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Terminator 2 – Il giorno del giudizio – James Cameron, William Wisher Jr. (script)

Creato il 24 maggio 2015 da Maxscorda @MaxScorda

24 maggio 2015 Lascia un commento

JOHN: Non sopravvivremo, vero? Noi umani, dicevo.
TERMINATOR: È nella vostra natura distruggervi.
JOHN: Già, una bella rottura.
DONNA: Piantatela o vi riempio di schiaffi a tutt’e due. Andiamo.
SARAH: Devo conoscere come sarà costruito Skynet, chi è il responsabile.
TERMINATOR: L’uomo più direttamente responsabile è Miles Bennet Dyson.
SARAH: Chi è?
TERMINATOR: Il direttore dei progetti speciali alla Cyberdyne Systems Corporation.
SARAH: E perché lui?
TERMINATOR: Tra pochi mesi perfezionerà un tipo rivoluzionario di microprocessore.
SARAH: Continua. E dopo?
TERMINATOR: Fra tre anni la Cyberdyne diverrà fornitrice di sistemi informatici militari. Tutti i bombardieri Stealth verranno dotati di computer, e saranno automatizzati, il che significa che voleranno senza bisogno di equipaggio. Lo Skynet verrà finanziato ufficialmente. Il sistema entrerà in funzione il 4 agosto 1997. Il sistema di difesa prescinde dalle decisioni umane, SKynet comincerà ad autoistruirsi. Diverrà autocosciente alle 2:14 del giorno 29 agosto. Prese dal panico le autorità gli ordineranno di disinserirsi.
SARAH: Skynet non obbedisce.
TERMINATOR: Già. E lancia i suoi missili contro i bersagli in Russia.
JOHN: Perché attaccare la Russia? Non è amica nostra adesso?
TERMINATOR: Perché Skynet sa che il contrattacco russo eliminerà i suoi nemici da questa parte.
SARAH: Cristo! Tu che cosa sai di questo Dyson?
TERMINATOR: Ho i dettagli in memoria.
SARAH: Voglio sapere tutto. Che aspetto ha, dove abita, tutto quanto.

