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Un altro genere di Rai

Da Marypinagiuliaalessiafabiana
Un altro genere di Rai  Come vedete dal video che io stessa ho montato, questa è la condizione attuale della Rai, che non è tanto diversa da quella della Mediaset. L’unica differenza è che noi paghiamo il canone Rai ogni mese per essere poi rappresentate in modo parziale o addirittura offensivo. Non se ne può più, insomma.

Oggi mi è arrivata un email di Pari o Dispare che comunicava il lavoro che stanno svolgendo per fare in modo che la Rai approvi un osservatorio contro gli stereotipi di genere:

Care amiche e cari amici,

 Torno a scrivervi per darvi qualche aggiornamento sulle nostre attività e sui nostri progetti a breve.

 Authority: A seguito della definizione delle linee guida presentate nel convegno del 19 marzo, si è proseguito ed oggi disponiamo di una bozza di disegno di legge. Sono ancora in discussione alcuni punti più delicati, come per esempio le modalità di nomina, ma contiamo di essere pronte a breve per avviare un confronto ed un’azione per raccogliere supporto politico multipartisan. Questa proposta è sicuramente molto importante, ha solo il difetto di non “infiammare” gli animi: è difficile innamorarsi di un’authority. Tuttavia vi invito ad appassionarvi un po’ perché se ci riuscissimo, potrebbe innescare un cambiamento significativo.

 Manifesto sull’uso responsabile dell’immagine femminile. Il manifesto, presentato nel convegno del 19 gennaio, ha riscosso molto interesse ed oggi contiamo già un numero importante di adesioni di aziende multinazionali ed italiane. I nomi che fino ad oggi hanno aderito sono:  Accenture, Agos Ducato, Amplifon, Autogrill, Data Processing Organisation, Enel, Eni, Intesa San Paolo, Johnson&Johnson, Kroll, L’Oreal, Microsoft, Missoni, Olivetti, Relight , Unicredit, Unilever/Dove, Vodafone ed abbiamo il patrocinio della Camera della Moda di Milano . Ed altri stanno arrivando.

Il 21 marzo abbiamo tenuto una prima conferenza stampa a Milano presso la Fondazione Cariplo, che potete rivedere sul sito di Radio Radicale e presto avremo sul sito un video di sintesi, grazie alla nostra socia Cristina Melchiorri . Abbiamo avuto oltre alle testimonianze delle aziende anche interventi di Gad Lerner, di Alessandra Perrazzelli , presidente di Valore D oltre che naturalmente Emma Bonino. Un fatto significativo è che abbiamo anche due nomi significativi della moda, Missoni e il patrocinio della Camera della Moda di Milano, che è un settore fondamentale per influenzare i costumi. L’organizzazione del tutto ha impegnato il team di Milano ed in particolare Francesca  Montemagno, che ha dovuto fare acrobazie. Riprenderemo il tema nel convegno Consumer Forum del 4 aprile a Roma, che è tutto incentrato su questo tema, grazie alla promozione di questo argomento sostenuta da una nostra associata, Claudia Caputi. Una chiave di lettura della nostra iniziativa e del successo che sta ottenendo, che stiamo cercando di comunicare e che dovrebbe fare riflettere il mondo della pubblicità, è che il mercato pubblicitario è in flessione e i grandi investitori, che ne costituiscono una fetta importante, si stanno spostando sulla nostra piattaforma. Questo implica che le agenzie, i creativi e gli altri attori di questo settore, come per esempio i direttori marketing, farebbero bene a riorientarsi verso una creatività un po’ più innovativa e meno lesiva di una parte peraltro cospicua dei consumatori (le consumatrici).

Un fatto che poi è piuttosto divertente è il dibattito che si è innescato su chi è più o meno puritano tra i giornali sinistra e Striscia la Notizia: il risultato è che le povere veline sono ora vestite con stravaganti mutandoni. Ebbene non era il nostro scopo: noi ci saremmo accontentate di una maggiore varietà di rappresentazione! 

 Contratto di servizio e Osservatorio Rai. Come ricorderete ci eravamo date molto da fare questa estate per fare approvare dalla Commissione di Vigilanza Rai alcuni emendamenti che imponevano l’istituzione di un Osservatorio indipendente, che rilevasse qualitativamente e quantitativamente le presenze femminili e rendesse accessibili i dati al pubblico su base periodica. Dopo un black out di mesi, durante i quali il contratto di servizio era in discussione tra Rai e Governo (ciò implica tra l’altro il non trascurabile fatto che la Rai ha operato per più di un anno in assenza di un contratto, che ne regolasse i servizi e i comportamenti, e non solo sulla questione femminile), abbiamo appreso che il contratto aveva subito alcuni “aggiustamenti”. Quali? Semplice: sono saltate due caratteristiche dell’Osservatorio: indipendenza e trasparenza. Infatti, il contratto, che peraltro  non è stato ancora firmato, richiede che la Rai istituisca al proprio interno un Osservatorio (cioè la Rai si auto-osserva) e i dati su base solo  annuale verranno inviati ai ministeri competenti. Come dire che così non serve a nulla. Ci siamo dunque affrettate a presentare una mozione parlamentare che è stata discussa e non approvata il 9 marzo (è sul sito) e infine una seconda mozione in collaborazione con altre forze politiche. Insomma c’è ancora da combattere ed il risultato lontano.

