Magazine Diario personale

Trent’anni e non sentirli. Infatti ne sento sessanta. E da grande voglio essere un lemure.

Da Romina @CodicediHodgkin

Amanti dell’estate non me ne vogliate ma le mie preghiere al dio del clima mite sono state ascoltate, finora. In caso mi negasse il suo appoggio, sono disponibile anche ad un sacrificio umano per farlo contento. Se già in condizioni normali, infatti, l’estate l’abolirei per legge insieme al sole a picco, il sudore e l’aria talmente umida che respiri brodo, potete immaginare quest’anno come sto messa. Perché la panza è il meno. Pesa, ma per ora solo fino ad un certo punto. E’che ho un sacco di sangue in più da pompare e mi affatica solo l’idea e non so nemmeno più di preciso dove sia finito il mio diaframma (il muscolo, ovviamente, non il contraccettivo), quindi l’affanno che ve lo dico a fare…comunque, per ora, ce la siamo cavata molto bene. Speriamo che duri. Intanto, ho sentito un paio di tuoni e son felice.

Nei giorni di maggior caldo, ho deciso di trasformarmi in un lemure. Il lemure è un animale che nella vita ha capito tutto. Vive dove fa un gran caldo e si è organizzato: è prevalentemente notturno, ha una dieta quasi esclusivamente frugivora e vive in una società matriarcale. Saranno mica scemi, mi son detta. Così ho iniziato a vivere come un lemure e la mia qualità della vita ne ha giovato alla grande. In particolare, della mia nuova condizione di proscimmia molto beneficio ha tratto la mia pressione, storicamente bassa, che ormai veleggiava su valori tipo 54/78…praticamente un’anticchia prima dell’intervento del becchino. Per alcuni giorni sono stata a dir poco benissimo. E uno stile di vita che raccomando a tutto. I lemuri sono creature illuminate che hanno solo da insegnare. E se hanno ragione su tutto il loro stile di vita, sicuramente hanno ragione anche sulla coda ad anelli. Vi farò sapere…

lemure

Se non che…se non che la mia povera schiena non si è mai realmente ripresa dai 4 mesi e mezzo a letto. Premetto che io già prima avevo una postura ignobile. D’altra parte, io sono molto miope, il cavo del pc dell’ufficio è sistematicamente troppo corto ed ecco lì che, per vedere il computer, io ho vissuto anni e anni, otto ore al giorno, in una posa plastica che nemmeno Lilly Gruber si sogna. Col pilates andava molto meglio ma è durata poco visto che poi sono rimasta incinta. Tant’è, son passata da oltre 4 mesi di posizione rigorosamente sdraiata alla stazione eretta, ma non una stazione eretta normale, la stazione eretta della donna incinta, quella col culo a papera e il peso che inizia a  buttarti in avanti. Colpo di grazia. Praticamente, quando mi alzo dal letto (operazione che richiede quei 10-15 minuti) non è che mi piego. Vengo su come Dracula dalla bara, dritta per dritta.

In pratica, negli ultimi dieci giorni la schiena ha toccato il fondo. Mi fa male tutta. Dal collo all’osso sacro. Dormo malissimo perché a star sdraiata sto scomoda e mi sveglio più stanca di quando sono andata a dormire. Hai voglia a piazzare cuscini strategici tra le gambe, sotto la schiena, sotto il sedere, sotto il fianco, sotto i piedi, ecc…la schiena ormai è andata. Kaput. Basta, finiti i giochi. Se poi chi di dovere collaborasse e non mi pestasse come l’uva ogni volta che sto comoda sarebbe meglio. Apro e chiudo parentesi: l’altra notte ho sognato di aver rotto le acque. Mi son svegliata di colpo e ho capito il collegamento che il mio subconscio ha fatto tra la rottura delle acque e lo stato attuale delle cose: la scimmietta (che sia un lemure pure lei?!), presa da un arduo allenamento per poter fare i casting per il Cirque Du Soleil appena nata, stava non so se prendendo a testate o a calci la mia povera vescica. Ci mancava poco che me la facessi sotto…altro che rompere le acque.

