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The Voice of Italy” (28/05/2014): esce Daria Biancardi e con lei anche … “the Voice”

Creato il 31 maggio 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

The Voice 2: le pagelle del secondo Live. Daria Biancardi, la perfezione diventa emozione

Si stenta a crederci, eppure è accaduto: Daria Biancardi, talento di notevole spessore, è stata eliminata alla semifinale di “The Voice of Italy” (28/05/2014), già svantaggiata dal punteggio attribuitole dal suo “coach”, Piero Pelù, inferiore a quello del contendente della sua stessa squadra, Giacomo Voli, non è riuscita a risollevarsi nemmeno con il televoto del pubblico a casa, che fra il ragazzo con lunga chioma sciolta, giubbotto di pelle e aria da “rocker” maledetto anni ’70 d’oltreoceano, voce apprezzabile, non lo si nega, ma non certo strepitosa e la madre di famiglia appena sotto la quarantina, dall’aspetto comune, rotondetta e un po’ “forte” di taglia nei “punti nevralgici” ma che in gola ha un’orchestra sinfonica, ha optato decisamente per il primo; colpa delle “quote rosa”, di solito numericamente rilevanti nelle “sfide al telecomando” dei “talent”, conquistate dall’aspetto “intrigante” del giovanotto o piuttosto dei votanti appassionati di “rock”, genere che è proprio del “team” Pelù, forse più propensi a vederlo rappresentato “al maschile”, visto che da noi è sempre stato così anche fra i “big” e la Nannini è una “mosca bianca”? Nelle valutazioni e nei verdetti dei telespettatori, in generale, comunque, non si sa mai quanta parte abbia la considerazione delle effettive e oggettive capacità di un aspirante artista rispetto ad altri fattori che vi prescindono del tutto, ma come spiegarsi lo scandaloso “voltafaccia” del “tutor”, Piero Pelù? Daria Biancardi, alle “Blind Auditions”, con il pezzo “I have nothing” (“hit”di Whitney Houston) ha letteralmente mandato in delirio lo studio, con il pubblico impazzito che continuava ad applaudire durante l’esecuzione e i quattro insegnanti che si sono girati tutti con le loro poltroncine, estasiati, “El Diablo” per primo, dopo aver sussurrato alla Carrà “Questa è una bomba!” e alla cantante “Non ti posso descrivere la quantità di orgasmi … musicali che ho provato …”, senza contare le innumerevoli volte che, in seguito, ne ha lodato la “varietà timbrica”, la “versatilità”, la capacità di “soffiare e spingere”, le interpretazioni mozzafiato, la voce “black”, graffiante come i suoi unghioni “ad artiglio”, ma mercoledì, tutto ad un tratto, ha preferito a tutto questo i “virtuosismi impegnativi” di Giacomo Voli, lodevole, a suo parere, per lo sforzo fatto nel cercare “la tonalità giusta per le proprie caratteristiche” in un brano degli Skunk Anansie, ma allora a che gioco giochiamo?Che qualche casa discografica si sia già accaparrata gli elementi in odore di “scrittura”?Tutto porta a pensarlo, se funziona come l’anno scorso. E come la mette Pelù con alcune sue recenti affermazioni, volte a esaltare l’eccellenza di “The Voice of Italy” rispetto a trasmissioni canore similari, più condizionate dalla ricerca del “personaggio” che delle qualità artistiche intrinseche dei concorrenti?Le “Blind Auditions”, dove chi giudica deve solo ascoltare, senza vedere chi canta, come è stato spiegato, dovevano avere il vantaggio, in teoria, di non discriminare i partecipanti in base all’età, al sesso, all’aspetto fisico ecc., privilegiando unicamente le voci e invece i criteri selettivi, alle ultime battute, come si vede, sostanzialmente non differiscono da quelli dei programmi da cui si sono prese le distanze.  Dispiace sinceramente per Daria, voce internazionale, vent’anni di gavetta alle spalle, una lunga permanenza a New York, dove si è esibita in molti locali, riscuotendo un lusinghiero successo, a dimostrazione, una volta di più, del suo valore, considerando che all’estero, paesi anglosassoni in testa,la tendenza è a premiare, preferibilmente, il “prodotto locale”. E non mancano i commenti infiammati, per lei, su “You Tube”: “Una spanna sopra gli altri”, “Fuoriclasse”, “Vulcano palermitano” e una sequela di “fantastica”, “grandiosa”, “meravigliosa”. La Carrà stessa, rimasta sbalordita al termine della sua superba interpretazione di “Listen”, ai “Knockout”, si era lasciata sfuggire, contro l’interesse del suo stesso “team”, il seguente commento “E’ lei – the Voice -!” Magari il pronostico si fosse avverato, purtroppo è prevedibile che dovremo sorbirci una “finale” poco adrenalinica e dall’esito probabilmente fin troppo scontato, con “Sister Act”, alias suor Cristina, fenomeno mediatico del momento, che parte già in “pole position” e con buon distacco dagli avversari, vedremo ugualmente come andrà a finire e …. così sia.


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