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Sette donne transgender candidate in Pakistan. Un piccolo passo verso il rispetto.

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Sono sette le candidate transgender alle elezioni politiche del Pakistan, sette sui 23.ooo transgender del Paese ed è già una svolta epocale.
Una di loro, Sanam Faqeer, classe 1975, è una hijra ( termine che più o meno vuol dire “donna transgender” ) da sempre sotto attacco per i suoi atteggiamenti “ambigui” e a 15 anni è stata cacciata da casa dai fratelli. Ed è con questo allontanamento, questa frattura, che decide di voler combattere per essere se stessa. Crescono i capelli, i vestiti diventano da donna, gli atteggiamenti la confondono tra le amiche.
Sanam fa la prostituta, una delle poche professioni in cui si accettano, anzi si cercano, donne transgender.
Come in Italia, tra l’altro. Escluse e stigmatizzate da un lato, ricercate per il piacere e lo sfogo maschile dall’altro. O spesso trattate come coreografiche fenomeni da baraccone.
Il nostro destino non dev’essere semplicemente quello di cantare e danzare” rivendica Sanam “La gente era solita divertirsi con noi, ma ora ha iniziato a rispettarci”.
Nel 2009 ha fondato una struttura per gli eunuchi anziani che offre ai transgender la possibilità di scegliere un destino diverso dal suo, di immaginarsi altre professioni e altre vite.

Bindiya Rana invece fa politica nelle bassissime periferie della città di Karachi. Porta a porta, famiglia per famiglia, Rana raccoglie le proposte per combattere la criminalità dilagante e una realtà disfunzionale che non ha nemmeno la certezza dell’energia elettrica. Sembrerebbe che a pochi interessi poterla fissare in un unico genere.

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Oggi queste sette donne possono candidarsi in seguito ad un’apertura al loro genere concessa dal governo pakistano due anni fa. Purtroppo le possibilità di salire davvero alla presideza sono molto scarse, difficilmente il loro sogno si realizzerà, ma è innegabile che si tratti di un segnale di emancipazione e crescente rispetto nel Paese.

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Cito da “Il grande colibrì”

Nonostante ciò, la situazione purtroppo è spesso ancora ben diversa, come testimonia il reportage del blog The virdict, ospitato sull’Express Tribune, in cui parla Sahiba, presidente dell’associazione transgender di Bahawalpur. Gli spettacoli di canto e danza alle cerimonie sono una minima possibilità di uscire per non ricorrere all’accattonaggio o alla prostituzione, i più frequenti mezzi di sostentamento di queste transessuali, che vengono rispettate solo se e quando si vestono da uomini, benché si sentano assolutamente donne.

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Fonti qui e qui



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