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Un tram che si chiama desiderio – Elia Kazan

Creato il 28 novembre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

28 novembre 2013 Lascia un commento

Un tram che si chiama desiderio
Vivien Leigh arriva a sorpresa a casa della sorella Kim Hunter, incinta del burbero marito Marlon Brando. Viaggio della disperazione il suo, dopo aver venduto gli ultimi beni di famiglia. Psiche disintegrata dopo il suicidio del marito, forse perduta per sempre, potrebbe ricostruirsi una vita con Karl Malden, amico di Brando ma un passato torbido a tinte indefinite, affondera’ ogni sua speranza e la fara’ cadere nelle grinfie del cognato.
Sul post di "Fronte del porto" mi domandavo se "Marlon Brando iniziasse qui".
In realta’ Brando e’ da qui che parte, interpretazione strepitosa supportata da un physique du rôle che meglio di cosi’ non poteva essere, anzi verrebbe da dire che l’allocuzione sia stata creata per lui e per il personaggio molto fisico ma non di meno dotato di uno spessore psicologico fondamentale quanto l’aspetto esteriore, forza in quell’urlo animalesco lanciato in richiamo alla moglie, serviva esprimere la brutalita’ che sta alla base del nostro essere animalesco e che milioni d’anni d’evoluzione non hanno eliminato.
Voce che dall’alba dell’uomo risuona nelle vene mammifere nella ricerca spasmodica di riprodursi e vivere un giorno in piu’. Il contrasto con le parole della sorella sottolinea come malgrado tutto, il sangue conti piu’ della ragione e serve grande consapevolezza di questo, consapevolezza che Kazan mette in scena egregiamente per quanto nulla avrebbe potuto la regia senza un’adeguata interpretazione.
Il suo bianco e nero e’ un perfetto grigio torbido nelle acque malsane descritte da Tennessee Williams e certo suo il merito di aver portato al successo un testo complesso e pericoloso come questo che nel 1951, data di uscita del film, andava decisamente troppo oltre.
Del resto, Brando a parte, lei Vivien Leigh e’ un meritatissimo premio Oscar, innesto perfetto ed interpretazione magistrale nel contesto espressionista voluto da Kazan e che riporta alla memoria l’insuperabile Swanson in "Viale del tramonto". Altrettanto e forse ancor piu’ meritato e’ l’Oscar a Stella, Kim Hunter, l’altra protagonista moglie di Brando/Kowalski che incarna alla perfezione l’istinto primevo femminile.
Oscar anche a Karl Malden, non voglio dire immeritato ma certo una spanna sotto gli altri attori.
Tutto il resto e’ storia, ora resta solo il film.

Scheda IMDB


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