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Serie A: Totti-show riacciuffa la Lazio, il derby finisce 2-2

Creato il 11 gennaio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

La prima domenica di campionato del 2015 è molto più sostanziosa delle ultime dell’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle ed è principalmente vissuta sulla stracittadina della capitale, che ha coinciso in questa occasione con il confronto tra la seconda e la terza in classifica (con il Napoli). La sua 141esima edizione in Serie A si rivela un match spumeggiante e si conclude con il 57esimo pareggio complessivo, stavolta per 2-2, con Totti e Felipe Anderson primi protagonisti.

La fase iniziale della partita è tutta fuorché di studio. Grandissima attività e pressione forsennata in fase di non-possesso da parte di entrambe le squadre e poche possibilità di imbastire buone azioni di attacco. Il primo brivido arriva dalle parti di De Sanctis dopo undici minuti, quando un errore in disimpegno di Astori innesca una ripartenza veloce dei biancocelesti: Candreva riceve sulla sinistra, si libera bene, ma preferisce far partire il destro a giro, che termina a fil di palo, piuttosto che servire uno dei compagni in area. Felipe Anderson, l’uomo più atteso in casa Lazio, è molto impegnato in raddoppi difensivi su un vivacissimo Iturbe e non sembra incantare come al solito nell’altra metà campo. Ma proprio da questa operosità nasce il gol che sblocca il derby. Nainggolan si incarta e si fa sottrarre il pallone dal brasiliano, che galoppa indisturbato per 50 metri e poi scucchiaia alla grande per il puntuale inserimento ed il piatto sinistro vincente di capitan Mauri, al settimo gol stagionale (eguagliato il record personale del 2003/04 con il Brescia). Gli uomini di Garcia accusano il colpo e continuano ad aspettare. E in cambio ricevono la stoccata del fenomeno, ovvero il sinistro radente da fuori di Felipe Anderson, che raggiunge così la quota da paura di 5 gol e 5 assist in 5 partite. 2-0, tutto sommato con merito. La Roma non è riconoscibile, specialmente rispetto a quella di inizio autunno, e molto tesa. Non si registrano altre palle gol pesanti nell’ultimo quarto d’ora, ma si registrano frequenti esaurimenti nervosi dei difensori della Roma, mandati a turno al manicomio dalle scatenate accelerazioni del numero 7 degli aquilotti.

La pausa arriva al momento più appropriato e Garcia la sfrutta al meglio per spronare i suoi e cambiare gli abulici Nainggolan e Florenzi, rilevati da Strootman e Ljajić. Ma a cambiare l’atteggiamento della Roma è piuttosto l’avanzamento di Pjanić nell’adozione di un 4-2-3-1, che paga dividendi dopo appena due giri di lancette; Strootman mette in area sullo sbilanciamento della retroguardia laziale e trova Totti pronto sul secondo palo ad infilare Marchetti. Gol numero 238 in Serie A per Totti, il decimo alla Lazio (primato assoluto nella storia dei derby in campionato). Tempo di vedere una bordata spaziale di Iturbe sventata da Marchetti ed un palo di Mauri su cross di un ottimo Basta, ed Er Pupone al 65esimo aggiorna di nuovo le proprie statistiche, insaccando in acrobazia tra la distrazione dei centrali biancocelesti e facendo scoppiare il pandemonio in curva Sud. Soprassediamo sul selfie. Pioli toglie, a sorpresa, Anderson e Djordjević e sacrifica la poca spinta offensiva rimasta per riportare una parvenza di organizzazione difensiva, in continuo sbandamento nella ripresa. La rabbia della reazione romanista appare allora in lieve diminuzione e il derby vive quindi il primo momento di stanca a cavallo della mezz’ora, quando De Vrij viene sostituito per un colpo al ginocchio in uno scontro con Holebas. Esce anche Iturbe per crampi, mentre era già pronta la standing ovation per Totti, e da lì la Roma pare accontentarsi della rimonta da un punto. Ma da un regalo improvviso di Maicon, Candreva pesca Klose nel cuore dei 16 metri romanisti e De Sanctis deve superarsi per salvare il pareggio.
I giallorossi raggiungono nuovamente la Juventus al primo posto (40 punti), mentre i cugini, troppo distratti nel secondo tempo su Totti, l’avversario notoriamente più pericoloso, distaccano di una sola lunghezza il Napoli per un momentaneo e comunque solitario terzo posto. Entrambe le formazioni allungano con questa X le rispettive strisce di risultati utili, otto per la Roma e sei per la Lazio (che ha giocato tutti i novanta minuti con la scritta “Je suis Charlie” al posto dello sponsor).

È stata comunque una giornata ricchissima di reti, per un totale di 25 su sette campi:
Inter-Genoa 3-1 (Palacio 12′ Icardi 39′ Vidic 88′ - Izzo 85′)
Atalanta-Chievo
1-1 (Zappacosta 72′ - Lazarevic 90′)
Cagliari-Cesena
2-1 (João Pedro 11′ Donsah 27′ - Brienza 89′)
Fiorentina-Palermo
4-3 (Pasqual 20′ Basanta 51′ Cuadrado 64′ Joaquin 74′ - Quaison 59′ 61′ Belotti (R) 81′)
Sampdoria-Empoli
1-0 (Eder 49′)
Verona-Parma
3-1 (Sala 39′ Toni 72′ Valoti 90+1′ - Lodi 63′)

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