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Sistema monetario: il sistema aureo, quando la moneta era merce di scambio

Creato il 13 settembre 2011 da Elvio Ciccardini @articolando

Sistema monetario: il sistema aureo, quando la moneta era merce di scambioNel 1800, le singole valute nazionali erano una “moneta merce”, poichè, d’oro o argento, avevano un valore intrinseco. Quest’ultimo, più o meno, corrispondeva al valore dei metalli che la componevano. Per cui, in base alle quantità disponibili del metallo di conio, si determinava l’offerta di moneta e quindi il livello dei prezzi.

Ad esempio, la scoperta di un giacimento d’oro aveva come conseguenza un aumento dell’offerta di moneta e un conseguente aumento dei prezzi che utilizzavano l’oro come mezzo di pagamento. L’inflazione, cioè l’andamento dei prezzi era condizionato fortemente dalle quantità d’oro presenti nel mercato e, quindi, dalla relativa e corrispondente quantità di moneta circolante…

Questo sistema rimase inalterato fino al 1870. I metalli di riferimento erano l’oro e l’argento. Alcuni paesi avevano adottato solo l’oro, altri l’argento, altri ancora entrambi i metalli e fungevano da raccordo tra i primi e i secondi.

Il mantenimento della circolazione simultanea di argento e d’oro non era semplice. I paesi con standard bimetallico dovevano stabilire un prezzo relativo di conio tra i due metalli. Le scoperte di nuovi giacimenti diminuivano anche sensibilmente il valore dell’uno rispetto all’altro. Ad esempio, una diminuzione del prezzo relativo dell’oro faceva si che le monete d’oro (diminuito di valore) soppiantavano quelle d’argento (che era diventato più raro). In ogni caso, il sistema rimase più o meno stabile per anni. Mentre, nel tempo si aggiunse la moneta cartacea, che aveva valore nominale e che aveva un suo controvalore in oro o argento, cioè in moneta metallica.

Dal 1870, il sistema bimetallico cede il passo a quello aureo (gold standard). Diverse sono le motivazioni che sono addotte a questo cambiamento: dalle nuove scoperte di giacimenti aurei, ai limiti tecnologici nel produrre leghe di metalli preziosi.

Eichengreen spiega questo passaggio attraverso il concetto di “esternalità di rete”. L’interesse di un paese di condividere lo stesso sistema monetario, fa si che vi sia la tendenza ad abbandonare il proprio, per quello più diffuso. Esattamente come nell’era dell’ICT si ha interesse a condividere un medesimo standard. Inoltre, una volta scelto il sistema, nessun paese ha interesse a metterlo in discussione, pertanto esso tenderà a rimanere stabile e perdurare nel tempo.

All’epoca, il paese con maggiori scambi internazionali era l’Inghilterra e questo fece si che, uno alla volta, tutti gli altri paesi europei adottarono l’oro come moneta di conio. Seppur con i dovuti distinguo, l’affermarsi del sistema aureo può essere paragonato al tentativo di definizione di una moneta unica internazionale. Per quanto possa sembrare poco ortodossa questa affermazione, con le monete auree, o meglio, con la moneta merce di scambio, il sistema economico era più simile ad un baratto: si scambiava oro con ogni tipologia di merce e si riceveva l’esatto controvalore di mercato dei beni ceduti in oro, che era a sua volta merce. Le monete non erano altro che una sorta di packaging. Il passaggio era tra moneta merce e beni, cioè altra merce.

All’epoca non si poteva parlare di moneta unica mondiale, ma di unificazione mondiale del sistema monetario sotto un’unica valuta. L’oro era l’elemento di unificazione. Esisteva un unico metallo di conio mondiale e il sistema monetario dipendeva dal valore di quel metallo.

Il passaggio all’oro determinò prima un eccesso di domanda, poi riassorbito da una serie di innovazioni tecnologiche per la sua produzione e, infine, i prezzi mondiali ritornarono stabili. In sintesi, l’oro divenne il primo metallo di scambio mondiale.

Ovviamente, la moneta circolante era cartacea, ma i governi si impegnavano a convertirla in oro. I prezzi di convertibilità delle singole monete in oro determinavano implicitamente i tassi di cambio tra le diverse valute nel
sistema monetario internazionale.

Il sistema aureo si mantenne stabile sino alla prima guerra mondiale. Il motivo è dovuto al fatto che il mantenimento della convertibilità in oro era percepito dai mercati come l’obiettivo prioritario dei governi. La credibilità del sistema lo metteva al riparo dalla speculazione finanziaria internazionale, che agiva come elemento stabilizzatore. Osservando un deflusso di oro da un paese, la speculazione indirizzava i flussi di capitale verso quest’ultimo, anticipando che prima o poi si sarebbe verificato un aumento del tasso di sconto da parte della Banca centrale per mantenere l’equilibro esterno.

Molti economisti hanno considerato questo regime di cambio ideale per la sua stabilità e sostengono che il regime aureo era caratterizzato da un grado di mobilità dei capitali superiore a quello che troviamo oggi, se rapportato alle grandezze economiche del tempo.

E’ durante la prima guerra mondiale che il sistema viene progressivamente abbandonato…



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