SARAH: Aspettate in macchina. Enrique! Estás aquí?
ENRIQUE SALCEDA: Eres muy nerviosa, Connor.
SARAH: Y tu?
ENRIQUE: Ah, ah, ah, ah!
SARAH: Siempre como un serpente.
ENRIQUE: Ehi, que bueno verte, Connor!
SARAH: Come te la passi?
ENRIQUE: Muy bien, carajo muy bien. Yolanda! Tenimos visitas, carajo, trae pinche tequila!
YOLANDA SALCEDA: Vamo chicos.
ENRIQUE: Ehi, Big John, como te va?
JOHN: Alla grande.
ENRIQUE: E questo gorilla quien es?
JOHN: È un ganzo, Enrique, está conmigo. È… mio zio Bob.
YOLANDA: Sarah!
JOHN: Zio Bob, questo è Enrique.
YOLANDA: Benvenida!
ENRIQUE: Tío Bob, eh?
SARAH: Quanto tempo, eh?
YOLANDA: Que bueno verte.
ENRIQUE: Okay. Okay.
YOLANDA: Bonito!
JOHN: Como estas?
YOLANDA: Como estas? Que grande estas mi hijo!
ENRIQUE: Bevi.
TERMINATOR: Zio Bob?
JOHN: Eh… sì…
ENRIQUE: Oye, Sarah, stai diventando famosa. In toda le televisioni, fotografie tue, de Juanito, del tuo amigo… Gli sbirri estanno diventando pazzi per cercarte. Ehi, Lola, prendi il nino.
SARAH: Devo prendere la mia roba: vestiti, viveri, e uno dei tuoi furgoni.
ENRIQUE: Quieres tambien i miei denti de oro?
SARAH: Adesso, Enrique. Voi due sarete la squadra armamento.
JOHN: Vieni, andiamo. Ha questo di buono, mia madre: è sempre pronta a tutto.
TERMINATOR: Perfetto.
ENRIQUE: Ecco fatto. Questo è il mejor che tengo, però il motorino està rotto. Tienes el tiempo per cambiarlo?
SARAH: Sì. Aspetto la notte per passare il confine.
ENRIQUE: Okay.
JOHN: Io sono cresciuto in posti come questo, e credevo che tutti vivessero cosi, andassero in giro in elicottero a far saltare tutto in aria. Hm! Ti senti a casa tua, eh? Quelli con cui si metteva mia madre erano fenomeni da baraccone. Ma c’è stato un tizio che era una specie di drago. M’ha spiegato i motori.
TERMINATOR: Reggi qui.
JOHN: Mamma, però, rovinò tutto. Continuava a parlargli del "Giorno del giudizio", gli diceva che io sarei diventato il capo del mondo, e allora quello ha tagliato la corda.
TERMINATOR: Chiave a catena, prego.
JOHN: Tieni. Vorrei aver conosciuto mio padre.
TERMINATOR: Lo vedrai.
JOHN: Si, certo. Quando avrò 40 anni, più o meno. Tornando indietro nel tempo, fino al 1984. Cavolo. Neanche è nato ancora. Roba da mal di testa.
TERMINATOR: L’altro perno.
JOHN: Ah, tieni. Lui e la mamma sono stati insieme solo una notte. Credo che lei lo ami ancora. La vedo piangere certe volte. Lei nega, naturalmente. Dice che ha un bruscolo in un occhio.
TERMINATOR: Perché piangete?
JOHN: Vuoi dire noi umani?
TERMINATOR: Sì.
JOHN: Non lo so. Piangiamo quando qualcosa ci fa male.
TERMINATOR: Il dolore causa pianto?
JOHN: Eh, sì, anche, ma è diverso. È peggio quando non hai niente ma ti senti male lo stesso. Lo capisci?
TERMINATOR: No.
JOHN: Cavolo, sei bravo!
TERMINATOR: No hay problema.
JOHN: Dammi il cinque! Dai, metti la mano in questo modo. Okay, ora tocca a te: dammi il cinque! Fa’ la stessa cosa, fa’ come me. Ah, perfetto. Acci… Okay, adesso fa’ quest’altro: dammi il cinque in alto. Un cinque in basso. Ah-ha! Sei lento, eh, eh! Ah, stavo scherzando, proviamo ancora, dai. Prova. Su. Bravo! Ora tocca a me. Dammi il cinque.
SARAH: Guardando John con quel robot, tutto mi divenne chiaro. Il Terminator non si sarebbe mai fermato, non lo avrebbe mai lasciato. Né lo avrebbe mai fatto soffrire, né lo avrebbe sgridato. Non l’avrebbe picchiato, né avrebbe trovato scuse per non stare con lui. Gli sarebbe sempre stato accanto, e sarebbe stato pronto a morire per proteggerlo. Di tutti i padri putativi, fin troppo umani, che si erano avvicendati attraverso gli anni, questo robot sarebbe stato l’unico uomo giusto. In un mondo pazzo era la scelta più sensata.
ENRIQUE: Dice di partire por il sud con lui come stabilito. Lei vi raggiungerà domani, dall’altra parte.
JOHN: Mamma! Mamma! Aspetta! Non esiste il destino. Il destino è quello che noi ci creiamo. Glielo disse mio padre. Cioè, fui io che feci in modo che lui glielo dicesse. Lascia perdere. Na. Allora. La frase intera è: "Il futuro non è fissato. Il solo destino è quello che ci creiamo noi".
TERMINATOR: Lei intende cambiare il futuro.
JOHN: Sì, credo di sì. Oh, cavolo!
TERMINATOR: Dyson!
JOHN: Sì, è andata da lui. Miles Dyson! Lei vuole eliminarlo! Avanti, andiamo! Coraggio, andiamo! Andiamo! Muoviamoci!
TERMINATOR: È tatticamente pericoloso.
JOHN: Va’ più veloce.
TERMINATOR: Il T-1000 ha gli stessi files che ho io. Sa quello che io so e può prevedere questa mossa.
JOHN: Non m’importa, dobbiamo fermarla.
TERMINATOR: Uccidere Dyson potrebbe evitare la guerra.
JOHN: Non m’importa! Ma non hai imparato niente? Non hai ancora capito perché non si può ammazzare la gente?

