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Settimana NBA: gli Hawks si regalano i playoff, Pistons e Suns sempre più a fondo

Creato il 05 marzo 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Best of the East

 

Best Team: Atlanta Hawks

I primi ad essere già sicuri di un posto nei playoff, quest’anno, sono la squadra che non ti aspetti, o che almeno non ti saresti aspettato così in alto: gli Atlanta Hawks. Dopo il -25 subito dai Raptors, ecco arrivare cinque vittorie consecutive contro Bucks, Mavericks, Magic, Heat e Rockets. Dall’Est, ormai terra di conquista, all’Ovest, che quest’anno difficilmente ha piegato le ali ai Falchi, Atlanta non guarda in faccia a nessuno e vola a 48 vittorie e 12 sconfitte, abbastanza per assicurarsi la post-season con 20 gare d’anticipo. Gli Hawks sorprendono per la loro produzione offensiva, 102.6 punti a partita costruiti sulla bellezza di 25.5 assist di media, ma soprattutto per quanto poco subiscono, ovvero 99.8 punti ogni 100 possessi, seconda miglior difesa al momento in NBA. Una vera, grande squadra che gioca un basket straordinario e, da oggi, potrà iniziare a pianificare qualcosa di grande.

Best Player: Andrea Bargnani

Andrea Bargnani, New York Knicks - Immagini fornite da Panini SPA

Andrea Bargnani, New York Knicks – Immagini fornite da Panini SPA

Per assistere a due vittorie consecutive, quest’anno, in casa Knicks, c’è davvero bisogno di una magia. E chi meglio del Mago per metterla in atto. Andrea Bargnani non sarà ancora tornato quello straordinario atleta visto in maglia Raptors, ma è sulla buona strada. In settimana quattro partite per New York, due vittorie, contro Pistons e Raptors, e due sconfitte, contro Kings e Pacers. Il romano ne stecca una soltanto, contro Sacramento, chiudendo con 3 punti e 3 assist. Nelle altre tre, per quanto possibile, è decisivo: 23 punti di media, con 26/49 al tiro e 4/7 da oltre l’arco, cui aggiunge 6.3 rimbalzi e 3 assist, che di certo non guastano in un team tanto disastrato. Ormai la stagione dei Knicks è compromessa da tempo e, al momento, conta 12 vittorie e 48 sconfitte, una squadra smantellata e priva anche del suo miglior talento, Carmelo Anthony. Ma, se non altro, il Mago ha dimostrato di poterci stare alla grandissima e di meritare una conferma in NBA, che sia nella Grande Mela o altrove.

 

Best of the West

 

Best Team: Portland Trail-Blazers

Le ultime settimane non erano di certo state il periodo più felice dell’annata dei Blazers, che vedevano cancellarsi tutti i loro sforzi di una grande prima parte di stagione. Ecco, però, quattro vittorie consecutive a rafforzare nuovamente record e morale: spazzati via gli Spurs di 16 lunghezze, Portland ha poi avuto la meglio sugli scatenati Thunder dell’indemoniato Russell Westbrook, oltre che dei Kings. Infine, la squadra ha avuto ragione dei Clippers nella sfida tra le due squadre più in forma della settimana in Western Conference. Un quartetto importante, che permette ai Blazers di raggiungere la fatidica quota di 40 vittorie con soltanto 19 sconfitte all’attivo. Sorprendono, in positivo, le 25 vittorie in 31 sfide giocate al Rose Garden, sempre più terra di conquista, ed il fatto che il team di Terry Scotts sia tra i primi 10 NBA per punti segnati (102.4), rimbalzi catturati (45.9), assist smazzati (22.1) e punti subiti (97.4) a partita. Il terzo posto ad Ovest è un risultato straordinario. E da non perdere.

