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Tutto puo' cambiare

Creato il 23 ottobre 2014 da Kelvin
TUTTO PUO' CAMBIARE(Begin again)
di John Carney (Usa, 2014)
con Keira Knightley, Mark Ruffalo, Adam Levine, Hailee Steinfeld. Catherine Keener
durata: 104 min.

Anche un banale accessorio stereo, nella fattispecie un cavo audio sdoppiato (che consente a due persone di ascoltare in cuffia la stessa canzone) può tramutarsi nell'oggetto più romantico possibile se c'è chi riesce a imbastirci sopra una bellissima storia. John Carney, ex-batterista irlandese convertitosi ormai (definitivamente?) al cinema. ci aveva già deliziato qualche anno fa con Once, tenero melò a ritmo di chitarra girato per le strade di Dublino. Adesso invece vola in America, attraversando l'oceano per un altro film tutto cuore e buona musica: ma attenzione, in questo caso non è per niente un difetto, anzi... sfruttando appunto la simbologia di un doppio auricolare, che lega due persone alle stesse canzoni e agli stessi incroci sentimentali, Carney mette in scena un'altra ballata metropolitana sul potere persuasivo delle note, facendo nuovamente centro.
TUTTO PUO' CAMBIARETutto si svolge a New York, città romantica per eccellenza (ma sappiamo che Carney adora la banalità dei sentimenti): la giovane Gretta, cantautrice di inespresso talento, sbarca nella grande mela con il fidanzato Dave, musicista anche lui. Ma mentre quest'ultimo riesce a 'sfondare', strappando un contratto principesco con una grande etichetta e partendo subito per una fortunata tournée, Gretta vede svanire in un attimo carriera, amore e sogni. La ritroviamo da sola in un locale underground dell'East Village, dove viene invitata controvoglia ad esibirsi: la sua performance è sul dimesso andante, ma l'occhio lungo di Dan, un ex-discografico in disarmo con tanto di matrimonio fallito alle spalle e una figlia adolescente problematica, la convincerà che non tutto è perduto. E che, appunto, tutto può cambiare...


TUTTO PUO' CAMBIAREJohn Carney ha un'idea molto chiara del suo cinema: sfruttare la musica come mezzo di comunicazione tra le persone, dimostrandoci che essa può accompagnare ogni momento importante della nostra vita, scandendone via via i tempi e gli stati d'animo. Come dice Dan, "dalla musica che ognuno ha sul telefono si possono capire tante cose": Tutto può cambiare non è affatto una commedia romantica in senso stretto, pur nella semplicità della sua trama. E' piuttosto un atto d'amore incondizionato verso la musica in ogni sua forma, vera e unica protagonista del film: la città di New York, con i suoi locali tipici, i suoi marciapiedi, la sua skyline, fa da sfondo a una storia di riscatto e simpatia tra due personaggi principali che non necessariamente prelude a una relazione sentimentale. Piuttosto, proprio come in Once, Tutto può cambiare lascia che la  musica stessa 'esploda' nelle strade della città, coinvolgendo e convincendo lo spettatore a lasciarsi andare in un sogno che dovrà necessariamente avverarsi, in considerazione dell'evidente feeling (forse non solo professionale, ma forse anche no...) tra Dan e Gretta.
TUTTO PUO' CAMBIARENon solo: il film di Carney è anche un non troppo velato avvertimento alle major musicali, 'colpevoli' secondo il regista di produrre prodotti standardizzati e senz'anima esclusivamente per scopi commerciali (emblematica la scena in cui Dan getta dal finestrino i cd-spazzatura prodotti dalla sua etichetta) a scapito delle idee e dell'improvvisazione: splendida l'idea di registrare il disco di Gretta en plein air per le strade newyorchesi, compresi i tetti dei grattacieli (evidente omaggio ai Beatles) e i vicoli maleodoranti delle periferie. Mark Ruffalo, nel ruolo di Dan, è semplicemente perfetto nell'interpretare un produttore ormai 'estraneo' a un mondo che non riconosce più. Mentre Keira Knightley (Gretta) è sorprendentemente credibile come interprete musicale, mostrandoci un lato artistico davvero inaspettato (e smettetela di dire che è insopportabile con le sue celeberrime 'faccine': sarebbe come pretendere un Clint Eastwood senza rughe o un Al Pacino senza tic... ogni attore ha i suoi tratti caratteristici, prendere o lasciare).
Tutto può cambiare è una pellicola deliziosa e godibilissima, dalla trama (volutamente) esile che altro non è che un pretesto per immergervi in una dimensione piena di atmosfere sognanti e ottima musica: i clichè abbondano ma i 104 minuti scorrono via che è un piacere, e sono convinto che ascoltando Adam Levine che canta Lost Stars (vedi il link sotto) più di uno di voi verserà la classica lacrimuccia...


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