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Solidarietà in attesa – piccoli gesti che migliorano la vita

Da Acomealice @Acomealice

Sapete cos’è il “caffè sospeso“?

E il “libro sospeso“?

Avete sentito parlare di “pane in attesa“?

Tutte queste cose, apparentemente diverse, hanno in comune la necessità e la voglia di aiutare il prossimo, anche se in modi diversi.

L’idea del “caffè sospeso” non è stata certamente inventata ieri. Risale, infatti, ad un usanza nata a Napoli molti anni fa, che prevedeva di lasciare un caffè pagato al bar per qualcuno che non se lo poteva permettere. Questa usanza si è un po’ persa con gli anni, ma molti locali – soprattutto nel napoletano – l’hanno mantenuta. Negli ultimi tempi però, complice anche la crisi economica che stiamo vivendo, è tornata a far parlare di sè anche grazie ad alcune giornate interamente dedicate a questa bella tradizione.

Un’iniziativa nata dal “caffè sospeso” è quella del “libro sospeso” per favorire la lettura tra i più giovani. Partita dalla provincia di Salerno, l’iniziativa del libro sospeso si è estesa anche a Milano e nel resto d’Italia.

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Come funziona? il “donatore”- chiamiamolo così – acquista due libri, uno per sé, l’altro per un ragazzo “sconosciuto” dai 10 ai 18 anni. Il libro acquistato viene preso in consegna dal libraio e consegnato a un ragazzo che si recherà in libreria nei successivi sette giorni. Se il donatore vuole sapere a chi è andato il “libro sospeso” basterà chiedere in libreria oppure via email.
L’idea è stata avviata alla fine di marzo e in pochi giorni altre librerie di diversi luoghi d’Italia stanno chiedendo dettagli per poter avviarla anche loro. L’iniziativa – si legge nel comunicato -  “si rivolge essenzialmente a chi è desideroso di favorire la lettura tra i ragazzi e ai ragazzi stessi al fine di invertire, seppure con un  piccolo contributo, la tendenza degli italiani ad allontanarsi dalla lettura”.

La proprietaria di una libreria di Milano, Cristina Di Canio, ha fatto sì che questa iniziativa prendesse piede nella metropoli, ma ha ammesso che l’idea non è venuta a lei bensì ad un suo cliente che, ispirandosi al “caffè sospeso napoletano”, aveva comprato il libro “David Golder” di Irene Némirovsky lasciandolo volutamente in cassa. Trovando l’idea interessante e alla sua portata, la responsabile ha rilanciato l’iniziativa su Facebook e su Twitter creando l’hashtag #librosospeso. Il risultato è stato stupefacente perché in appena sei giorni sono passati di mano in mano oltre 50 libri.

Sempre ispirato dall’idea del caffè sospeso, a Messina nasce il progetto “pane in attesa”.
L’operazione è molto semplice: i clienti della panetteria che aderisce all’iniziativa, potranno lasciare qualche moneta in più in un apposito contenitore. L’esercente provvederà ad allestire direttamente in negozio un angolo dove potrà preparare dei sacchetti già pronti contenenti il pane fresco per i cittadini bisognosi che ne faranno richiesta, detraendo l’importo corrispondente dal contenitore per le donazioni.

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Le notizie relative a queste idee anticrisi stanno arrivando pian piano anche all’estero. In Francia e in Spagna, ad esempio, stanno dimostrando molto entusiasmo verso queste iniziative. Anche oltreoceano sono già molti i locali che lo prevedono. Un bar di Madrid ha voluto adottare l’idea del “caffè sospeso”: in 6 mesi sono stati distribuiti 500 caffè gratuiti.

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Insomma, ogni tanto va detto che noi italiani non siamo sempre necessariamente gli ultimi della classe… Almeno non in tutto! Sappiamo proporre delle buone idee, capaci di ispirare positivamente anche i nostri cugini europei. Questo non può che farci piacere!

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