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Shame, lo specchio di una generazione di 40enni sfiancati dalla coazione a ripetere

Da Mirella
Vi è piaciuto Shame? Videoart strepitosa, una fotografia di New York non patinata ma verista, ipersottile come un rasoio e fredda come una lama di coltello. La pornografia resa asessuata e la performance ginnica ma a-pornografica. Touchscreen al cloroformio, sexy denaturato. L'anaffettività di alcuni 40enni maschi occidentali raccontata, senza troppi fronzoli, forse solo come il post-moderno ai tempi d'oro e come in certi dialoghi di Jonathan Franzen. Fassbender di Shame è un grande attore, esprime l'incapacità di relazionarsi, di provare sentimenti e rispecchia lun microverso di infelicità generazionale, che riguarda uomini e donne. Non depressione, ma un distillato - purissimo di infelicità. Afasica, impronunciabile prima che ancora irraccontabile a parole
Se vi siete chiesti: ma che lavoro fa il protagonista? Secondo me e' un manager nell'advertising online, vende pubblicità su Internet o fa il SEO, il search engine optimizer. Un lavoro business, soldi per far soldi per far soldi
Fantastico lo spaccato business d'ufficio: il boss con il Mac, i dipendenti con Windows... ( con questo il film dice tutto)
Se un cinese vede Shame, capisce perche' gli USA perderanno la guerra con l'Asia, e' ovvio :)
Ma se è pleonastica la scena di cilecca con la bella collega d'ufficio, in realtà rappresenta l'unico momento in cui il film alza lo sguardo sulla violenza e aggressiva afasia, e prova a gettare un'ombra di speranza oltre l'ostacolo. Le donne nere come Michelle Obama o la pragmatica ragazza, in cerca di relazioni vere, potrebbero essere il vero motore per salvare il capitalismo yankee. Grazie alla voglia di rompere il muro di cinismo e la capacità di entrare in empatia per scongelare il "cuore in inverno" di una generazione - di un mondo Wasp sclerotizzato, consumato dal consumismo vorace, dal voyeurismo, sfiancato dalla coazione a ripetere, svuotato dal nichilismo dell'avere tutto senza esser niente. Un'eredità a-sentimentale che ci ha lasciato in eredità il ventennio dell'edonismo neoliberista.
Hope is black
Fare il vuoto dentro di sè - ripartire da lì - da una pagina bianca
M.C.

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