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Thor: The Dark World (3D)

Creato il 25 novembre 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

1La saga cinematografica Marvel dedicata ai suoi supereroi, in particolar modo dopo The Avengers (2012, Joss Whedon), si è caratterizzata, pressoché definitivamente, come un punto d’incontro tra due diversi tipi di serializzazione, quella di stampo fumettistico e quella più propriamente televisiva, opportunamente adattate per il grande schermo seguendo quelle che, ad avviso di chi scrive, possono ormai ritenersi delle consolidate linee di base. Ecco quindi un plot narrativo capace di andare incontro a diverse istanze e garantire un apprezzamento generalizzato, una regia spesso anonima o comunque fedele nel seguire le impostazioni di scrittura, il tentativo di conciliare toni epici e superomistici con una certa dose di ironia, un incedere lento e preparatorio, fra flashback, tormenti interiori e scaramucce varie, alla fase cruciale, concentrata in genere verso un finale in crescendo, dominato da scene d’azione allo stato puro ed un uso mirato dell’effettistica digitale (con l’impiego di un 3D, aggiunto in fase di postproduzione, a far da fumo negli occhi).

Chris Hemsworth ed Anthony Hopkins

Chris Hemsworth ed Anthony Hopkins

A dare un minimo di caratterizzazione cinematografica intervengono a supporto qualche valida intuizione registica sparsa qua e là o interpretazioni attoriali capaci di conferire un gigionismo “piacione” ad un naturale carisma (Robert Downey Jr. e il suo Iron Man).
Non si distacca dalla suddetta impostazione Thor:The Dark World. Il dio del tuono, dopo un esordio fra le mani di Kennet Branagh (2011), il quale aveva dato vita ad un innocuo e luccicante trastullo, tentativo ameno di conciliare il Bardo con l’universo pop (illusione d’autore alla luce di un cospicuo guiderdone), giunge ora in quelle di Alan Taylor, valido regista (attivo soprattutto in televisione, The Sopranos, Il trono di spade), mentre lo script è affidato a Christopher Yost, Stephen McFeely e Christopher Markus.
La storia prende piede tramite un flashback introdotto dalla voce narrante di Odino (Anthony Hopkins), che ci riporta indietro nel tempo, alla battaglia ingaggiata, e vinta, da suo padre Bor contro gli Elfi Oscuri guidati da Malekith (Christopher Ecclestone) per sottrarre loro un misterioso elemento, l’Aether, idoneo a condurre il mondo verso l’oscurità.

Tom Hiddleston ed Hemsworth

Tom Hiddleston ed Hemsworth

Si torna poi al presente, quasi due anni dopo gli eventi di New York che hanno visto costituirsi il gruppo dei Vendicatori: mentre il perfido Oki (Tom Hiddleston) viene affidato da papà Odino alle asgardiane galere, suo fratello Thor (Chris Hemsworth) è impegnato a concludere con successo la missione volta a portare la pace nei Nove Regni. Ma, complice l’ormai prossimo allineamento dei pianeti e la conseguente mescolanza fra le varie dimensioni, il citato Aether, nascosto ma non distrutto, è pronto, così come il redivivo Malekith e la sua armata, a riemergere dall’ignoto, impossessandosi del corpo di una vecchia conoscenza, cara al Dio del tuono, la scienziata Jane Foster (Natalie Portman) …
Piuttosto scomposto, ora esagitato, ora confuso, Thor:The Dark World soffre in particolar modo di una sceneggiatura chiaramente in divenire, soggetta a vari mutamenti in corso d’opera, col risultato di dar vita a dei singoli siparietti cui un minimo di diligenza registica tenta di conferire dimensione unitaria.

Natalie Portman ed Hemsworth

Natalie Portman ed Hemsworth

E così il buon Taylor prova a darsi da fare, tra momenti che si vorrebbero epici (la battaglia iniziale), nel lieto miscuglio di effettistica digitale e funzionale regia, altri drammatici (nulla di nuovo, la consueta faida familiare, il conflitto tra due fratelli dall’opposto carattere, la bramosia di potere a far da scenario dominante) in alternanza a situazioni ironiche (il duo Darcy/Kat Dennings- Ian/Jonathan Howard, cui si unisce Stellan Skarsgård, nel ruolo del Dott.Erik Selvig; qualche gag di Thor alle prese col “logorio della vita moderna”) e maldestramente sentimentali (il blando triangolo fra la divinità norrena, la terrestre Jane e la guerriera asgardiana Sif, Jaime Alexander).
Certo, rispetto a Branagh è evidente una più coerente e lineare impostazione da comic movie, ma il film non trova mai una sua dimensione propriamente caratterizzante, un amalgama veramente convincente fra i vari elementi, riempie gli occhi ma non riesce, almeno questa è stata la mia primaria sensazione, a coinvolgere e ad appassionare, complice anche Hemsworth, che qui quanto a carisma ed espressività è pari solo al Mjolnir, il magico martello, arma micidiale del divino Thor.

Christopher Ecclestone

Christopher Ecclestone

E non è che il resto del cast brilli al riguardo, vedi Sir Hopkins, funzionale cammeo, pronto uso per tutte le stagioni, o una scipita Portman (come Thor la prediliga alla conterranea Sif, prescelta anche da babbo Odino, è uno dei misteri dell’amore, anche cinematografico), fatta eccezione per Tom Hiddleston, che offre nella sua interpretazione di Oki una caratterizzazione da villain navigato, mellifluo, disperato, cinico e disilluso. E’ lui la vera anima del film o comunque quella volta a costituire l’autentico coup de theatre dell’intera narrazione, tra splendide battute e situazioni ironiche ora azzeccate (vedi la trasformazione in Captain America), dominando e caratterizzando cinematograficamente un finale che, al di là dell’ intuibile resa dei conti fracassona ed iperbolica a danno del quartiere di Greenwich, con vari salti dimensionali a cavallo di più mondi (dove, pur se gli effetti digitali spiegano ancor di più le ali, il 3D appare del tutto inutile), riserva poche sorprese se non il consueto anticipo delle prossime puntate durante e dopo i titoli di coda.

Jaime Alexander

Jaime Alexander

In conclusione, Thor:The Dark World si sostanzia come un ordinario film d’intrattenimento, che probabilmente farà felice i vari fan, la cui necessità di realizzazione, più che nel conferire inedita dimensione al supereroe nato in Marvel nell’agosto del ’62, mutuato dalla mitologia norrena ad opera di Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni), consiste nell’oliare ulteriormente gli ingranaggi della poderosa macchina bellica Marvel-Disney:porre a compimento il ben programmato paradigma commerciale, che, forte di un successo planetario, non può conoscere ostacoli, palesandosi alla fine come il vero ed unico supereroe.


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