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Studio compiuto alla Facoltà di Agraria all’Università di Firenze sugli uliveti toscani

Da Antoniobruno5

E’ un micro fungo a far morire gli ulivi

Studio compiuto alla Facoltà di Agraria all’Università di Firenze sugli uliveti toscani  
Studio compiuto alla Facoltà di Agraria all’Università di Firenze, sugli uliveti toscani, riconduce il problema alle conseguenze del riscaldamento globale   Vien quasi da ridere, dopo un inverno eccezionalmente piovoso, pensare che la siccità possa essere la causa prima delle strane morie di olivi.
Ma sarebbe così, secondo uno studio compiuto alla Facoltà di Agraria all’Università di Firenze sugli uliveti toscani. Per i ricercatori, lo stress idrico che subiscono gli ulivi determina la risalita dal terreno del Verticillium Dahliae, un micro fungo presente naturalmente nel terreno che risale attraverso le radici nei vasi legnosi che portano acqua alla pianta, ostruendo il passaggio e facendo essiccare la pianta stessa
Rimedi possibili sono pochi, forse il più praticabile è la pacciamatura delle piante imitando quello che succede naturalmente nei boschi, dove le foglie secche vanno ad accumularsi sul terreno ai piedi dell’albero:
Il problema potrebbe diventare di non poco conto per l’Umbria, regione in cui, mentre in Italia il comparto degli oleifici, con un giro d’affari di quasi 5 miliardi (10% in Umbria) e 158 società di capitali (di cui 10 umbre) è in perdita per oltre 27 milioni, il settore registra un utile di oltre 6 milioni di euro, secondo quanto emerge dall’analisi del Centro studi economico e finanziario Esg89 che, per Il Sole 24 Ore – Impresa & Territori, ha analizzato il mercato
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Benanchi Madda scrive:
 L'ARTICOLO, RIASSUME COME  UNA RICERCA FATTA dal nostro dipartimento (Prof. Capretti, NON Mugnai) su un fungo terricolo Verticillium dahliae, un fungo che penetra nelle radici delle piante occludendo i vasi conduttori di acqua e sostanze nutritive, con il risultato di seccare gli olivi e provocando la cosiddetta "VERTICILLOSI DEGLI OLIVI" . Il metodo messo a punto permette di rilevare l'agente patogeno nel terreno, prima che infetti la pianta, attraverso l'estrazione del DNA dal suolo.I parassiti, tra cui alcuni funghi del genere Verticillium, possono provocare il disseccamento di piante di olivo giovani, in vivaio, o di interi individui adulti ed è stato dimostrato che la tracheoverticillosi dell'olivo, causata da Verticillium dahliae è in espansione nel bacino del Mediterraneo. Le radici infette che rimangono nel terreno dopo l'asportazione delle piante morte costituiscono un focolaio di infezione poiché il patogeno può conservarsi nel terreno anche per 10 anni. Questo metodo da la possibilità di accertare la presenza del Verticillium dahliae dopo pochi giorni invece di alcune settimane necessarie per il classico isolamento su piastra. L'approccio presenta facilità di campionamento, contenimento dei tempi e dei costi di analisi, elevata specificità per il patogeno.
Peraltro, applicato su piante asintomatiche, il metodo darà al patologo la possibilità di intervenire in maniera preventiva, evitando l'abuso di trattamenti chimici, con riscontri positivi dal punto di vista economico e ambientale. Uno strumento diagnostico così rapido e preciso può diventare un metodo d'eccellenza per la diagnosi precoce di questo tipo di malattie, con notevoli ricadute pratiche per l'importanza economica e ambientale dell'olivo. hanno messo a punto il protocollo per rilevare il Verticillium dahliae su olivo. Le prove sono state effettuate in vaso su piantine di controllo sane e su altre opportunamente inoculate con il patogeno e incubate in ambiente controllato, prelevando campioni nel periodo compreso tra l'inoculo e la comparsa dei primi sintomi di malattia. E' stata determinata la quantità minima di sequenza del DNA patogeno rivelabile mediante amplificazione quantitativa, con opportune diluizioni del DNA fungino in quantità fisse di suolo non sterile, e quindi la presenza di sequenze patogene nei campioni di suolo. Il sistema è in grado di quantificare fino a 3,62x10-5 ng di sequenza del patogeno per nanogrammo di DNA da suolo. Ora, se mi chiedi: "è possibile che questa sia la causa anche delle morti degli olivi del salento?" non so risponderti perchè non ricordo se hanno ricercato questo fungo, chiedo, rimane il fatto purtroppo, che i campioni presi erano pieni di XYLELLA quello sì, e che a Bari sono riusciti non solo a caratterizzare il patogeno, ma anche a riprodurre i sintomi.....questo e quanto ad ora, in privato avrei in mente alcuni suggerimenti da dare....sentiamoci domattina. BACI

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