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Tema: Molla l'incipit (romanzo di Sicilia sarà)

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SvolgimentoTema: Molla l'incipit (romanzo di Sicilia sarà)Lo scirocco entra nella Panda verde con la violenza di una fornace incazzata in espansione. I finestrini dell’automobile sono abbassati e questo non aiuta l’abitacolo a rinfrescarsi, anzi, lo trasforma in un piccolo microonde sfondato con dentro un ciclone bollente. Il litorale è sgombro, alle sedici del pomeriggio con quella calura c’è poco da fare. Stare in casa diventa l’unica salvezza. Alla sua destra il mare è calmo e sa di fresco. La sabbia è maculata da banchi di alghe secche che nessuno si è preso la briga di togliere. Il mare avrebbe inghiottito tutto alla prossima marea. Pigramente Ariete aziona la freccia per svoltare a sinistra ed immettersi nel quartiere popolare Cappuccinelli, ma un motorino scassato lo sorpassa ad una velocità da Gran Premio sfiorando lo specchietto retrovisore e facendo inchiodare la Panda sull’asfalto rovente.
‹‹ Cazzo! ›› impreca Ariete e con la destra spinge il clacson mentre con la sinistra manda a quel paese motorino e conducente.

Il Sì della Piaggio frena, sgomma per un paio di metri e il copertone disegna a terra un cobra nero. Il pilota si volta verso la Panda ferma e inclinata al centro della corsia. Ha uno sguardo inespressivo, come se stesse pensando ad altro. Fa inversione e si dirige verso il veicolo. Ariete scende, sorride appena e mentre il ragazzo solleva il motorino sul cavalletto, gli dice:‹‹ Vattene che è meglio! ››Poi il buio. Il sole si fulmina e lo scirocco ammutolisce mentre il corpo di Ariete si schianta al suolo.*

U’muto frena il suo motorino truccato all’ultimo momento. Sgomma mettendosi in piedi sui pedali del Sì e mette in cavalletto al volo, a pochi centimetri dal marciapiede. Si dirige dentro lo scarno alimentari, prende una birra gelata, la apre e si mette fuori a scolarsela. Qualche volta sputa a terra, così, per circostanza. Gli fa schifo deglutire la sua saliva. Nino detto Attuppateddu lo raggiunge quando la birra è quasi terminata e calda come il brodo di pesce di sua nonna. Non si dicono niente. Poco prima di montare sul motorino U’muto fa finta di dare una testata ad Attupateddu che si volta di scatto chiudendo gli occhi. Sorridono entrambi e partono impennando maldestramente.Raggiungono il negozio di abbigliamento aperto da una settimana, un buco di due stanze con quattro manichini e scaffali pieni di roba da femmine. Avrebbe chiuso di sicuro entro l’anno, ma a loro non gliene frega un cazzo. L’importante è che paghino il mese finché stanno aperti. U’muto entra per primo, come sempre. Guarda le tette dei manichini, fa una faccia noncurante che si vede che è una finta faccia noncurante e si volta verso il bancone pronto a minacciare. Lei è lì. Vestita di nero. Sorride pronta a vendere le più belle magliette economiche di tutta la Sicilia. U’muto resta muto, pochi secondi dopo, giusto il tempo di tre respiri che non ha emesso, afferra Attuppateddo per un braccio e lo trascina via. Lo spinge contro il motorino come fosse un figlio indisciplinato da riportare a casa. Attuppateddo inizia a sbavare per il nervoso, ma non dice niente, si lascia trascinare e sbattere. U’muto accende il Sì con meno di mezza pedalata. Imboccano Via Fardella, poi svoltano a destra e si perdono dentro alcune stradine meno strette del loro umore.Girolamo Grammatico(dal suo romanzo in progress)

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