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Se il mondo frana

Creato il 16 giugno 2014 da Violentafiducia0

Quando mesi fa Violetta mi ha chiesto se mi andasse di scrivere un pezzo per Abbiamo le prove le ho risposto subito di sì.
Poi ho preso tempo, è una mia cattiva abitudine. È che cerco dei segni e spesso non li trovo.
Ma mentre li cerco mi esercito a tacere, smetto di farmi domande (che cosa voglio dire? come lo voglio dire? vale la pena dire proprio questo? sono capace di dirlo?) e guardo fuori.
Quella volta fuori c’era il mare.
Questo è un estratto, il racconto completo è qui.
[A chi mi ha saputo aspettare, e mi ha voluto aspettare, grazie.]

*

“Se il mondo franasse adesso non sentirei nessun rumore. Enzo mi tiene una mano sotto la pancia e l’altra sotto le gambe. Sento i talloni affiorare ogni tanto fuori dall’acqua. Tengo gli occhi aperti oltre il confine del mare, come i coccodrilli che stanno in agguato sulle sponde. Per il resto quello che sento è questo: flutti caldi che mi accarezzano il corpo come bisce, dita d’acqua che si infilano sotto l’elastico del costume, la resistenza inutile che le braccia oppongono al mare gonfio che mi tiene sospesa e rilassa muscoli di cui non conosco il nome, le palpebre che si chiudono e si aprono lente: da una parte guardo il profilo della Calabria, così vicino in questa giornata tersa, e le striature delle correnti che si disperdono verso il largo, e dall’altra vedo la spiaggia che si dissolve sotto i raggi del sole e la schiuma che si porta via i ciottoli più piccoli, e li affonda.”


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