Magazine Pari Opportunità

Separazione, invece che educazione al rispetto

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Cosa succede se in una scuola professionale frequentata per la stragrande maggioranza da ragazzi, vengono “ospitate” 6 classi di un’altra scuola, un liceo (a causa di un accorpamento deciso dalla provincia) frequentato quasi esclusivamente da ragazze?

Chissà. Niente. Che cosa dovrebbe succedere?
Cose che capitano….

Invece no.
Invece succede che la preside del liceo, accettando il trasferimento delle classi, chieda contemporaneamente che venga realizzato un secondo ingresso perché si evitino contatti tra ragazze e ragazzi.

Sembra quasi un anacronismo.

Accade forse in uno di quei Paesi nei quali vige ancora la separazione di donne e uomini negli ambienti pubblici? Accade in uno di quei paesi di regime talebano che i tutti gli italiani sbeffeggiano quando sentono di una donna maltrattata e discriminata?

No. Succede a Pistoia. In una scuola italiana, europea, occidentale

Le motivazioni che hanno indotto la preside del Liceo a chiedere la separazione degli ingressi e proibire i contatti tra ragazzi e ragazze, che sono apparse sulle pagine del “Tirreno”  sono: “Da noi ci sono tante ragazzine, non voglio che ricevano molestie“.

Queste sono parole che spesso sentiamo quando alle donne dei paesi arabi impongono l’uso del burqa e la limitazione degli spazi pubblici per evitare il contatto con l’altro sesso, che non insegna certo rispetto nei confronti di quest’ultime, anzi.

Innanzitutto sono fortemente offensive nei confronti degli studenti dell’Istituto professionale che si dà per scontato che, in quanto maschi, compiranno sicuramente delle molestie sulle compagne. Ma soprattutto forniscono un messaggio errato e pericoloso:

per evitare molestie sessuali, sembra voler dire la preside, non serve una cultura del rispetto, una educazione in tal senso, ma operare una segregazione sociale, evitare il dialogo. In parole povere, limitare una libertà. Impedire l’incontro tra le ragazze e i ragazzi.
Non solo. Si dà per scontato che la molestia sia “normale”, sia un modo di fare “naturale” quasi inevitabile.

I ragazzi dell’Istituto professionale insorgono e si ribellano, appoggiati dai genitori.
Non ci resta che sperare che la loro protesta vada a buon fine, intanto noi esprimiamo l’ennesima preoccupazione per l’arretramento della condizione femminile nel nostro Paese.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog