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Da Ata
Ata è in camera sua.Sta mettendo a posto i libri, quelli dell'esame che ha dato, e ha iniziato a sbirciare il programma del prossimo.Un primo morbido approccio, poi fra qualche giorno si metterà a studiare seriamente.Non sta male, no.Il messaggio di Filippo di qualche sera fa, l'ha fatta salire su di una nuvoletta rosa, dalla quale non è ancora scesa.Non l'ha detto a nessuno, ha voluto tenerlo per sé almeno un po'.Ogni tanto rilegge quelle tre semplici parole, accarezza il cellulare e  lo stringe forte al petto.Ecco, sta più per conto suo, ultimamente. Sente il bisogno di riordinare i pensieri, di ammirare il suo segreto, di accogliere il calore che quel messaggio le infonde.Un po' come quando fa freddo e si cercano di catturare i raggi di un tiepido sole invernale, per trattenere il dolce tepore che riescono a dare.E fa freddo, in questo periodo.Sorride tra sé volgendo lo sguardo verso la finestra.Toc! Toc!"Avanti!"I due nipotini fanno capolino nella stanza.Compiti e un po' timidi.Ata li guarda stupita."Ehi, cos'è successo?"Nà le si avvicina e le punta i suoi profondi occhi neri sul viso."Zia, ma tu hai freddore?"Sorride divertita."Il raffreddore? No."Lò la guarda attento."Non sei malata?"Li osserva perplessa."No, perché me lo chiedete?" I due bambini si scambiano un'occhiata incerta, poi decidono di vuotare il sacco: "Ci hanno detto di fare i bravi, perché tu sei malata, e che, se noi facciamo i cattivi, poi piangi."Lei resta qualche secondo a bocca aperta.Diecimila pensieri si rincorrono nella sua testa."E chi vi ha detto questa cosa?" domanda infine."Tutti!" gridano all'unisono i nipotini.Senza parole, ora, confusa."Bambini..." dice dopo un po' cercando di mantenere la calma, "io sto bene e voi potete giocare, ridere e urlare quanto volete, ok?"Gli occhi di Lò e Nà s'illuminano contenti."Davvero?""Davvero.""Evviva!" e iniziano a saltellare per la stanza.Lei fa un sospiro, poi si alza e li esorta a seguirla in cucina.Trova sua madre, sua cognata, sua nonna e i suoi fratelli che confabulano sottovoce.Appena la vedono, smettono di parlare.Sua madre le va incontro sorridendo."Ata, bella di mamma!"Lei alza perplessa un sopracciglio. "Vieni, stai un po' con noi. Preparo il caffè, eh?""Veramente il caffè..." tenta di protestare prendendo una sedia."Il caffè va benissimo!" interviene Stè. "E poi, lo prendiamo anche noi, vero?" lancia uno sguardo d'intesa agli altri."Vero!" rispondono tutti all'unisono con un sorriso a 52 denti.Ata li fissa sbalordita e un po' a disagio."Sentite, io..."Din don!Lò corre ad aprire."Iuhuuu, geentee!"Liz.Ecco, il quadro è completo.La cugina le si avvicina con espressione mesta, l'abbraccia e la bacia su entrambe le guance."Oh, Atina... caaara!"Lei alza gli occhi al cielo."Liz...""No!" la cugina scuote il capo continuando a tenerla stretta. "Non ti vergognare! Sono cose che capitano. Io sono qui per offrirti una spalla su cui piangere."Ata si stacca da lei cercando di dominare la rabbia che sta cominciando a salire dentro."Io non ho niente di cui vergognarmi e...""No no, certo!" Liz si siede accanto a lei e le prende le mani.Ata rialza gli occhi al cielo."Non c'è niente di cui vergognarsi. Vero è che certe cose capitano solo a te, però...""Quali cose?""Vabbe', dai, mica a capita tutte che il ragazzo di cui sono innamorate, se ne scappi all'altra parte del mondo, pur di non stare con loro!""Come?""E non sei nemmeno la più cozza del paese!" esclama Stè sovrappensiero. "Che dovrebbe dire allora... ahi!"Sua nonna gli ha sferrato uno scappellotto e l'ha zittito all'istante."Il caffè!" sua madre posa il vassoio con le tazzine sul tavolo e lancia uno sguardo truce ai presenti.Ata avverte la tensione nell'aria e cerca di trovare le parole per porre fine a quest'assurda conversazione."Sentite, so che siete preoccupati per me, ma non dovete, perché...""Preoccupati noi?" esclama sua cognata."Nooo!" rispondono gli altri in coro.Liz fa un risolino imbarazzata."Non c'è niente di cui preoccuparsi. Tu sei depressa e...""No, non sono depressa.""Sì, lo sei.""Ho detto no!""Io dico di sì e lo dicono anche gli altri, vero?"Gli altri annuiscono con aria grave.Ata stacca le mani da quelle di Liz sbuffando."E comunque..." continua la cugina, "ti capisco, davvero. Chi non sarebbe depresso al posto tuo?"Le lancia uno sguardo truce."Che intendi dire?"Liz sorride imbarazzata."Io, però, non resto a guardare come butti via la tua vita!" risponde eludendo la domanda. "Ti ho prenotato una serie di massaggi con Alfred, il mio massaggiatore personale. Ti assicuro che fa miracoli!""E io ti regalerò tre mesi di palestra!" promette Stè. "Così dimagrisci e ti distrai.""Sì, ma devi fare anche la dieta." interviene Sà. "Potrei accompagnarti io dalla dietologa, se non ti va di andare da sola!""E io ti lascerò tranquilla per studiare." dice sua madre."E io ti aiuterò a trovare un lavoro dopo!" le dà man forte Giò.Sua nonna sorride incoraggiante.Ata guarda prima uno, poi un'altra.A modo loro le vogliono bene, lo sa, ed è giunto il momento di renderli partecipi del suo segreto, così non si preoccuperanno più, saranno felici per lei e la lasceranno in pace."Aspettate un attimo."Si alza, corre in camera sua, prende il cellulare e ritorna in cucina."Questa è la prova che vi state sbagliando!" esclama con tono solenne.Visualizza il messaggio in cui Filippo le dice che l'ama e lo mostra a tutti."Allora?" domanda trionfante.I suoi familiari si guardano perplessi."Mah!" esclama Giò."Non c'è scritto Ata." osserva Stè. "Non è detto che fosse indirizzato a te!""Già." concorda Sà."Ignorante!" grida Liz balzando in piedi. "In inglese I love you significa anche ti voglio bene!"




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