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Tema: Otto Marzo

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SvolgimentoTema: Otto MarzoNon so perché mi chiamo così, l'ho chiesto più volte alle suore dell'orfanotrofio, ce n'è una grassa che non fa altro che infilarsi le dita nel naso di nascosto, io lo so perché la vedo da fuori, attraverso i vetri del finestrone che affaccia sul cortile, lei pensa di non essere vista, si aggiusta il velo, si guarda riflessa e poi si infila le dita nel naso. A me le suore non piacciono, non mi piace che mettano in coda a tutto quello che dicono una parola di rimprovero, che noi siamo sempre lì a fare peccati veniali e mortali, dobbiamo stare attenti perché ci finisce male, che loro sono le sole a rigar dritto e noi ragazzi tutte pecore nere da destinare all'inferno, e guai a chi si tocca in camerata o in bagno.Otto Marzo, non lo so perché mi hanno chiamato così, dovrei avere un nonno o almeno un lontano ascendente di origine germanica, che possa giustificare il nome, o forse germanico era quel fornaio che mi ha trovato sulla cunetta accanto al marciapiede, o la moglie di lui, o un parente, oppure mi hanno chiamato così proprio perché non conoscevano nessuno che avesse un nome di derivazione germanica, o speravano che con un nome così un industriale tedesco mi avesse potuto adottare con facilità.
Invece mi ritrovo a quasi sedici anni ad abitare con un gruppo di sorelle semistagionate, tutte quante già abbastanza piccanti e acidule, con la fissazione di ripetere il rosario anche più pomeriggi al giorno. Ne ho visto uno elettronico, ultimo grido della tecnologia, basta premere un pulsantino e fa tutto da solo, preghiere misteri eccetera, e tu devi solo ripetere gli orapronobis, tanto vale ci mettevano anche quelli, in più la voce registrata è quella del santopadre. Costa solamente ventinove euro e novanta, basta ordinarlo e te lo portano a casa.Tra un rosario e l'altro, capita anche che ci danno il permesso per una passeggiata fino alla piazzetta della borgata tra le pinete, ma solo di domenica. Noi usciamo in piccoli branchi spaesati, sembra che non abbiamo visto mai le strade asfaltate e camminiamo lungo il margine erboso bagnato. Ci sono delle persone che mi chiedono il nome, io rispondo Otto Marzo, e loro dicono Non la data di nascita, devi dire il nome e il cognome, poi glielo spiego e allora scoprono che sono un trovatello vittima delle suore dell'orfanotrofio e si guardano tra loro, si fanno di cenni.Se mi chiedono la data di nascita, io rispondo che non la so, la mia data di nascita, le suore mi hanno detto che sono stato trovato da un fornaio che andava al suo forno una mattina presto, lì sulla cunetta dove mi aveva dimenticato mia madre, lui mi ha lasciato in consegna alle suore e alla loro richiesta specifica, pur non avendo parenti germanici, mi ha chiamato Otto Marzo.Dicono che l'otto marzo è la giornata della donna, l'ho sentito dire a qualcuno dei miei compagni di classe che vengono dalla borgata, loro non sono orfani, anzi ce n'è uno che si chiama Ottavio quasi come me, ma si chiama così perché è l'ultimo di otto figli, ha sette sorelle più grandi di lui, io invece mi hanno trovato da solo senza fratelli, e a momenti morivo di freddo. Anche Ottimo non mi sarebbe dispiaciuto come nome, forse un po' presuntuoso, ma sarebbe stato tutto più facile per me e per gli altri. Fate largo, ecco che arriva l'ottimo Ottimo.

Giornata della donna, vuol dire che il giorno del mio nome si celebra la donna che è portatrice di genere femminile singolare, mia sua tua, così spiegano le suore, è la cosa che la rende differente dagli uomini maschi, perché sono uomini anche loro, le donne e le suore, ognuno con il proprio genere. Infatti, sempre qualcuno dei miei compagni dice che una delle sue sette sorelle grida spesso Io sono mia, non dice né tuo né vostro, né altri pronomi possessivi, e questa già è una spiegazione. Le suore però non ci dicono che le donne sono anche portatrici di tette e di altre parti piacevoli, che ho scoperto di nascosto nella camerata su un catalogo postalmarket vecchio di un mio campagno da fuori. Sono sicuro che la festa della donna l'hanno inventata per celebrare quelle donne lì, del postalmarket, e di certo non avevano in mente le suore dell'orfanotrofio, per loro ci vorrebbe una giornata apposta, visto che non si appartengono, e un'altra giornata già che ci siamo anche per gli orfani trovatelli, ma più allegra, una specie di carnevale.Il fornaio che mi ha trovato forse pensava alla giornata della donna, a sua moglie o alla fidanzata o all'amante, oppure al fatto che quel giorno di marzo era la ricorrenza del suo matrimonio o della sua vedovanza, ognuno è libero di scegliere, pensava a questo quando mi ha dato quel nome, Otto Marzo, o forse era soltanto perché gli piaceva l'idea di dare a un bambino trovatello un nome germanico, era da sempre il sogno della sua vita.Io, quando alla piazzetta mi chiedono il nome, alcune volte rispondo Ich weiss nicht, vuol dire Non lo so, però in tedesco, così pensano che si, sono un trovatello, ma provengo da oltre le Alpi e mi guarderanno con gli stessi occhi ammirati con cui si guarda lo straniero che viene in vacanza qui da noi.

Raimondo Quagliana

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