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Un milione di modi per morire nel West

Creato il 02 luglio 2014 da Jeanjacques
Un milione di modi per morire nel West
Questo sembra essere davvero un periodo d'oro per Seth MacFarlane - che già una volta ebbe il culo di perdere un aereo che doveva portarlo a un'importante riunione, scoprendo poi che era andato a schiantarsi contro una delle Torri Gemelle. Non solo le sue serie animate vengono continuamente rinnovate [al contrario di Matt Groening, che si è visto cancellare, ancora una volta, Futurama] ma ha pure avuto modo di fare il suo primo film, il per me deludentissimo e stupido Ted, dopo il quale gli è stato addirittura dato l'incarico di condurre la notte degli Oscar, creando quella che a detta di alcuni è una delle migliori edizioni degli ultimi anni. E a noi intanto tocca Paolo Ruffini che presenta i David di Donatello, voglio far notare, ma non mi dilungo troppo. Anche perché nonostante l'esordio di questo ometto simpatico mi abbia fatto vagamente cacare, l resto del mondo sembra essere piaciuto un botto, quindi perché non dargli in mano le redini per un altro progetto? Io ho comunque voluto dargli fiducia, ho sperato che abbia imparato come fare il mestiere col suo precedente film e che possa così migliorarsi per fare finalmente la commedia che tutti aspettavano. Anche perché il trailer sembra divertentissimo e... vabbeh... pure quello di Ted lo sembrava, quindi...

Il mite pastore Albert Stark, dopo aver abbandonato un duello, viene mollato dalla fidanzata per Foy, baffuto e ricco proprietario di un negozia da parrucchiere per baffi. Proprio in quei giorni lo spietato criminale Clinch Leatherwood si aggira nei paraggi, e ordina a uno dei suoi scagnozzi di scortare la moglie Anna in una città lì vicino. La stessa città in cui vive Albert, che la incontra e...

Posso dirlo senza problemi: mi aspettavo di peggio. Questo però non toglie a questa pellicola tutti i millemila difetti che rischiano di farla sembrare se non brutta almeno ignorabile. Perché MacFarlane dimostra di aver imparato qualcosa in tutto questo tempo e il ritmo è più costante, così come il bilanciamento delle battute. Si ha un primo tempo meno geniale che in Ted, ma almeno non va a perdersi totalmente nel finale. Si ride ogni tanto, con una necessaria pausa fra una gag e l'altra, fino a che non si arriva ai titoli di coda con una strana ma decisa coerenza. Qui non si vuole essere dissacranti, non si vuole mettere alla berlina qualcosa finendo per essere uguali all'oggetto stesso che si voleva deridere, c'è una sana cazzonaggine fine a se stessa che per certi versi è davvero salutare all'intero progetto. Ma c'è sempre un ma grande quasi quanto tutta la Frontiera, che va a riconoscersi proprio nell'umorismo di MacFralane. O in alcune sue sfumature. Perché il ragazzo sa far ridere, sa tirare fuori al momento giusta una battuta davvero divertente e fare una ricostruzione del periodo storico preso in analisi con intelligenza e coerenza di causa... eppure tende a strafare. Non voglio fare il bacchettone, ma comincio a essere stufo di vedere quelle che sono delle commedie che cercano di far ridere con tizi che scorreggiano o si cagano addosso. E proprio quest'ultimo particolare prende in seria analisi una certa gag che occupa un tempo decisamente non indifferente, che magari trattata in altri termini sarebbe potuto diventare anche buffa, ma che così è solo disgustosa. Mi ha fatto ridere sul momento, ma la sensazione proprio non è durata quando ho dovuto constatare che il tutto era stato tirato avanti per ben tre minuti. Tre minuti passati a vedere uno che cagava in un cappello per un lassativo, con tanto di primo piano dei suoi espletamenti - e dovevo ritenermi fortunato perché poco prima avevo quasi avuto la mezza idea di farmi un panino con la Nutella. Rimangono però mole altre battute che fanno ridere [il tormentone del tizio in grado di ridere nelle foto è  davvero simpatico] e delle situazioni buffe, oltre che un'atmosfera western che male non fa e regala un fascino decisamente non indifferente. E soprattutto, la pellicola ha la coerenza di un film, con gli immancabili step tipici della puntata media dei Griffin ma ben inseriti in quello che è il contesto cinematografico. Alla fine, complice anche la migliore struttura organizzativa di cui sopra, l'opera non sembra l'esperimento malriuscito di uno che prima faceva qualcos'altro, ma un prodotto modesto che, fra una caduta di stile e l'altro, riesce a fare quello che deve e a portarsi a casa mezza pagnotta, con annessa la solita morale su quella che è la presa di coscienza di un individuo in grado di fargli passare ogni difficoltà, che gli americani devono illudersi di essere migliori di tutti, anche dagli europei da cui discendono - ma almeno si rinfaccia allo yankee medio di aver rubato la terra agli indiani. Fantastastellare invece il cast, forse davvero sprecato per un film di questo tipo, perché così tanti bei nomi tutti insieme avrebbero potuto contribuire alla creazione di qualcosa di leggendario. Oltre a MacFarlane stesso, con lui divide lo schermo la bellissima Charlize Theron e il monolitico Liam Neeson, uno dei miei attori preferiti, e vederlo coinvolto in certi sketch idioti mi ha fatto piangere un po' il cuore. Poi sì, c'è pure Giovanni Ribisi - il magnate stronzo di Avatar - e Neil Patrick Harris - il Barney di How I met your mother. Da non perdere invece le citazioni di Ritorno al futuro e Django unchained.

Chi ha delle pretese modeste potrà trovarlo molto divertente, sennò strappa qualche risata. Ma vale la pena di essere visto giusto per la canzone If you've only got a moustache.Voto: 
Un milione di modi per morire nel West
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Un milione di modi per morire nel West

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