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Una settimana di “Vergognamoci per lui” (53)

Creato il 25 dicembre 2011 da Zamax

Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM

 

ANGELINO ALFANO 19/12/2011

Per giustificare il consenso non troppo partecipe del suo partito alla manovra del nuovo governo, per suggerire sottilmente che la nuda competenza del tecnico non potrà mai sostituirsi alle capacità a tutto tondo, intellettuali e umane, del politico, e fors’anche per risollevare l’immagine della creatura berlusconiana dagli abissi terragni e giocosi del Bunga Bunga, il segretario del Popolo della Libertà ha deciso di volare altissimo: “Monti” ha detto “ha fatto una manovra che non ci ha convinto dal punto di vista filosofico.” E perché no? Da quello della filosofia spicciola, non sbaglia di sicuro.

 

LO SPREAD 20/12/2011

Dopo una folgorante quanto breve stagione da star questo carneade è ripiombato nell’anonimato. Al momento viaggia sui 500 punti ma non c’è un cane rognoso che gli faccia caso, mentre prima perfino le casalinghe di Voghera gli tenevano continuamente gli occhi addosso. Il caso è intrigante e merita una risposta. Essendo questa una rubrica democratica e pluralista, vi propongo due spiegazioni diverse, ma non necessariamente alternative, e quindi potete scegliere a piacimento una delle due o tutte e due assieme: 1) Son giorni quaresimali, va di moda la sobrietà, e questa banderuola ha adottato un basso profilo. 2) E’ il destino di chi vive di luce riflessa.

 

BEPPE SEVERGNINI 21/12/2011

L’altro giorno è morto Václav Havel. Il suo caro vecchio amico Václav. Lui, Beppe, «l’aveva conosciuto». Questa non ve l’aspettavate, vero? L’aveva conosciuto ai tempi perigliosi e romantici della dissidenza, nel suo appartamento lungo la Moldava. Eh, che tempi! Ce ne sarebbero tante da raccontare… E poi, quando da dissidente si trasformò in presidente, il suo caro vecchio amico Václav, da galantuomo qual era, non si scordò certo del suo caro vecchio amico Beppe, e gli concesse un’intervista, probabilmente la prima – butta là Beppe – apparsa in un quotidiano italiano. Si trattava del Giornale. «Di Montanelli», precisa Beppe.

 

LA COREA DEL NORD 22/12/2011

Il re Kim Jong-il è morto. Al vertice della monarchia comunista è stato designato l’ultimogenito Kim Jong non -il ma -un. Le Forze Armate gli avrebbero già garantito la loro fedeltà. Essendo però Kim Jong-un poco più che uno sbarbatello ad affiancarlo nell’esercizio del potere ci sarà lo zio Jang Song-thaek, attuale vicepresidente della Commissione di Difesa Nazionale. Fin qui la cronaca. Ma entriamo pure nella storia futura. Sembra certo che lo zio col tempo si monterà la testa, macchinerà un golpe contro il nipote, ed aspirerà a diventare il capostipite di una nuova dinastia. Kim Jong-un però indovinerà tutto fin dal principio. Darà spago allo zio, comportandosi da babbeo sfaccendato e remissivo. Ed infine lo smaschererà. Lo zio, per il buon nome della sua famiglia, sarà costretto a suicidarsi buttandosi in una vasca piena di coccodrilli, dove morirà di «infarto». Avrà comunque la non magra soddisfazione di essere pianto da un quarto delle donne coreane per tre giorni di seguito. Nell’ombra però starà già tramando anche il secondogenito di Kim Jong-il, Kim Jong-chul, che in cuor suo non ha mai accettato il sorpasso dello “sbarbatello”. Appoggiandosi alla potente famiglia dello zio, e accattivandosi il favore delle Forze Armate, riuscirà a detronizzare Kim Jong-un, dopo averlo buttato in una vasca piena di coccodrilli, dove l’ultimogenito morirà di «infarto». «Come suo padre», aggiungeranno poi fonti ufficiali, per spingere metà delle donne coreane a piangere con un po’ di sentimento per almeno una settimana. La tragica fine della dinastia di Kim Il-sung sarà allora vicina. Le Forze Armate, arbitre oramai incontrollate della situazione, si libereranno anche di Kim Jong-chul, e metteranno sul trono come re-fantoccio Kim Jong-nam, il primogenito di Kim Jong-un, caduto in disgrazia qualche anno fa. Kim Jong-chul, sorprendentemente, finirà in una vasca piena di coccodrilli, dove morirà di «infarto». «Come suo padre e suo fratello» aggiungeranno poi fonti ufficiali, per spingere tre quarti delle donne coreane a piangere con la disperazione nel cuore per due settimane di fila. Kim Jong-Nam cercherà allora disperatamente di suicidarsi con la massima speditezza, ma uno scrupolo filosofico di troppo gli sarà fatale: finirà anche lui in una vasca piena di coccodrilli, dove morirà di «infarto». «Come suo padre e i suoi due fratelli» aggiungeranno poi fonti ufficiali, per spingere tutte le donne coreane a piangere e strapparsi i capelli per un mese intero. Sempre che prima non arrivi la solita democrazia, la solita noiosa libertà, la solita noiosa primavera rivoluzionaria a privarci di queste storie dal sapore antico, che riscattano la Corea del Nord alla grande dalla pur deplorevole piaga dei morti di fame.

 

SUSANNA CAMUSSO 23/12/2011

La segretaria della CGIL è su di giri. Non ci può proprio credere: ha capito che con le schiappe del governo Monti avrà vita ancor più facile che con gli imbelli del governo Berlusconi. «Archiviata» la questione dell’art. 18, per Susanna è ormai tempo di fare sul serio. Il governo Monti può fare molte cose: innanzitutto, la patrimoniale, quella vera. E poi: la lotta all’evasione; la lotta all’elusione; la lotta al sommerso; al nascosto; al seminascosto; al riposto; al recondito; al sotterrato; al celato; al clandestino; al dissimulato; al latente; all’implicito; all’occulto; e all’invisibile, che in un paese democratico, civile & trasparente non può avere cittadinanza.


Filed under: Giornalettismo, Umorismo, Vergognamoci per lui Tagged: Angelino Alfano, Beppe Severgnini, Corea del Nord, Spread, Susanna Camusso

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