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Creato il 22 giugno 2015 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Sono 2000 giorni che Bahareh Hedayat e’ in carcere. Tanti altri ne dovrà, purtroppo, scontare, visto che questa giovane studentessa (nata nel 1981), attivista per i diritti delle donne in Iran, e’ stata condannata a ben dieci anni di carcere dal Tribunale Rivoluzionario. Su di lei, cosi come su tanti altri prigionieri politici iraniani, e’ calato il silenzio totale della Comunità Internazionale. Eppure la liberazione Bahareh e’ esattamente l’esempio perfetto di cosa il mondo dovrebbe pretendere dal regime iraniano, prima di aprire a qualsiasi forma di rapporto economico e politico con Teheran.

Studentessa e attivista per i diritti umani, Bahareh Hedayat per anni ha preso parte alle manifestazioni in favore della promozione dei diritti delle donne nella Repubblica Islamica. Come attivista, non solo ha promosso la campagna “Un milione di Firme per il Cambiamento delle Leggi Discriminatorie“, ma ha anche manifestano in piazza numerose volte. Tra queste, ricordiamo la protesta del 2006 nella Piazza Haft-e-Tir a Teheran, del 2007 davanti alla Università Amir Karir e nel 2009 davanti al carcere di Evin (per la liberazione dei prigionieri politici). In tutte queste occasioni, Bahareh ci ha messo coraggiosamente la faccia ed e’ stata periodicamente arrestata dal regime. Per le sue idee, nel 2008, e’ stata anche condannata ad un mese di carcere.

L’ultimo arresto per Bahareh Hedayat e’ arrivato nel 2009, durante i moti di protesta contro la rielezione, falsata, del negazionista Mahmoud Ahmadinejad alla Presidenza dell’Iran. Come si ricorderà, per mesi, la Repubblica Islamica fu attraversata da proteste popolari contro il regime – la cosiddetta Onda Verde. In quelle proteste, partite pacificamente e poi represse dal regime, i giovani arrivarono a gridare nelle strade “Marg Bar Diktator”, ovvero “Morte al Dittatore” Ali Khamenei. Bahareh Hedayat, scese in piazza con tutti gli altri e, coraggiosamente, registro’ anche diversi messaggi video per chiedere il supporto dell’Europa nella lotta dei giovani iraniani. Ovviamente, per il regime questo coraggio – soprattutto di una donna – non poteva essere tollerato. Per questo Bahareh venne arrestata il 31 dicembre del 2009 con le seguenti accuse: minaccia alla sicurezza nazionale, propaganda contro il regime e insulti alla Guida Suprema. 

Trascinata nel carcere di Evin, vicino Teheran, Bahare Hedayat e’ stata condannata a 10 anni di carcere unicamente, come denuncia Amnesty International, per le sue idee politiche e di coscienza. In queste ore, come suddetto, Bahareh ha tristemente “celebrato” i 2000 giorni di carcere, lontano da casa, lontano dalla famiglia, lontana dal marito.

Vi chiediamo quindi di aiutarci ad aumentare le pressioni internazionali per la sua liberazione. Ecco come farlo:

– Diffondi il link con la storia completa di Bahareh Hedayat (in inglese): https://tavaana.org/en/content/bahareh-hedayat-womens-rights-defender

– Fai like alla pagina Facebook dedicata alla richiesta di liberazione immediata di Bahareh: https://www.facebook.com/FreeBaharehHedayat

– Sostieni e diffondi la campagna Amnesty Internationalhttp://e-activist.com/ea-action/action?ea.client.id=1770&ea.campaign.id=36150

– Sostieni la campagna No Pasdaran in Twitter, diffondendo l’articolo con l’hastagh #FreeBahareh

Un video commovente di Bahareh mentre prova a toccare la mano del marito durante una visita in carcere



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