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Transporter 2 (Extreme) – Louis Leterrier

Creato il 29 settembre 2015 da Maxscorda @MaxScorda

29 settembre 2015 Lascia un commento

Transporter 2
Jason Statham ha scavallato l’oceano e si trova a Miami, non piu’ nelle vesti di trasportatore ma come autista di un importante uomo politico proprio in quei giorni impegnato in una conferenza per combattere il cartello della droga.
A Statham in realta’ sta molto piu’ a cuore il figlio o ancor meglio la giovane mammina che ovviamente ricambia le simpatie.
Accade pero’ che un cattivissimo Alessandro Gassman rapisca il bambino, in apparenza per il riscatto, in realta’ per inoculargli un virus che dal figlio, sarebbe passato al padre e di conseguenza ai delegati alla conferenza. In tutto questo pero’ Gassman non fa i conti con Statham che da semplice autista si ritrasformera’ in una specie di James Bond ninja che da solo risolvera’ la situazione.
Nel precedente capitolo, lamentavo scarso mestiere da parte di Leterrier ma ancor peggio un pessimo testo di Luc Besson, il tutto sintetizzabile nella poca "ignoranza" del film.
Ebbene l’aria statunitense, che evidentemente di ignoranza e’ satura, ha fatto il suo effetto, trasformando scrittore e regista in due campioni del genere. Ricordo che l’ignoranza nel cinema e’ quel magico tocco che modifica la fisica del cosmo cosi’ come il calcolo delle probabilita’, mettendo in scena situazioni talmente irreali da risultare irresistibilmente avvincenti e divertenti. Serve molta ironia ovviamente, anzi e’ l’ingrediente principale per non cadere nell’assurdo. Oddio non che ci sia una situazione che una possibile in qualche angolo dell’universo conosciuto ma quando ci si diverte, la logica passa in secondo piano. Passa in secondo piano anche il product placement a dir poco spudorato ma soggetto e target ben si prestano a questo tipo di operazione che tra donne e motori accoglie con gioia cellulari, orologi, abbigliamento ed ogni gadget che puo’ mandare in visibilio il minus habens medio.
Statham e’ pressoche’ perfetto nelle coreografie di Corey Yuen che cercano, spesso riuscendoci, di essere originali e innovative. Stessa scuola di Jackie Chan e si vede nell’interazione con l’ambiente circostante e nella leggerezza delle situazioni nelle quali, malgrado le mazzate, non passa alcuna violenza, alla Bud Spencer e Terence Hill per capirci o alla Jackie Chan appunto. Attorno si muovono bene anche Gassman che evita con una certa bravura la macchietta a lui destinata e Kate Nauta, topolona statunitense qui al suo esordio cinematografico. Matthew Modine odioso, da "Birdy" in poi una costante della sua carriera.
Viva Besson, viva Leterrier, viva Statham, viva tutti.

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