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Un imprevisto è la sola speranza

Da Gabrita
Capita di fare degli incontri, nella vita, che sono speciali già prima di cominciare. Forse perché esistono persone che quando le incroci, capisci subito che è più un riconoscerle, che un conoscerle per la prima volta. Come se quell'anima fosse stata dentro la tua ancora prima di sapere che è al mondo. E poi, ad un secondo sguardo, realizzi che proprio perché sono così speciali, le vedrai solo una volta nella vita. Mai più. Non saranno mai state tue e non lo saranno mai davvero. Come un sogno profondo, di cui al mattino ricordi solo pochi sprazzi, vaghi particolari e se dovessi raccontarlo, avresti difficoltà a mettere a fuoco i volti e la storia, nel suo susseguirsi logico. Perché, a dirla tutta, certi incontri, di logica non ne hanno proprio. Arrivano "all'intrasatto" (quest'espressione napoletana rende troppo la velocità e lo stupore di qualcosa che ti lascia senza parole), improvvisi come un ospite inaspettato, l'imprevisto del viaggio che non avevi considerato, la pioggia il giorno del tuo compleanno, la telefonata su cui avevi perso le speranze, la serata che prende una piega imprevedibile... Insomma, un regalo da parte della Vita e comunque un viaggio straordinario -extra-ordinario- in un mondo parallelo, bello e lontano come un paradiso esotico, che scompare in breve tempo, veloce come un miraggio. E, come i miraggi, a un certo punto, devi lasciarli andare e tornare alla realtà. Il problema è che questo tipo di miraggi sono tanto veloci a dissolversi, quanto impossibili da dimenticare. E ti accorgi, col passare del tempo, che in realtà ti hanno cambiato la vita e che tu, da allora, non puoi più essere lo stesso. Che un alito di quel respiro così diverso dal tuo ti è passato irrimediabilmente attraverso e ha mutato le tue prospettive dal di dentro. Non importa la sensazione di irrisolto, di incompiuto che ti rimane addosso, la certezza che quel viaggio avrebbe potuto avere più tappe, più scorci da fotografare, che se l'avessi saputo ti saresti attrezzata meglio e, soprattutto, che se qualcuno ti avesse detto che sarebbe andato via with a blink of an eye, forse avresti detto e fatto qualcosa di diverso. O magari no... Perché io credo che il bello della vita è che quando incontri qualcuno, tu sei esattamente come dovresti essere in quel momento lì, perché se fossi diverso, quell'incontro non l'avresti proprio fatto, non vi sareste nemmeno considerati, guardati, visti e, quel che è certo, riconosciuti. Così, la nostalgia che ci portiamo dietro fa posto accanto a sé alla gratitudine di aver potuto fare insieme un pezzetto di viaggio e alla meraviglia di essere stati spettatori di paesaggi sorprendenti, unici, belli da far male... E questo sì che è per sempre.
... E continuiamo a sperare che, chissà, magari la vita certi incontri li può far capitare una seconda volta, per dare loro una nuova opportunità.
Nel frattempo, io non smetto di tenere le mani in pasta, perché scrivere e cucinare sono la mia terapia anti malinconia. Senza di loro, io esploderei come un pericoloso vulcano in eruzione!
Da quando ho scoperto -grazie a lei- la farina di farro, poi, non faccio che infilarla in ogni preparazione! L'ho già provata nella crostata (che poi posterò), nei biscottini, nella pizza a lunga lievitazione e adesso in questa torta di yogurt e mele. È una farina che lascia un retrogusto di antico, di rustico, è profumata e, come potete vedere dalla foto, dà un bel colore nocciola (lo so che avete pensato fosse bruciacchiato...eheheh..ma non lo è ;) ) e infatti vi conviene stare attenti durante la cottura...
Buona torta, allora!
... Agli incontri straordinari, alle persone speciali, al cuore che non smette di battere mai e agli spiriti affini, che fanno della nostra vita un canto incessante.
Un imprevisto è la sola speranza
Ingredienti 
per uno stampo di 24 cm
240 gr di yogurt (io senza lattosio o di soia)
260 gr di zucchero vanigliato*
225 gr di farina 00
50 gr di farina di farro bianca
185 gr di uova 
3/4 di bustina di lievito
90 gr di olio di mais
190 gr di mele sbucciate e pulite
limone, buccia e succo
1 pizzico di sale

marmellata a piacere per lucidare

Preparazione

Tagliate le mele a fettine sottili e regolari e irroratele con del succo di limone.
Montate le uova con la buccia di limone, lo zucchero e un pizzico di sale, fino ad avere un bel composto gonfio e spumoso.
Unite a filo l'olio, continuando a montare, poi aggiungete lo yogurt e infine le farine setacciate con il lievito.
Versate il composto nella tortiera e disponete sulla superficie le fettine di mela.
Infornate a 180° per circa 40 minuti.
Appena la torta è cotta, sfornatela e, ancora calda, spennellatela con la marmellata precedentemente riscaldata nel microonde (io ho aggiunto anche un cucchiaino di malto di mais per dare un aspetto più lucido).

 *Da molto tempo, ormai, non uso più la vanillina. Così, ogni volta che preparo la crema pasticciera, compro la stecca di vaniglia, poi la sciacquo accuratamente, la faccio asciugare per bene e la metto nel barattolo dello zucchero, aggiungendone una nuova, quando preparo la crema successiva...In questo modo ho sempre lo zucchero profumato di vaniglia.


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