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Questo cavalcavia non è uno di quei cavalcavie che degradano di botto; tutt'altro. Questo ha un'angolazione dolce. Scende – o chedirsivoglia sale – con calma. Tranquillo. Si trova nel bel mezzo del niente, porta a una rotonda sopraelevata da cui puoi andare o verso il Grande Raccordo Anulare, o verso la Tangenziale Est, oppure verso una via senza uscita piena di botteghe di fabbri, che ne contiene però anche una di costumi teatrali da cui trassi il Camaleontico costume arancione che doveva servirmi l'ultima volta alla Rai e che invece (per fortuna) non mi è servito Mai.
Ah! Ora ricordo, è una rotonda famosa. Anche se - ti assicuro – io la bramavo da molto prima. È assurta agli onori delle cronache perché lì ha combinato casini quel Mailat, proprio oggi neo-ergastolato. Da piccolo credevo che l'Ergastolano fosse colui che vendeva la frutta. E invece era quello che mi ha sopraelevato la rotonda in tutti i tiggì. Ora ci stanno due telecamere messe a X su un pennone altissimo, che ridere al pensiero di che scarso deterrente sia quest'altissimo incrocio di telecamere per il nuovo x-tracomunitario fresco di sbarco del lunario.
E invece non c'è proprio niente da ridere, perché questa della rotonda è una storia seccante.
Appena questa rampa inizia a salire, sotto c'è una specie di grossa conca naturale di terra battuta, che ai lati ha dell'erba sempre abbastanza alta.
Oh: ti giuro che è da quando l'hanno messa che penso 'è lì sotto che, se sarò nei casini, io andrò a vivere'.
Perché in effetti c'è tutto un punto in cui credi che la rampa ancora non sia partita, e invece sotto c'è già spazio. E quindi, sarebbe un attimo portarci dei blocchetti di cemento, sistemarli ai lati per una lunghezza di diciamo 3 metri (basterebbero, perché tanto dentro sarebbe largo a scialare), intonacare del colore del cavalcavia soprastante e mascherare una porta davanti coprendola con ad esempio dei rampicanti.
Potresti sigillare tutti gli spifferi dall'interno. Piano piano, arredare. Sopraelevare il pavimento, galleggiarlo per isolarti dall'umido della terra battuta. Ti giuro che da fuori non si vedrebbe niente; anche prendendo le vie parallele sottostanti, quei tre metri di lunghezza del rifugio sembrerebbero la reale partenza del cavalcavia. Sarebbe perfetto, in caso di casini – questo ho sempre pensato.
E adesso (che lo scroto Di dio si riempia di blatte) è da un paio di mesi che quando ci passo la mattina per andare a scuola, non posso fare a meno di notare che ci si è insediato qualcuno.
Lo stronzo si è buttato lì, con qualche cartone, qualche sediaccia rotta intorno, le solite buste di plastica piene di niente, il solito banale design del Diseredato, magari in mezzo cià buttato il materasso, e ora ci abita lui. Portate lì la posta indirizzata a lui. Ma tu guarda la madonna.
Che nervi. Ci si è insediato così, capisci? senza alcuna progettualità. Senza valorizzare le risorse, il potenziale, di quel notevole rifugio naturale. Nessuna ergonomia, nessun uso dei materiali locali, nessuna attenzione per l'impatto ambientale.
Ma vaffanculo. Un giorno di questi vado lì e gliene dico quattro. Questi si credono che siccome cianno le disgrazie loro, allora le nostre non significano più niente, che l'occidentale cià tutte le fortune, che dà ai mici delle scatolette costosissime; e allora, allóro, tutto gli è dovuto. Non si accontentano dell'ingresso nella Comunità Europea. Di aver conseguito 1 permesso di soggiorno tutto loro. Vogliono conseguire pure il soggiorno mio, abusivamente, costruendolo senza alcuna attenzione verso il piano regolatore e l'urbanistica. Questi, gli dai un dito e ccetera eccetera.
Di usu-capione si può parlare mi sembra dopo venticinque anni, io che sono mezzo Abbruzzese queste cose le so. Mi fa una rabbia pensare che mi sia già avanti di due mesi chissà quale stronzo. Due mesi a zero. Non me ne frega niente che quando ci passo accanto cofFràtema lui mi faccia “vabbè ma poraccio, pensa te come sta...” perché allora che significa, io pure ciò le mie preoccupazioni e non per questo vado a rovinare i piani b degli altri, qualora questi ultimi nella mia personalissima opinione abbiano dei grattacapi minori o uguali ai miei. Anzi, peggio: questo è arrivato e figurati se si è chiesto 'ma non è che magari un posto così buono lo ha già puntato qualcuno' oppure 'magari è in corso tutto un sotterraneo piano di recupero, un'urbanizzazione'. Macché.
Anzi. Mi dà ancora più fastidio pensare come questo sia arrivato e, come fai al mare coll'asciugamano quando ci vai in un giorno feriale e c'è un sacco di spazio, abbia semplicemente detto “mi metto qui”. Anzi, manco detto, pensato. Anzi anzi, manco pensato: ci si è messo e basta.
Che lurido bifolco. Ma io mi riprometto, qualora le cose seguano il loro corso e questa Italia continui a precipitare ecc. ecc. e la crisi ecc. ecc. e allora io scappo nella ricca Romania che fa soldi a palate grazie alla recente insulsissima moda dei vampiri e al conseg. turismo Transilvatico, insomma se succedono tutte queste cose qui, io ti giuro che sarò molto più empatico. Prima di sistemare in un posto qualsiasi me e i miei caciocavalli di latte di gatto pasciuto a suon di esosissime scatolette, farò passare dei gran giorni a vedere bene se per caso c'è qualcuno che guarda quel posto con occhi speciali.
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