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Tristi diatribe virtuali di facebook

Da Laperonza

casapoundroseinbocca.gifFrequentando Facebook ti imbatti in dibattiti estemporanei e istintivi che danno davvero il senso di questa nostra Italia piena di contrasti e contraddizioni ora più che mai. E zigzagando tra i vari scritti, fraseggi, dialoghi, mi sono imbattuto in uno scambio di “opinioni” tra alcuni amici di sinistra, ma di quella sinistra laica e scevra di ideologismi che dovrebbe essere faro e guida del nostro martoriato paese e altri individui della destra estrema, radicale, ottusa e tartarugata che chi legge quello che scrivo con una certa frequenza sa che faccio fatica a trattare con indulgenza.

   Mi piace piccarmi di moderazione ma con certi giovanissimi dinosauri delle vecchie vecchissime ideologie faccio fatica. E questo dialogo mediatico e virtuale suffraga fortemente questo mio istintivo sentire. Il tutto nasce da un articolo di Repubblica, da me linkato sulla pagina Facebook di L’Ape Ronza, che racconta l’ignobile attacco di esponenti di questa altrettanto ignobile destra verso ragazzi disabili.

Le prime giustificazioni dei “tartarugati” riguardano il tempo di cronaca. Il fatto non sarebbe recente ma accaduto tempo fa. Non ho modo di approfondire ma mi pare che sia comunque ACCADUTO, per loro stessa ammissione. Gli amici di sinistra di cui sopra si sbracciano e vociano e si danno un gran daffare per far capire all’interlocutore che il problema è il fatto e non la sua collocazione temporale ma niente. Non si sa se quello non capisce o finge di non capire secondo la più consolidata tradizione della destra nostrana. Fatto sta che il contrasto tra le parti si sposta sul privato, addirittura sui capelli (rasta, la destra vorrebbe appropriarsi anche di questo, povertà di riferimenti culturali) .  

In sostanza, l’amico di sinistra, capelluto treccioluto, porta argomentazioni su cui si può discutere, parlare, dibattere. La destra non le coglie minimamente ma attacca personalmente e nemmeno riesce a formulare un pensiero compiuto in un italiano intellegibile. Conclusione: il dibattito si arresta sul nulla.

   Dimentichiamo per un attimo il fatto che io sia coinvolto da sentimenti di amicizia e analizziamo la situazione. Non è forse quello che accade nel dibattito culturale italiano? Per colpa di chi? Beh, se le tartarughe si sforzassero di portare argomenti oltre che grida populiste e striscioni forse andrebbe meglio, non vi pare? Ah, a scanso di tentazioni di querele (ultima spiaggia di chi non ha argomenti) ho copia dell’intero dibattito. Ubi major minor cessat.

Luca Craia

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