Comunque, dicevo, ho la schiena che è arrivata. In tutto questo, ieri, attacco di emicrania. Rispetto al mio solito,però, tutta un’altra storia. Ho continuato a chiudere le mani, a parlare e a vedere, sebbene parzialmente, dall’occhio destro, ossia quello che va in black out quando ho mal di testa. Peccato che ho vomitato tipo 10 volte in tre ore e che, cosa ben più grave, ho raggiunto un picco di 150 di massima.

Quando l’ho detto alla ginecologa momenti mi schiatta per telefono. Ha detto che non deve succedere mai più e bisogna capire perché è successo. L’ipotesi più accreditata, è che sia stato un episodio legato al mal di testa. Io non ne ho dubbi. Io, se proprio strafaccio, arrivo a 120, figuriamoci. Non è escluso che ci sia un legame tra l’attacco di emicrania (che d’altra parte è muscolotensiva non a caso), il mal di schiena e il picco di pressione. L’altra ipotesi è che sia in corso un rischio di gestosi (ma non ci credo) e bisogna indagare. Chiacchierata con il fisioterapista nel primo caso, raccolta delle urine per 24 ore per la seconda possibilità.

Stamattina, fisioterapista. Il succo del discorso è questo: ho una mappazza informe di muscoli e vertebre (cosa di cui avevo avuto una percezione piuttosto precisa) e se non faccio qualcosa prima di subito ci sono ottime possibilità che in sala parto mi smonto come le costruzioni del meccano. Dalla prossima settimana, massaggi e ginnastica posturale per appanzate.

Ovviamente, onde evitare problemi, riposo, risposo, risposo, risposo. Guardo il biglietto dei concerto dei Rammstein (il cui concerto di Birmingham, nel 2010, fui costretta a saltare perché quel brav’uomo del mio capo per capriccio mi negò le ferie all’ultimo minuto, costringendomi a cedere il posto a mio cognato che partì con Maschio Alfa) e sospiro. Vabbè, tanto ‘ndo’ scappa. Prima o poi mi dovrà venire a chiedere se le do il permesso di mandarla ad un concerto…

Comunque, vivo nella febbrile attesa di qualcuno che mi rimetta in sesto la schiena. So che una volta che mi avranno allungato e scrocchiato a dovere ricomincerò a riposare e non vedo l’ora…

Per il resto, che vi devo dire. E’stata una fase strana. L’aver sospeso il  progesterone mi ha resa un po’piagnona e stare sempre sola tutti i giorni, tutto il giorno non è che aiuta. Maschio Alfa, poverino, si sente in colpa per questa situazione, ma d’altra parte torna da lavoro e poi va a fare i lavori a casa nuova…non è facile nemmeno per lui. E’uno straccetto. Oggi sono arrivata a regalargli un contorno occhi…

In compenso, ho superato quel trauma dovuto all’esser passata da “signora, non ci speri troppo, questa gravidanza non è destinata a durare” a “signora, prenoti i monitoraggi perché altrimenti non trova più posto”. Insomma, 9 mesi servono al bambino per svilupparsi, ma anche alla mamma per abituarsi all’idea e io per un sacco di tempo ho quasi avuto paura di innamorarmi della mia bimba. Paura di perderla. Paura di dover organizzare un sacco di cose in poco tempo. Ora che la situazione sembra aver veramente ingranato e che sto per entrare nel settimo mese, mi sento molto più rilassata. La tenerezza che ho evitato finora è arrivata e alle sei del mattino, quando lei dà il meglio di sé (non che durante il giorno si fermi un attimo, eh) io fisso il soffitto con gli occhi spalancati e umidi a gustarmi con le mani la sensazione più bella del mondo: la testolina che struscia piano sotto il mio stomaco, sotto la pelle…


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