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Una kryptonite d'aria fresca

Creato il 16 novembre 2011 da Presidenziali @Presidenziali
Una kryptonite d'aria frescaAl Festival del Film di Roma è stato il film italiano che più ha conciliato le reazioni positive di pubblico e critica: La kryptonite nella borsa segna l’esordio dietro la macchina da presa di Ivan Cotroneo, scrittore (anche del romanzo da cui è tratto il film) e già apprezzato sceneggiatore sia televisivo che cinematografico."Tutte le famiglie felici si somigliano fra loro. Quelle infelici lo sono ciascuna in un modo proprio" affermava Tolstoj nell’incipit di Anna Karenina, e i Sansone - famiglia affollata e casinista nella Napoli del ’73 - rientrano di diritto in questa definizione. Il dolore c’è, senza dubbio: provocato dalla scomparsa di Gennaro, un bizzarro cugino che si crede Superman e si veste come tale; oppure acquattato dentro Rosaria (Valeria Golino) e destinato a sfociare in depressione, quando la donna apprende che il marito Antonio (Luca Zingaretti) la tradisce. Esiste, però anche una misura di gioia: la apportano, ad esempio, Titina (Cristiana Capotondi) e Salvatore (Libero De Rienzo), i fratelli di Rosaria, che vivono un poco in ritardo la liberazione sessuale Sessantottina, coinvolgendovi il nipote Peppino (Luigi Catani). Ecco, è questo bimbo di nove anni, occhialuto e sensibile, immaginoso e gentile, la voce narrante e lo sguardo osservante di tutto quanto avviene nella riuscita pellicola d’esordio di Ivan Cotroneo.Sprofondato negli anni Settanta, La Kriptonite nella borsa è un rarefatto e garbato ritratto che sceglie la strada del bozzettismo lieve per raccontare di una stagione che non c’è più, tramutata in mitopoiesi narrata attraverso gli occhi di un bambino. Un film in gran misura delizioso, in cui si tingono di lisergico certi interni popolari che inteneriscono e che ha l’ardire di affidare lo scioglimento ad un volo non solo metaforico.Bisogna ammetterlo: da quando ha avuto inizio l’Era del Tubo Catodico, il cinema italiano, si è rifugiato in un angusto pertugio, a metà fra il lettino dell’analista ed il tinello di casa. Qualche volta però, ha fatto capolino e quando ciò è accaduto, non ce n’è stato per nessuno. Ecco perché, qui, si amano - di un amore sincero e disinteressato - i Sorrentino, i Capuano, i Crialese, i Benvenuti (Paolo) e tutti coloro che scientemente scelgono la strada dell’eccentricità per sopravvivere ai pubblicitari e a Marzullo. Ecco, perché, ora, son qui a dirvi: andate a vedere La Kriptonite nella borsa, un piccolo film a cui non si può non voler bene. Stordita dal Nulla delle altre proposte italiane questo film ha avuto per me un effetto “Via per Damasco”. Non che sia diventata cieca come Paolo di Tarso, ma dopo la visione di questo gioiellino tutto sembrava sorridermi. La Kriptonite nella borsa è davvero una ventata d’aria fresca che viene a lenire per un poco l’asettica puzza da Museo delle Cere che affligge il nostro claudicante panorama celluloideo.
Andate a vedere questo film, e ditelo agli amici: farete del bene a voi stessi, e al cinema italiano, l’unica speranza che ci resta.
voto 6,5
Voto redazione---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Apeless: 6+

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