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Ti ho mancato il cuore...

Creato il 24 agosto 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Ti ho mancato il cuore...Adoro l'estate perchè quando vado al cinema ci sono solo io. Ho tutta l'aria condizionata nei polmoni e lo schermo è concentrato solo su di me. Adoro l'estate perchè al cinema fanno questi film qui, che non se li cagherebbe nessuno d'inverno. Hanna appartiene alla categoria film a cazzo duro. I termini più azzeccati per sottintendere questo genere di film sono, spacca! 'nabbomba a mà! m'ha ingarrellato un bel po', bè, per lo meno dalle nostre parti diciamo così.Hanna, bambina guerriera cresciuta in una fredda foresta, viene indottrinata dal padre all'arte del sospetto, del combattimento e della sopravvivenza in situazioni estreme. Una piccola macchina da guerra allevata con un solo scopo, trovare e uccidere Marissa, l'assassina di sua madre.Il problema più grosso di Hanna è il lasciar intravedere qualcosa di oltre il film a cazzo duro, e ciò diventa un limite, visto che quello che lascia intravedere è assai più affascinate e profondo di quello che poi sviluppa. Hanna non rompe mai il muro del psicologico, ma ha tutte le carte in regola per farlo. Il regista Joe Wright è sicuramente un talento così come il lavoro fatto dal montatore, encomiabile. La prima cosa che ti fa capire che Hanna non è potenzialmente solo un film a cazzo duro è la scelta del cast. Cate Blanchette, Eric Bana sono attori sempre in bilico tra l'Hollywood bianca e quella nera e si gestiscono bene entrambe le situazioni mantenendo uno standard recitativo e d'immagine sempre molto alto, e poi la protagonista Saoirse Ronan, non è semplicemente una brava giovane attrice, lei è la brava giovane attrice, la capostipite di tutti i nuovi talenti in circolazione. Lei dà corpo a un personaggio veramente fantastico, lugubre e solare, spaventoso e raggiante. Un personaggio destinato ad essere affiancato alla Portman di Leon, su questo non ci piove. Hanna per il suo reale potenziale avrebbe potuto essere un perfetto incrocio tra il social-pop intelligente di Reitman, l'esplosione tecnicistica di Richie, e il gore-action di Gans, invece rimane così in sospeso, un po' come I Figli degli Uomini di Cuaron, altro potenziale capolavoro rovinato da uno screen non all'altezza della regia e dei mezzi messi in campo per realizzarlo. Hanna mischia tanto e lo fa bene, mantenendo un carattere se non proprio limpidissimo, quantomeno definito, toccando Tarantino, Nolan, Besson, Gilliam, i fratelli Grimm, Fellini, Sheridan, lavorando su uno spartito d'azione, ricamandoci intorno una fiaba metropolitana dalle tinte oscure, fortissima nei contrasti (i bianchi iniziali delle lande innevate, con lo sconquasso urbano, sporco e caotico del finale). Interessante il viaggio di Hanna tra i popoli per arrivare a Berlino, meta di riconciliazione con il padre; le lingue, i colori di diverse culture, macchie sgargianti che accendono la scena continuamente. L'utilizzo del politically scorrect un po' cafone a volte, funziona, e la confusione che creano certi personaggi al limite dello stralunato danno un che di onirico (malaticcio) alla vicenda. Il percorso di Hanna interiore, riscopertasi adolescente all'interno del mondo sociale a lei ignoto è la ferita più profonda da ricucire. Qui il film avrebbe potuto prendere pieghe burtoniane a ben vedere, che vengono però abbandonate in funzione di massicce e possenti scene d'azione (quella tra i cargo è una delle migliori del 2011). E' come se Wright spostasse l'abisso dal campo umano a quello spaziale, creando universi action vivi, molto più profondi e poco scontati rispetto agli standard, con piani sequenza lunghissimi, inquadrature strettissime, ritmi vorticosi e momenti di quasi riflessione (in cui defice un po' in effetti, ma non lo fa intenzionalmente) ed tutto concentrato a far vedere quanto spacca che non si accorge di aver lasciato da tre quarti in poi la storia andare per i cavoli suoi. Il polso sul finale viene perso quasi del tutto e il film perde qualche colpo, nonostante ciò è comunque destinato a diventare un cult, al pari di Nikita o Kill Bill, ma lascia l'amaro in bocca per quel profondo insondato appena intravisto. Fa niente. Ah ve l'ho detto che la colonna sonora dei Chemical Brothers è la cosa più azzeccata dai tempi di Lost in Translation?

voto: 7+coooooooooollll!!

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