 Incontri: I gruppi di lavoro hanno effettuato alcune riunioni, abbiamo avuto un incontro con le associate di Milano e si è attivato un gruppo di lavoro molto efficace per l’organizzazione della conferenza stampa milanese. Nel prossimo mese vorrei attivare incontri simili in altre città, dove abbiamo già un buon numero di associate, per attivare dei gruppi di lavoro locali.

 Manifestazioni di donne del 13 febbraio e dell’8 marzo: Chi tra voi ha avuto occasione di navigare sul nostro sito in quelle date  sa che, pur partecipando a livello individuale alla manifestazione del 13 febbraio, non avevamo sottoscritto come Pari o Dispare il documento di convocazione, non condividendo alcuni richiami alla coscienza religiosa ed etica del paese, che noi preferiremmo mantenere rigorosamente laiche, sia in materia legislativa che civile. La manifestazione è stata un indubbio successo e ha mobilitato un gran numero di donne e uomini, che hanno dato voce alla loro protesta rispetto alla situazione femminile in Italia, enfatizzata anche dal disagio generato da alcuni fatti di cronaca (non propriamente politica) che avevano affollato i media proprio in quei giorni.

Le manifestazioni dell’8 marzo mi sono sembrate, almeno a Roma, meno corali e partecipate. Personalmente io non amo molto i festeggiamenti dell’8 marzo perché preferirei essere festeggiata di meno e rispettata di più, ma rimane tuttavia una giornata in cui molte donne si ritrovano. La mia speranza è che questi segnali di protesta e questa rinnovata voglia di partecipazione si coagulino intorno a delle proposte pragmatiche di cambiamento e non perdano la caratteristica di trasversalità politica, indispensabile per avere la forza sufficiente ad ottenere successo. In poche parole, come non credo che la doccia sia di sinistra e la vasca da bagno di destra (Giorgio Gaber mi manca!), così non credo che l’occupazione femminile sia un tema di destra o di sinistra: è solo un tema intelligente a supporto del quale dovrebbero schierarsi le persone intelligenti, di destra o di sinistra che siano.

Pari o Dispare cercherà di contribuire e di interagire con tutte le altre associazioni promuovendo le nostre proposte e sostenendo quelle di altri che ci sembrino ragionevoli ed efficaci, ma manterremo ferme la priorità e l’attenzione sul portare a termine i progetti su cui ci siamo impegnate.

 Incontri Internazionali. Maria Teresa Fernandez De La Vega ex vice Primo Ministro del Governo di Zapatero ed oggi Consigliere di Stato ci aveva già onorato di un incontro riservato il settembre del 2009 ed è tornata a farci visita il 25 marzo, permettendoci, grazie all’aiuto dell’ambasciatore spagnolo a Roma e dell’ospitalità dell’Istituto Cervantes. Abbiamo potuto così, grazie a Serena Romano, organizzare un incontro sulla Ley de Igualidad spagnola che ha prodotto un reale cambiamento positivo in quel paese. La signora Fernandez ha interagito con Emma Bonino in un dibattito pieno di spunti che, vista l’appassionata energia che caratterizza entrambe, ha entusiasmato l’uditorio

 Spero di non avervi annoiato troppo e mi auguro di poter contare sempre sul vostro aiuto. A proposito ….se non l’avete già fatto, vi invito a rinnovare la vostra iscrizione e a far iscrivere amici, amiche e parenti, in modo da aumentare il nostro “peso”.

 A presto

Cristina

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Ho  saputo anche che l’associazione  il corpo delle donne (andate sul blog di Lorella Zanardoha inviato una lettera al presidente della commissione di Vigilanza Rai chiedendo un difensore che vigili sull’immagine femminile e promuova modelli femminili alternativi a quelli che attualmente promuove, tutti stereotipati.

L’associazione propone di «creare uno spot (stile pubblicità progresso) sufficientemente lungo (un minuto) ed efficace, da trasmettersi in adeguate fasce orarie di maggior visibilità, dove si rappresenti la pluralità e le diverse bellezze, attitudini, aspirazioni, successi, dell’universo femminile»

 L’associazione chiede inoltre di «di poter contribuire attivamente alla realizzazione di nuove immagini e nuove realtà televisive più corrispondenti al vero e meno lesivi dei diritti e della dignità femminile. Chiediamo spazi televisivi sul tema della pluralità dei modelli che miri a modelli femminili dignitosi, vari, reali, capaci di infondere aspirazioni positive negli utenti. Dateci lo spazio e aiutateci a realizzarlo, in Rai esistono le competenze e i talenti per realizzare tali programmi»

«Chiediamo che sia istituito presso la vostra commissione, come in altri Paesi, la Difensora dello Spettatore: una nuova figura di vigilanza e controllo che lavori, per segnalare e eventualmente per denunciare le attuali violazioni. Una figura importante, tramite tra spettatori e Commissione».



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