoni" che occupano palazzi per la povera gente... E' il loro modo di fare non solo quando confezionano dossieraggio inventato contro chi li critica, è il loro modo di fare su tutto. Tutto!
Ci ha sorpreso poi vedere una mancanza grave che sarebbe stata utilissima per suggestionare ulteriormente i lettori. Consigliamo di inserirla. State a sentire: sia Artribune che Gambero Rosso hanno la loro pubblicitaria raccolta dalla società Piemme, che è la concessionaria del Gruppo Caltagirone tanto che tutte e due le testate online (i giornalisti devono non aver neppure aperto i siti, altrimenti gli sarebbe saltato all'occhio) campeggia niente meno che il logo de Il Messaggero. Scandalo! Caso vuole (usiamo lo stile dei nostri novelli Iacona alla amatriciana) che anche Caltagirone sia costruttore della Metro C. Si configura insomma in Roma fa Schifo una attività di lobbing non solo pro Astaldi, ma per tutte le società facenti parte del Consorzio Metro C. Comprese le Cooperative rosse che hanno grande gioco in partita? Chissà. Perché i grandi inchiestisti si siano fatti sfuggire questo passaggio non è dato sapersi. Peccato perché avrebbe suggestionato moltissimo i lettori.
Detto ciò. Non abbiamo mai avuto modo di conoscere nessuno di Astaldi, ma temiamo che società da miliardi e miliardi di fatturato abbiano sistemi più efficaci per fare attività di lobbing che non un blog che tra l'altro sono mesi che parla male di una loro realizzazione. Tuttavia se Astaldi volesse sostenere un po' la nostra attività, visto che ormai da 7 anni la svolgiamo in maniera completamente gratuita e la cosa è massacrante, noi siamo qui: un contributo non sarebbe per niente sgradito, anzi. Ci permetterebbe di pagare qualche collaboratore e aiutante, di riqualificare la grafica del sito, magari di pensare una bella app, soprattutto di pagarci gli avvocati sia per difenderci dagli attacchi giudiziari (quelli dei cartellonari, quelli di Casa Pound e molti altri ad esempio, che stanno minando le nostre finanze personali) e sia per difenderci dalle diffamazioni che superano il livello di guardia, come questa. Eh già perché oggi, con le nostre finanze, non abbiamo minimamente la possibilità di contrattaccare a livello legale alla valanga di falsità e infamie di questi fascistelli da tastiera: non ce lo possiamo permettere.
Dunque appello ad Astaldi: il link per effettuare le donazioni è qui a destra. Prego cliccare, prego mettere molti zeri nella cifra, prego confermare. Ringrazieremo con un post solo se la cifra supererà i 50mila euro, sennò solo via mail. Appello che facciamo anche alle altre tante aziende romane e internazionali che, di volta in volta, vengono inserite nella lista di quelle che "ci pagano": già che ci siete pagateci per davvero che abbiamo un enorme bisogno di risorse per potare avanti questo progetto il quale, vittima del suo successo, sta attirando attacchi sempre più meschini, sempre più fascisti, sempre più mafiosi, sempre più violenti. Per fronteggiarli occorrono denari, denari che non abbiamo. E se ci pensate è in realtà davvero assurdo che quella che ormai è una istituzione come Roma fa Schifo non abbia supporto istituzionale e privato per poter andare avanti e migliorare ancora il proprio apporto al bene della città: pagatece, una buona volta!Roma fa Schifo è in realtà un corporate blog di Astaldi, come sostengono i movimenti? Ma magari! Ecco la nostra risposta all'inchiesta.
Ad ogni nostra battaglia c'è sempre, in definitiva, qualcuno pronto a giurare che veniamo pagati, prezzolati, foraggiati, manovrati. "Ma chi ve paga?" è il motto diffusissimo di chi a Roma vede impegno civico e non può capacitarsene, non può credere che qualcuno si impegni e si sbatta da anni, ogni giorno, per la propria città senza un tornaconto economico. Questa feccia non muove un mignolo senza un ritorno o economico, o politico, o di potere. Non possono pensare che qualcuno si muova per spirito civico e per senso del bene comune: la cosa li fa andare totalmente, come si può intuire, fuori di testa. In realtà, se ci pensate, è una notizia positiva: più l'impegno di questa brutta gente per smontare il nostro lavoro si fa sofisticato, più il segnale dell'efficacia del nostro lavoro è squillante. Mettere i bastoni tra le ruote alla mafia romana che imperversava nel silenzio dei media da decenni e che utilizzava i movimenti come stampella non poteva essere azione priva di conseguenze. E per ora si limitano a scrivere, chissà per quanto...