Best Player: Russell Westbrook

Forse indemoniato nemmeno rende a pieno l’idea di ciò che sta combinando ultimamente Russell Westbrook. Nella settimana dei Thunder due sconfitta di fila, contro Suns e Blazers, poi due successi consecutivi, di fronte a Lakers e Sixers. Di per sé non sarebbe uno score da top, se non fosse per Westbrook. Partiamo subito dall’unico lato negativo della faccenda, ovvero il rendimento da oltre l’arco: 3/18 da tre punti in quattro partite non è il massimo. Veniamo ora agli aspetti straordinari: 37 punti di media, 47/104 al tiro (escludendo quello pesante), cui si aggiungono, udite bene, 13.5 rimbalzi e 10.5 assist, oltre a 8 palle rubate in tutto. Quattro triple-doppie consecutive, come non si vedeva dalle 7 consecutive di Michael Jordan, medie stagionali che toccano vette pazzesche di rendimento (27 punti, 7 rimbalzi e 8.2 assist), un PIE di 19.1 e Oklahoma City che, nonostante Kevin Durant sia ancora alle prese con dei problemi fisici, vince, convince e si conferma all’ottavo posto ad Ovest con 34 vittorie e 27 sconfitte. Cosa vuoi di più dalla vita?

 

Best of the Rest

 

AMAZING CLIPPERS: 22, 26, 18, 19. Sono i rimbalzi raccolti da DeAndre Jordan nelle ultime quattro partite. 13, 12, 14, 12, con 29.2 punti di media. Sono gli assist smazzati da Chris Paul, sempre nelle ultime quattro uscite dei Clippers. Peccato che i Trail-Blazers abbiano bloccato il cammino di Los Angeles, altrimenti sarebbero arrivate anche quattro vittorie. Intanto, i Clippers stanno mantenendo il quinto posto in Western Conference e puntano i Rockets. Senza limiti, come Jordan e Paul.

UNA LOTTA (FINALMENTE) A SUON DI VITTORIE: gli Heat demoliscono i Suns e piegano i Lakers, gli Hornets si sbarazzano dei Magic e della stessa squadra di Los Angeles, prima di vincere lo scontro decisivo contro i Nets, i Pacers strapazzano Cavaliers, Sixers e Knicks per non perdere l’ultimo treno che passa per i playoff. Chi resta indietro, come Brooklyn, o come i Celtics e i Pistons, sembra ormai perduto. Finalmente una bella lotta anche nella Eastern Conference.

BONUS TRACK: IL RISVEGLIO DEL GALLO: Sempre in doppia cifra dal 20 febbraio a questa parte, Danilo Gallinari, nel frattempo, ha messo insieme anche quattro partite da almeno 20 punti segnati, con i 26 punti, 7 rimbalzi e + 14 di plus/minus nella vittoria contro i Bucks a spiccare tra queste prestazioni positive. Il Gallo sembra tornato almeno paragonabile a quello che aveva sorpreso tutti nella stagione boom di Denver due anni fa. Peccato che, per quest’anno, ancora non sia tempo di playoff.

 


 

Worst of the East

 

Worst Team: Detroit Pistons

Quest’anno hanno deciso così: i Pistons ai playoff proprio non ci vogliono andare. Quattro sconfitte consecutive dallo scorso martedì, con i Cavaliers che passeggiano, i Knicks che ritrovano istantanea gloria, i Wizards che trovano parziale sollievo dai loro molti dolori dell’ultimo periodo e i Pelicans che provano disperatamente ad inseguire l’ottavo posto ad Ovest. Tutti felici, tranne Detroit. 23 vittorie e 37 sconfitte valgono il 12° posto nella Eastern Conference, 27 vittorie e 33 sconfitte, supponendo quattro, magiche vittorie al posto dei KO, sarebbero valse il settimo posto e la post-season, almeno per il momento. L’unico dato su cui la squadra di MoTown convince sono i rimbalzi raccolti a partita (45.5) grazie ad Andre Drummond e Greg Monroe. Per il resto, la miseria di 98.3 punti segnati, 101.5 ogni 100 possessi su 21.2 assist a partita, sono statistiche che convincono sempre di più sulla tesi iniziale. I tifosi dei Pistons si dovranno probabilmente rassegnare ad un altro, mediocre finale di stagione.

