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Troppi studenti "bigiano" la scuola, un chip avvisa i genitori

Creato il 09 novembre 2012 da Afrodite
Alzi la mano chi non ha "bigiato" la scuola almeno una volta!
Il fenomeno non è nuovo e in passato, svelata la scappatella, tutto si risolveva con una sfuriata o una punizione del colpevole da parte dei genitori.
In alcune scuole del Brasile però l'abitudine di saltare le lezioni è diventata così diffusa che i dirigenti hanno pensato di correre ai ripari. Come? Inserendo nella camicetta della divisa un chip che invia un sms ai genitori  45 minuti dopo il suono della campanella di inizio qualora il reprobo non si presenti in aula.
Attenzione, stiamo parlando di scuole pubbliche anche se per il momento la misura riguarda solo alcune limitate zone del Paese.
A dare il là sono state le istituzioni scolastiche di Vitòria da Conquista, nello stato di Bahia, dove dallo scorso mese di marzo 17.000 studenti sono stati dotati del fatidico chip. La previsione è di raggiungere, entro il 2013, tutta la popolazione scolastica della zona, per un totale di 26.000 studenti e un investimento economico di 1,2 milioni di reais.
Da qualche giorno l'esempio viene seguito da una scuola media di un municipio situato nei dintorni della capitale Brasilia, dove è stato adottato in fase sperimentale e riguarda per il momento solo 37 alunni del primo anno.Anche qui l'intenzione è però, una volta terminata la sperimentazione, di estendere il provvedimento alle 653 sedi situate nel Distretto Federale.
A Vitòria i risultati sono stati incoraggianti: le lezioni ora sono seguite dal 98% degli studenti, contro il 76% precedente e i genitori sembrano soddisfatti.
Ma da parte degli esperti si levano alcune voci discordanti.
"L'uso del chip appare come una soluzione immediata e facile del problema - ha dichiarato al quotidiano Folha de SP Roseli Fischmann, coordinatrice del programma di Pos Graduacao in Educazione presso l'università Metodista di San Paolo e docente presso la Feusp - Ma d'altro lato ricorda molto da vicino un altro provvedimento, ovvero il braccialetto elettronico dei detenuti".
Secondo la Fischmann una delle sfide del processo educativo è proprio quella di aiutare gli studenti nel processo di acquisizione dell'autonomia personale, che comporta l'assunzione di decisioni e di responsabilità. L'applicazione del chip andrebbe invece in direzione opposta, deresponsabilizzando i ragazzi che verrebbero in tal modo costretti solo a obbedire a degli ordini.
La soluzione - secondo la professoressa - è cercare di capire qual è l'origine del disinteresse degli alunni e che cosa li fa fuggire dalla scuola.
Impresa non certo facile. Ma come darle torto?
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