Magazine Diario personale
Mi ritrovai così. Legato ad una specie di sedia elettrica senza elettricità, praticamente era una sedia di legno normale. Polsi e caviglie legate ben strette. Davanti a me c’era un televisore, uno di quelli vecchi e scrausi, con l’antenna che spuntava da dietro, forse per non dare nell’occhio con una grande e non pagare il canone. Non capivo bene come e perché ero in quelle condizioni, facile che di mezzo ci fosse una dose di rufis o di qualche altra droga pesante messa a mia insaputa nel bicchiere dove bevevo del White Russian. Si aprì una porta ed entrò un pezzo di figliola niente male, il suo corpo aveva delle curve che mi facevano pensare che da un momento all’altro sarebbero entrati quattro achei incazzosi pronti a riportarla al re di Sparta. Il suo volto era coperto da una maschera veneziana.La guardai e con aria strafottente le dissi che questo non era un racconto per la sezione “Your fetish”, che arrivava tardi e che era fuori luogo. Le conveniva slegarmi e subito. Ma in realtà, le mie, erano solo le minacce di un panda fatte davanti ad una tigre del Bengala: inutili e da ridere. Però non rideva nessuno.Lei si scoprì il volto e mi mostrò la sua graziosa faccina. Era una mia ex, non la vedevo da un po’. Non ci eravamo lasciati troppo bene e dovevo supporre che avesse covato vendetta, una di quelle terribili, talmente brutta e tragica che sicuramente qualche americano ci avrebbe rigirato un remake con grandi attoroni. Se fosse quello il caso, vorrei che la mia parte fosse interpretata da Steve Buscemi, ma forse è chiedere troppo.
La mia ex mi sorrise, ma non prometteva niente di buono. Si avvicinò verso la televisione e l’accese. Lo schermo si illuminò e venne fuori l’Ariston, la Littizzetto, Fazio e tanti altri. Mi voleva obbligare a vedere il festival di Sanremo, una delle cose che più odio della televisione italiana insieme alle partite di calcio, a Domenica In, ai vari reality, ai vari Voyager, sì.. c’è poco in effetti che mi piaceva, a parte la vecchia trasmissione di Lea di Leo in quarta serata su La9. Guardai quel demonio di donna negli occhi e implorai pietà, avevo perso tutta la mia spavalderia. “Ti prego, no, non ce la faccio, la tortura è vietata dalla costituzione di Ginevra e forse in qualche parte della Costituzione italiana, sempre se non l’hanno cambiata un’altra volta. Liberami, sarò migliore, ti giuro, pietà, pietà, pietà, non posso sentire la voce della Littizzetto, nemmeno guardare i mezzi sorrisi di Fazio, che tra l’altro non mi ha mai chiamato da lui a presentare il mio libro, no, no, please, liberami in onore dei vecchi tempi”.Aprì la bocca e fu come sentire la voce di Dio dentro al roveto ardente: “Ti guardi tutte e cinque le serate. Una dopo l’altra”.“No, ti prego, mia principessa, mia regina, mia quello che vuoi tu! Vuoi veramente che io me ne stia qui legato? Devo sorbirmi i discorsi di Carla Bruni? Mi convincerà ad arruolarmi nella Legione Straniera e a fare un salto in Mali? Ti prego, ascoltami, liberami! Ci saranno anche come ospiti a sorpresa il Baudo e la Carrà? La santa inquisizione ha usato mezzi più umani per rimettere la gente sui giusti binari, però con questo non voglio dire che se la santa inquisizione avesse avuto a portata di mano San Remo non l’avrebbe utilizzato… No, pure Paolo Giordano nella giuria? Ma che ci fa quello là? Ha già finito di scrivere libri precotti? Come voti alle canzoni darà solo il 2, il 3, il 5, il 7, l’11 e così via? Tutti numeri così dannatamente soli. Non posso vedere una cosa del genere”.A nulla valevano i miei discorsi. Mi rimaneva solo una mossa da fare, l’unica per salvarmi da quei cinque giorni di festival. Mi rivolsi direttamente all’altro me stesso che stava scrivendo il racconto. Cominciai a urlare e a farmi sentire. “Ehi! Coso! Diamine, che stai facendo! Mai come oggi mi hai trattato così male. Al tuo prossimo racconto, neanche mi presento sulla scena. Stai esagerando e lo sai. Ti ricordi il Vangelo? Tratta il prossimo tuo come te stesso. E proprio questo fai a te stesso? Fai qualcosa e subito!”
Finale 1
A quel punto il televisore si fulminò e cominciò a venir fuori da dietro di esso un po’ di fumo e puzza di bruciato. Tirai un sospiro di sollievo, il più era fatto, bastava da risolvere la faccenda della mia ex, che tra l’altro mi stava guardando sconcertata. E fu proprio in quel momento che entrarono in scena delle scimmie volanti, urlando e facendo il disastro. Afferrarono la mia ex e la portarono via con sé, lasciando intorno a me uno strano silenzio. Guardai verso l’alto e mi dissi: “Veramente? Non c’era un altro finale valido oltre a questo?”.
Finale 2
A quel punto il televisore si fulminò. I miei discorsi avevano fatto centro. Tirai un sospiro di sollievo e mi sentii libero, anche se ero ancora legato a quella maledetta sedia di legno. Dovevo ancora liberarmi della mia ex e fu così che vidi una cosa sconcertante: la mia ex si era rimessa la maschera e, inginocchiatasi di fronte a me, mi abbassò la cerniera dei pantaloni. Guardai verso l’alto e mi dissi: “Grande, sei tornato a essere il mio scrittore preferito!”.
Andrea Roma
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