Non è una questione di felicità, che è sopravvalutata. Non è nemmeno una questione di infelicità, anche se gli irrequieti sono spesso infelici. E’ un fatto di curiosità, o di aristotelica meraviglia per l’esistenza e smania d’indagarne la struttura. E’ una passione divorante per la vita, e una consapevolezza morbosa della morte. E’ il motore della filosofia e dell’arte, ma forse anche della fisica quantistica. Un’attitudine del cervello a cercare disperatamente con numerosi spesso futili tentativi di dare un ordine al marasma caotico di persone fatti cose pensieri emozioni.
Grazie a chi la divide con me :)