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Strasburgo condanna l’Italia: carceri degradanti. Fra le cause? La troppa carcerazione preventiva

Creato il 09 gennaio 2013 da Iljester

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Ennesima condanna per il nostro paese dalla Corte di Strasburgo (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo). Questa volta l’oggetto della sentenza sono le carceri italiane, tra le più affollate e disagiate d’Europa. Per carità, non che i detenuti debbano vivere in lussuosi e spaziosi appartamenti con tutti i comfort, ma è altrettanto indubbio che non debbano vivere come bestiame stipato in celle tre metri per tre.

La Corte sostiene che l’Italia viola i diritti umani dei carcerati in quanto il trattamento è stato considerato inumano e degradante. Del resto vivere in un buco con cinque persone non è sicuramente il massimo dell’igiene, della privacy e della umanità. Inoltre è persino incostituzionale, visto che la nostra carta fondamentale – da tutti tanto decantata – stabilisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato” (art. 27 Cost.).

Il problema a questo punto è capire il perché. Perché in Italia le carceri sono in questo stato. La risposta come sempre non è agevole, ma esistono due punti fermi del problema: l’eccessiva immigrazione irregolare e delinquenziale, che ha notevolmente incrementato la popolazione carceraria, e l’uso estremamente disinvolto da parte della magistratura penale dello strumento della carcerazione preventiva.

Soprattutto l’abuso di questo ultimo strumento è da considerare indegno di un paese civile. Spesso abbiamo assistito all’uso della misura cautelare in carcere anche là dove non era obiettivamente necessaria, rispondendo piuttosto ad altre esigenze, che nulla avevano a che fare con il garantire i requisiti richiesti dalla legge per la sua applicazione. Mediaticamente infatti un arresto e il carcere hanno un maggiore risalto. E spesso mi è capitato di assistere e di leggere di situazioni di cronaca nella quale il GIP disponeva la misura cautelare in carcere e poi il Tribunale del Riesame convertiva in domiciliari.

Marco Pannella da sempre protesta contro la sovrappopolazione carceraria. Personalmente non sono mai stato d’accordo con lui, che vorrebbe addirittura una nuova amnistia. Sono dell’idea invece che il sistema debba prima di tutto essere riformato alla radice: una legge sull’immigrazione che respinga alle frontiere tutti gli immigrati che non hanno un lavoro in Italia e che dunque più facilmente si prestano al circuito delinquenziale; la creazione di nuove strutture carcerarie più spaziose e più umane. Soprattutto però è la definizione più rigida delle condizioni necessarie per la carcerazione preventiva che può fare la differenza. La limitazione dell’uso di questo strumento, troppo spesso utilizzato con funzione anticipatoria di condanna, può rendere il flusso carcerario meno intenso e dunque più facilmente gestibile.


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