TARISSA DYSON: Danny, ti ho detto di andare a letto sùbito. Ubbidisci!
DANNY DYSON: Solo due minuti, mamma!
TARISSA: È ora di andare a letto. Vieni a lavarti i denti e poi a dormire.
DYSON: Danny! Ah! Ah! Ah!
DANNY: Papà!
DYSON: Va via! Danny, vattene! Vattene! Danny, vattene!
DANNY: Mamma!
TARISSA: Miles!
DYSON: Ah! Ah!
TARISSA: Miles!
DANNY: Mamma!
DYSON: Tarissa!
TARISSA: Oh, mio dio!
DYSON: Tarissa, prendi Danny e scappa! Corri!
TARISSA: Oh, mio Dio! Miles!
DANNY: Papà!
TARISSA: Danny! Danny, torna sùbito qui!
SARAH: Non muovetevi o vi ammazzo!
DANNY: Non fare del male al mio papà!
SARAH: Stenditi! Stenditi sul pavimento! Buttati a terra, perdio!
DANNY: Non fare del male al mio papà!
SARAH: Lèvati di mezzo!
DANNY: Non fargli male!
TARISSA: No!
SARAH: Per terra, presto!
TARISSA: Danny, mettiti giù!
SARAH: A terra!
DYSON: La scongiuro, lasci andare il bambino.
SARAH: Chiudi il becco. Chiudi il becco. Sta’ zitto! È tutta colpa tua, brutto figlio di puttana! È colpa tua!
DYSON: Cosa?
SARAH: Non te lo lascerò fare!
JOHN: Siamo arrivati tardi. Tu pensa a loro.
TARISSA: Oddio.
JOHN: Guardami, mamma. Sei ferita? Guardami.
SARAH: Io stavo per… Io stavo per…
JOHN: È finita, andrà tutto a posto. Troveremo un altro sistema, okay? Promesso.
SARAH: Sei venuto qui per fermarmi.
JOHN: Sì, certo.
SARAH: Ti amo, John. Ti ho sempre amato.
JOHN: Lo so.
TERMINATOR: Penetrazione pulita. Niente fratture ossee. Regga qui. Dovrebbe arrestare l’emorragia.
DYSON: Ditemi chi siete.
JOHN: Fagli vedere. Danny, Danny, vieni un po’ con me adesso, okay? Mostrami la tua stanza.
DYSON: Oh mio dio!
TERMINATOR: Ora ascoltatemi molto attentamente. Tutti i bombardieri Stealth verranno dotati di computer.
SARAH: Dyson ascoltava l’esposizione del Terminator. Skynet, il "Giorno del giudizio". La storia delle cose a venire. Non capita tutti i giorni di scoprire che si è responsabili di tre miliardi di morti. Alla fine era sconvolto.
DYSON: Ho come voglia di vomitare. Mi state giudicando per colpe che non ho ancora commesso. Come potevamo sapere?
SARAH: Già, è vero! Certo, come potevate saperlo? I figli di puttana come te hanno fatto la bomba all’idrogeno. Sono i maschi come te che l’hanno inventata. Vi credete tanto creativi! Non capirete mai che cosa significa veramente creare, creare una vita, sentirsela crescere dentro. Tutto quello che voi sapete creare è morte e distruzione!
JOHN: Mamma! Mamma! Dobbiamo essere un po’ più costruttivi, okay? Dobbiamo ancora impedire che questo avvenga, sì o no?
TARISSA: Ma io credevo… Non staremo già cambiando le cose? In questo momento non cambiamo il futuro?
DYSON: Esatto. Nessuno mi costringerà a finire il processore. Non più. È finita, io mi tiro fuori. Lascio la Cyberdyne domani.
SARAH: Questo non sarà sufficiente.
TERMINATOR: Nessun altro dovrà farlo.
DYSON: È vero. Okay, allora… Distruggeremo tutto il materiale, gli archivi, le memorie. Tutto, tutto quello che esiste. Tutto quanto. Non mi interessa. Il chip. Lo sapevate del chip?
SARAH: Quale chip?
DYSON: Lo tengono nel caveau della Cyberdyne. Dev’essere quello del tuo predecessore.
TERMINATOR: Il CPU del primo Terminator.
SARAH: Figlio di puttana, lo sapevo!
DYSON: Ci hanno detto di non chiedere dove l’avevano avuto.
SARAH: Quei figli di puttana!
DYSON: Roba terribile, molto sofisticata. Cioè, era schiacciato e non funzionava, ma ha dato delle idee, ci ha spinto verso nuove direzioni alle quali non saremmo mai… Tutto il mio lavoro è basato su quello.
TERMINATOR: Deve essere distrutto.
DYSON: Giusto.
SARAH: Puoi farci entrare evitando i controlli?
DYSON: Io credo di sì. Quando? Adesso?

SARAH: Il futuro, che mi era sempre stato così chiaro, era divenuto come una strada buia. Eravamo in un terreno inesplorato, ora. Facevamo la storia in quel momento.


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