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Un fotocollage che vi sintetizza perché non la smetteremo mai di attaccare le curve romane

Creato il 22 ottobre 2014 da Romafaschifo
Un fotocollage che vi sintetizza perché non la smetteremo mai di attaccare le curve romane
Non ci interessa un fico secco se sono violenti, pericolosi, prepotenti, cattivi. E' ancor più pericoloso far finta di niente. In questa foto c'è solo uno dei motivi per cui non la pianteremo mai di attaccare le curve romane. La smetteremo solo quando questi luoghi la smetteranno - come si è smesso in tutto l'occidente civilizzato ormai da anni - di essere dei luoghi franchi dove si può non applicare la legge, dove ci sono altri governi, altre norme, altri codici rispetto a quelli normali. 
E dove si pretende anche che tutto questo sia accettato diffusamente. Se ti sorprendi ti rispondono "eh ma che non ci sei mai stato allo stadio". Come dire: è un universo parallelo, fa storia a se, ma che non lo sai. Lo so si, ma so anche che questo non è assolutamente più accettabile da nessuna altra parte del mondo. Perché non riusciamo ad adeguarci? Perché devono vincere gli spacconi, i violenti, i prepotenti, i prevaricatori? 

E il problema non si ferma alle curve perché tutto diventa normale. Diventa normale che la domenica tutti i vigili urbani devono essere monopolizzati allo stadio e non ci siano uomini per altri servizi; diventa normale che serva la polizia in assetto antisomossa; diventa normale accoltellare qualche altro tifoso; diventano normale le periodiche azioni di guerriglia; diventa normale scrivere sui muri quando di mezzo c'è lo sfotto da fare alla squadra avversaria; diventa normale trasformare la pista ciclabile lungo il Tevere in un parcheggio, proprio di domenica quando potrebbe essere maggiormente frequentata dalle famiglie; diventa normale (ma questo non riguarda solo lo stadio) che in una città che vive una passione alla stregua di una malattia (per mancanza di altre visioni o di altre prospettive), il giorno in cui c'è la partita, specie infrasettimanale, l'industria della ristorazione vada in crisi perché nessuno esce a cena. Ma si può? 

Ci auguriamo che tutto questo abbia una normalizzazione. Che la mentalità cambi velocemente e che le persone vivano le loro passioni in maniera civile e sostenibile. Fin tanto che ciò non avverà, ci auguriamo che il campionato venga o sospeso (la cosa più interessante che disse Mario Monti quando era Presidente del Consiglio) o che - al presentarsi del prossimo elemento di sopraffazione - si chiudano le curve e si giochi a porte chiuse. Almeno a Roma dove il problema si presenta in maniera macroscopica e si trasforma in patologia diffusa. Le patologie si curano, non si lasciano espandere perché altrimenti l'organismo muore...

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