Worst Player: Michael Carter-Williams

I Bucks sembravano essersi rinforzati, e parecchio, con lo scambio che ha portato Michael Carter-Williams, Tyler Ennis e Miles Plumlee in quel di Milwaukee, ma, a giudicare dall’ultimo periodo, non sembra affatto così. Quattro sconfitte consecutive, l’ultima, comprensibilissima contro i Warriors, ma le tre precedenti, assurde contro Lakers, Jazz e Nuggets, tre squadre da tempo fuori dalla lotta per i playoff. In particolare, l’ex Rookie of the Year arrivato dai Sixers sta deludendo le attese e facendo rimpiangere non poco quel Brandon Knight sempre decisivo nella città del Wisconsin. In quattro match MCW ha segnato 12.7 punti di media, con 18/41 al tiro e 1/6 da oltre l’arco, aggiungendo appena 14 rimbalzi e 19 assist, oltre a ben 14 palle perse e un plus/minus di -13 negli ultimi 120 minuti di gioco. I Bucks stavano veleggiando nella parte alta della Eastern Conference, ma ora, con 32 vittorie e 29 sconfitte, hanno visto ridursi il margine dagli ultimi posti validi per i playoff.

 

Worst of the West

 

Worst Team: Phoenix Suns

La vittoria di misura sui Magic non può cancellare un’altra settimana deludente, con due sconfitte nette ed incontrovertibili contro Spurs (-27) ed Heat (-17). Il record è caduto ancora, a 32 vittorie e 30 sconfitte, 2.5 partite sotto l’ottavo posto occupato dai Thunder. Eric Bledsoe è tutt’altro che in forma smagliante e non sembra essersi rivalutato dopo la partenza di Goran Dragic e Isaiah Thomas, mentre Brandon Knight sta faticando a calarsi nella nuova avventura con successo. I problemi restano sempre gli stessi, ovvero un record negativo contro le avversarie dirette di Western Conference (16-21), così come in trasferta (15-17), mentre il record casalingo non è così convincente (17-13) come le avversarie che precedono Phoenix ad Ovest. La difesa subisce 104.1 punti ogni 100 possessi, un numero assurdo, tanto più se comparato con un net rating positivo per soli 1.2 punti ogni 100 possessi. Davvero troppo poco per sperare nella post-season.

Worst Player: Corey Brewer

Settimana a corrente alternata per i Rockets, che vincono contro Nets e Cavaliers, prima di arrendersi per due volte consecutive alla volta di Hawks e Grizzlies. L’alternanza di luci e ombre non ha aiutato Houston a tenersi salda e salva nella savana della Western Conference, anzi sorpassata dai Blazers, precede per un’inezia Clippers e Mavericks che inseguono a ruota. Settimana del tutto incolore, invece, per Corey Brewer, che non aveva per nulla deluso finora nella sua avventura in Texas, anzi aveva leggermente alzato le sue statistiche stagionali maturate a Minnesota con 11.7 punti e 3.1 rimbalzi. 27 punti totali nelle quattro sfide in questione, coronamento di pessime prestazioni al tiro: 12/33 dal campo e 3/11 da oltre l’arco. A questi ha aggiunto soltanto 7 rimbalzi, 4 assist ed un deludente plus/minus di -30 negli ultimi 93 trascorsi sul parquet. I Rockets hanno ancora molti elementi importanti in infermeria, ma Brewer dovrà tornare ad essere un elemento decisivo al più presto.

 

Worst of the Rest

 

WIZARDS, NOT MAGICIANS: Non accenna a placarsi la crisi dei Wizards, che in settimana vincono soltanto con i Pistons in crisi nera, ma perdono altre due sfide contro Bulls e, soprattutto, Sixers, vincitori per 89-81 sulla squadra della capitale. Le 34 vittorie e 27 sconfitte permettono a Washington di mantenere il quinto posto nella Eastern Conference, ma soltanto perché i Bucks hanno deciso di smettere di volare alto. Con un rendimento tanto negativo, però, i playoff potrebbero presto essere a rischio.

 

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